Il Tirreno

Versilia


Di padre in figlio. Firmati Santini i gol bianconeri più pesanti

di Massimo Guidi
Matteo Santini
Matteo Santini

Matteo come Stefano, il papà-allenatore

27 marzo 2024
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VIAREGGIO. È nel destino calcistico della famiglia Santini segnare gol importanti con la maglia del Viareggio. Nella stagione 2005/2006, più o meno di questi tempi, Stefano, attuale tecnico delle zebre, realizzò al Buon Riposo di Pozzi il gol che garantì al Viareggio il passaggio in serie D. Diciotto anni dopo Matteo, uno dei due figli di Stefano che vestono il bianconero, ha segnato un gol, a Monsummano, di certo non determinante come quello di suo papà ma sicuramente importante. Molto importante viene da aggiungere perché ha consentito al Viareggio di portare a cinque i punti di vantaggio sul Pietrasanta e soprattutto ha messo fine a un periodo durante il quale le zebre avevano racimolato ben poco lontano da casa: un punto in tre gare, senza segnare reti.

Diciannove anni il prossimo 9 agosto è figlio, nipote e bis nipote d’arte, è il caso di dirlo, visto che negli anni cinquanta del secolo scorso fu il bisnonno Carmelo a iniziare la saga familiare in bianconero poi proseguita da nonno Gianni per arrivare fino ai giorni nostri. Ha iniziato a giocare senza troppo entusiasmo prima nel Capezzano poi nella Croce Verde pensando anche, seppure per un breve periodo, di virare sull’hockey. Ma alla lunga il Dna calcistico ha avuto ragione manifestandosi nelle due stagioni al Lido di Camaiore. Poi il Massarosa e di seguito il Viareggio con il quale ha esordito in prima squadra già nella passata stagione contro il Calci.

Nato come attaccante papà Stefano lo utilizza come trequartista o da mezz’ala, ruolo quest ultimo che sembra ritagliato per lui visto la facilità di corsa, la grinta e la capacità negli inserimenti in area di rigore. Tiene per il Milan e i suoi modelli sono Bellingham e Leao anche se ai tifosi delle zebre più dotati per il modo di stare in campo ricorda più Tardelli.

Cosa ha provato dopo avere visto il pallone finire la corsa in fondo al sacco?

«Tanta emozione perché non mancava molto alla fine e meritavamo quella vittoria per quello che avevamo fatto nel secondo tempo».

Perché è corso vero gli ultras invece che andare ad abbracciare papà e tuo fratello Gianni?

«L’istinto mi ha portato a fare quella corsa verso i nostri tifosi che ci supportano ogni domenica. Poi sono andato anche ad abbracciare papà e Gianni».

Qual è il suo rapporto con il papà allenatore?

«Lui mi chiede sempre qualcosa in più rispetto agli altri perché non vuole assolutamente spianarmi la strada».

Nello spogliatoio le hanno fatto mai pesare di essere il figlio dell’allenatore?

«Mai. Devo dire che ho trovato un bel gruppo dove mi sono trovato subito a mio agio».

Tra i suoi compagni chi sono quelli che ti danno più consigli?

«Marinai e Brega mi danno molte dritte su come stare in campo soprattutto durante gli allenamenti».

È stato detto che qualche parola in libertà espressa da alcuni sportivi sui social abbia fatto rimanere male soprattutto voi giovani. Lei come l’hai vissuta?

«Ammetto di non essere molto social ma nello spogliatoio si è parlato di questo. Ci siamo rimasti un po’ male perché noi pensiamo sempre al bene della squadra. A dare una mano ai giovani ci hanno pensato soprattutto Carpita, il nostro capitano, Marinai e gli altri giocatori più esperti».

Trequartista o mezz’ala qual è il ruolo che preferisce?

«Il trequartista è un ruolo che mi piace perché mi consente di arrivare più facilmente in zona gol. Ma anche fare il braccetto di centrocampo non mi dispiace. All’inizio mi sono trovato un po’ spaesato perché dovevo capire i movimenti da fare e saper tenere il pallone senza perderlo».

In famiglia chi è quello che la incoraggia di più?

«Il nonno Gianni crede in me e mi fa sempre i complimenti. Ma è un rapporto diverso rispetto a quello con il papà-allenatore».

Proseguirà con l’attività nel beach soccer?

«È uno sport che mi piace molto e che pratico fino da bambino».

Ha già fatto un pensierino alla Nazionale?

«A novembre sono stato convocato per un raduno con l’under 20. Spero di essere chiamato anche in futuro».

Dopo Matteo ci sono altri Santini in rampa di lancio?

«Ci sono i miei cugini. Pablo portiere del 2010 e Samuele un anno più piccolo, attaccante. Naturalmente giocano nel Viareggio”.
 

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