Il Tirreno

«La fine di uno stress esasperante» Monica Priore (Diabete Italia): «Cambiamento epocale per la malattia invisibile»

AMARINI

30 maggio 2024
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«Somministrarsi costantemente insulina tramite la terapia multi-iniettiva o tramite la tecnologia medica che abbiamo a disposizione, cioè il microinfusore, è uno stress esasperante per i malati che devono calcolare il dosaggio del farmaco in funzione dei carboidrati da ingerire e delle attività da svolgere», inizia da qui Monica Priore, consigliere della rete associativa nazionale Diabete Italia, prima atleta diabetica ad attraversare a nuoto lo stretto di Messina, a raccontare l’importanza del farmaco. Cosa ne pensa della nuova insulina settimanale? «È un cambiamento epocale e speriamo che questo nuovo farmaco arrivi quanto prima in Italia. Sicuramente avrà un impatto importante sulla gestione della malattia per il soggetto con diabete abituato a fare l’insulina basale, cioè l’ultra-lenta, che si fa una volta al giorno. Per i soggetti affetti da diabete di tipo 1, invece, le iniezioni al giorno sono almeno 4, perché oltre alla basale si deve somministrare anche l’insulina ultra-rapida. L’insulina settimanale agevola soltanto la la dose di basale mentre restano invariate le altre iniezioni da fare giornalmente». Cosa significa essere ammalati di diabete? «Parlo in particolar modo del diabete di tipo 1 perché sono affetta da questa malattia dall’età di 5 anni e, quindi, ho trascorso fino a oggi 43 anni di convivenza con questa patologia. È una malattia invisibile che la gente per strada non nota e non ha idea delle difficoltà che devono affrontare gli ammalati. La vita è complessa per chi è affetto da diabete, è complessa per i familiari e per i genitori che devono gestire i bambini che non sono autonomi e non comprendono la malattia. Questo è devastante per tutta la famiglia perché quando c’è l’esordio della malattia, cambia la vita di tutti che ruoterà in funzione della malattia stessa». Cosa rappresenta questo cambiamento? «Avendo vissuto in un certo senso la storia dell’evoluzione dei farmaci del diabete, che mi è stato diagnosticato 43 anni fa, ho visto i progressi che ci sono stati in ambito medico e noi pazienti con diabete attendevamo una soluzione di questo genere. Oltre ovviamente al fatto che speriamo sempre nella cura definitiva. Ci auguriamo che l’iter di approvazione in Italia sia celere e sia presto disponibile presso tutte le Regioni. Perché spesso, come Diabete Italia, combattiamo con le difformità regionali che sono danno al paziente perché non tutti riescono ad usufruire delle migliori terapie e delle migliori tecnologie presenti sul mercato nello stesso modo». Cosa si augura per il futuro? «Da atleta con diabete reputo che la scoperta di questo farmaco possa essere un grande vantaggio per gli sportivi e per la gente che ama praticare attività fisica. Inoltre per il soggetto diabetico di tipo 1 e di tipo 2 è un grande supporto nella gestione della propria condizione di salute. Personalmente, come paziente, come consigliere di Diabete Italia e come sportiva, lo attendo e sono curiosa di provarlo».l A.D.R. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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