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Il commento

Calcio, campioni cafoni: ostentano di avere tutto e ci fanno rimpiangere Baggio con la Panda

di Giorgio Billeri

	La Panda di Baggio e il pianto di Neymar
La Panda di Baggio e il pianto di Neymar

Neymar si filma mentre perde un milione, Ronaldo mostra la supercar: addio discrezione

31 marzo 2023
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Un milione di euro. Due miliardi delle vecchie lire bruciate in un pomeriggio di noia. Neymar, controverso talento brasiliano, al Psg di milioni ne guadagna quasi 5 al mese, 40,8 all’anno. E può permettersi di perdere un milione al casinò online perché, poveretto, è infortunato e a casa, si sa, è dura ammazzare il tempo.

La voglia di moralismo ci potrebbe sopraffare, si potrebbe dire che quella somma gettata al vento dal divano di casa, in un batter di ciglia, la maggior parte di noi non la vede in una vita. Come si insinua nelle viscere più profonde la foto di Cristiano Ronaldo, un tempo leader di tutto e adesso pensionato dai tacchetti d’oro nel simil-calcio degli emiri, “pizzicato” (casuale quanto la neve a New York d’inverno) dai paparazzi mentre si diletta con occhioni sognanti da bambino al volante di una supercar, una Bugatti da otto milioni. Insieme a Georgina, talmente viziata ormai da alzare continuamente l’asticella delle sue pretese. Maurito Icardi, così ostaggio della moglie Wanda Nara (sua agente, tra l’altro) da regalarle una borsetta da 300mila euro, un appartamento per i poveri mortali.

Tanti soldi (troppi, brontola la pancia dell’uomo comune), così tanti che ormai non c’è più gusto nemmeno a goderseli in privato: quello che conta è mostrare al mondo quanto è cool avere tutto, oltre i limiti del lecito e soprattutto del buongusto. Io vivo alla grande, voi no ma il like datemelo comunque. È il mercato, bellezza, ed è tragicamente vero: finché ci saranno oligarchi e magnati disposti a versare il prodotto interno lordo di Malta per pagare un calciatore (tra l’altro crepuscolare), ci sarà anche chi arraffa: calciatori, agenti, e tutta la corte dei miracoli che circonda i semidei della pelota.

Si calcola che Cristiano Ronaldo, il pedatore mediaticamente più esposto del pianeta con 568 milioni di follower su Instagram, abbia 250 milioni di euro fermi in garage. Visto che nessuno crede che usi una Ferrari o una Lamborghini per andare a comprare lo stracchino al supermercato, se ne evince che CR7 si limiti a rimirare il suo tesoretto da lontano, come una collana di smeraldi dentro un (inutile) forziere. Questo è il calcio di oggi, questi sono gli eroi ormai trasformati in avatar staccati dal tempo e dallo spazio.

Per acquietare i brontolii scandalizzati delle nostre viscere basta volare a Caldogno, campagna vicentina. Qui vive un signore dai capelli d’argento, che aveva piedi di gran lunga superiori a quelli di Neymar e intelligenza calcistica unica, altro che gli addominali del portoghese tutto d’oro. Roberto Baggio è stato “il” calciatore, si è permesso al massimo una vecchia Mercedes Station Wagon con interni in radica quando, ragazzo d’oro, scorrazzava per Firenze. Un pomeriggio del 2004 ha riposto il codino e gli scarpini e non è stata più domenica, come ha cantato per lui Cesare Cremonini. Ha concesso forse cinque interviste in 20 anni, i social li lascia alla figlia Valentina. Vive tra polli, galline, la caccia nella fazenda in Argentina. Si vanta della sua Panda 4x4 che, quando non parte nelle mattinate uggiose, spinge a mano. Eppure ha guadagnato molto, moltissimo Robi Baggio: solo che la fortuna la vive senza eccessi. Questione di educazione, di buon gusto, di valori così lontani dal pomeriggio speso nel casinò online o dal giro sulla Bugatti.

Dino Zoff è stato uno dei migliori portieri di sempre. Ha vinto un Mondiale (Neymar e CR7? Ripassare prego), ha dato lezioni di educazione e misura tra i pali e in panchina. Anni fa ha messo in vendita online la sua auto: una Ford Cosworth con 180mila chilometri sulle spalle: 15.500 euro. Paolo Rossi, per il mondo Pablito, capocannoniere di Spagna 1982, girava i colli toscani con la Mitsubishi Pajero, la jeep della classe media. Ruud Gullit arrivava a Milanello a bordo di una Lancia Thema da cumenda: oggi farebbe ridere in mezzo alle fuoriserie. Claudio Garella, sghembo portierone di Verona e Napoli, quando chiudeva l’auto portava via l’autoradio, proprio come tutti noi negli anni Ottanta: c’è una foto che celebra la sua (benedetta) normalità. Gianluca Vialli che era ricco di famiglia, re di Genova e idolo delle donne, si era concesso una Saab Turbo, quella che tanti ragazzi soffiavano al padre per furoreggiare il sabato in discoteca. Paul Breitner, papa rosso del calcio tedesco, girava con la Vespa sotto la neve a Monaco e spesso andava anche a prendere Rummenigge.

Unica eccezione, Maradona: dalla Porsche alla Ferrari, si è concesso il meglio. Ma di Diego ce n’era uno, noblesse oblige.


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