Forte dei Marmi dice addio a balneare e nostromo sugli yacht degli Agnelli
Testimone del jet-set e custode fedelissimo dei segreti dell’Avvocato
FORTE DEI MARMI. L’ultimo incontro col cronista fu quest’estate, in riva al bagno Roma di Ponente, dove ormai con sempre minor frequenza veniva a godersi il sole e a lanciare lo sguardo laggiù, lontano sul mare. Antonio Nardini, il mitico “Buzzetta”, se n’è andato per il suo ultimo viaggio, alle soglie dei 90 anni che avrebbe compiuto a dicembre.
Fino a qualche settimana fa era facile incontrarlo con la sua bicicletta, con cui attraversava il Forte per andare a trovare qualche amico, non per rinverdire i bei tempi passati, non ne era il tipo, ma piuttosto per lanciare il suo occhio critico e attento al presente che non risparmiava nessuno.
Eppure Antonio di cose da raccontare ne avrebbe avute tante, perché aveva iniziato come bagnino, fin da ragazzo, al bagno Alcione, che era di un suo zio. Proprio nel cuore di Roma Imperiale, da sempre crocevia di grandi personaggi. Giovane, bello, prestante, incredibilmente simpatico e con la lingua sciolta era un personaggio già allora. La svolta per lui venne negli anni Sessanta, grazie a un altro indimenticabile fortemarmino, Diego Aliboni, scomparso tre anni fa. Diego, certamente il più noto tra i personaggi della marineria fortemarmina, fu per molti anni il comandante della mitica “Agneta” di Gianni Agnelli, lo yacht a vela super lussuoso a cui l’Avvocato era particolarmente attaccato. E il comandante fortemarmino sull’Agneta arruolò diversi compaesani, uno per tutti il conosciutissimo Antonio “Buzzetta” Nardini. Correvano gli anni Sessanta e Antonio fu così partecipe di una stagione indimenticabile, prima appunto sull’Agneta e poi sul Baglietto GA30, l’altro spettacolare yacht a motore che Gianni Agnelli si regalò nel 1962. Con l’Avvocato Nardini, nostromo di vaglia, trascorse tantissimi anni ed esperienze, diventando tra l’altro testimone della nascita del mito di località come la Costa Smeralda e la Corsica.
Esperto e riservato come la gente di mare (e com’era d’obbligo per il suo più celebre armatore) “Buzzetta”, come lo chiamavano gli amici, ha visto passare sul ponte della barca di Agnelli il jet set del ventesimo secolo e solo questo farebbe di lui un preziosissimo testimone di quegli anni. E anche quando decise di tornare definitivamente a terra furono in tanti della famiglia Agnelli a passare a trovarlo sulla spiaggia del vecchio Alcione, alla cui guida era tornato assieme alla famiglia.
Di quei tempi non parlava mai, e nei suoi racconti ha sempre privilegiato la riservatezza, anche quando diversi giornali avrebbero voluto condividere i racconti delle storie vissute sull’Agneta e sul G. A30, le memorabili barche dell’Avvocato. Riservatezza che ogni tanto stemperava per gli amici di vecchia data. Nardini dopo l’Alcione, che gestì tra il 1973 e il 1984, acquistò il bagno Perché, al confine con Fiumetto e lì, dal 1986 al ’98, è rimasto con la sua ruvida ma proverbiale vena polemica, con la sua simpatia e con un animo nobile raro da trovare in chi aveva sfidato i venti e aveva la pelle ruvida dal sole e dalla salsedine. Tante le testimonianze di affetto come quella di Umberto Buratti: «Antonio era uno degli ultimi che sapevano fare il fischio dei marinai di Forte dei Marmi, con cui si riconoscevano nei porti di mezzo mondo. Un ultimo testimone di quel mondo e di quel paese che, purtroppo, non esiste più». Alla moglie Maria Pia, e alle figlie, la collega Gessica e la sorella Simona, le condoglianze.
