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Versilia, mancano i bagnini ma per i titolari non servono aumenti: «Manca la voglia di lavorare»

di Luca Pardini
Versilia, mancano i bagnini ma per i titolari non servono aumenti: «Manca la voglia di lavorare»

L’aumento in busta paga non è considerato sufficiente per attrarre nuovi giovani interessati. E allora si punta il dito su pigrizia e scarso senso di sacrificio

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VIAREGGIO. La difficoltà nel trovare personale per la stagione continua per molti esercenti tra ristoratori, stabilimenti balneari e albergatori. E l’aumento dei salari, a detta degli stessi esercenti, è sì una delle strade percorribili per arginare il problema, ma non l’unica.

Il problema delle nuove regole

A Viareggio, se si pensa all’estate, il lavoro stagionale per antonomasia è quello dell’assistente bagnante, più comunemente detto bagnino. Ed è proprio di bagnini che, prima dell’inizio di questa stagione, molti titolari di stabilimenti si sono messi alla disperata ricerca. Quest’anno più che mai: da un lato la stretta sull’età necessaria per prendere il brevetto (18 anni invece di 16 e un massimo di 50, non più 55), dall’altro l’aumento del periodo di sorveglianza obbligatoria per gli stabilimenti hanno fatto sì che molti balneari si siano trovati – qualcuno è ancora in cerca – in forte difficoltà nel trovare personale. Quest’estate, però, la categoria degli assistenti bagnanti ha visto dopo anni il rinnovo del contratto integrativo (nella provincia di Lucca), che, in estrema sintesi, ha portato più soldi nelle buste paga e un maggiore bonus di fine stagione.

La speranza del nuovo contratto

«Quella del reperimento di dipendenti stagionali negli stabilimenti è un’emergenza che per certi versi ancora rimane – commenta il presidente dell’associazione dei balneari di Viareggio Tommaso Magnani – la speranza è che il rinnovo del contratto integrativo che abbiamo firmato quest’estate, pensato per la valorizzazione del lavoro dei nostri dipendenti, contribuisca ad aumentare l’appeal di questa professione. Si tratta anche di un lavoro che negli ultimi anni ha visto importanti riforme normative, come ad esempio per l’acquisizione del brevetto».

Ma oltre alla questione dei soldi in busta paga, c’è anche chi fa luce su altre condizioni che rendono difficile, per i titolari, trovare dipendenti per la stagione. «Una soluzione che secondo me andrebbe adottata nell’ambito dei bagnini è quella di aumentare il numero massimo di metri sorvegliabile da una sola persona – afferma Francesco Giannerini, presidente di Confesercenti Viareggio – per quanto riguarda gli altri esercenti, non penso che la soluzione all’emergenza, che riguarda tutto il settore turistico, sia semplicemente alzare i compensi. La maggior parte offre quello che è il minimo garantito dal contratto nazionale a cui poi, in base a ruolo e esperienza, aggiunge dell’altro. È normale la differenza tra il compenso di una persona con anni di esperienza e di un ragazzo alle prime armi. Altra cosa su cui lavorare – aggiunge – potrebbe essere un piano serio per portare più persone in città fuori dall’estate, in modo da allungare il concetto di stagione turistica e rendere così il lavoro stagionale più appetibile».

La polemica: «Manca la voglia di lavorare»

Tra gli esercenti, qualcuno punta il dito contro la scarsa voglia di lavorare e sacrificarsi che accomuna molte persone, giovani o meno. «Va detto che in giro si trovano sempre più persone senza la vera voglia di lavorare e fare quei sacrifici che un certo tipo di lavoro inevitabilmente richiede – spiega Mary Francavilla dell’hotel Spinelli – nessuno vuole più lavorare il sabato e la domenica, men che mai nelle festività. In troppi si credono super qualificati fin da subito, magari sostenuti dai genitori. Nella categoria ci sarà sicuramente chi paga troppo poco ed è giusto che la cosa cambi, ma la maggior parte si attiene al contratti nazionali. Quello che deve veramente cambiare – spiega – è a livello governativo: siamo uno stato troppo assistenzialista e questo atteggiamento ha fatto danni diffusi».

Aumento dei salari uguale aumento dei prezzi?

Anche nel settore della ristorazione le cose non vanno molto meglio, con molte attività che nel periodo estivo vedono aumentare il lavoro di due o tre volte rispetto all’inverno, ma senza personale per sostenerlo. «Il nostro è un lavoro molto sacrificante e generalmente, chi lo fa, cerca una sistemazione fissa. Anche da queste cose nasce la difficoltà del trovare stagionali – dice Abramo Franceschini dell’omonima macelleria – alzare gli stipendi è certamente la soluzione più immediata da provare per chi non trova, ma bisogna sempre tener presente che è difficile tenere un equilibrio tra costi del personale, dell’attività e fare in modo che gli aumenti non si ripercuotano sul menù».

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