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L'intervista

Fulvio Codecasa e i 200 anni del cantiere: «Ecco su cosa deve investire Viareggio. Il nostro segreto? Yacht come abiti su misura»

di Claudio Vecoli

	Fulvio Codecasa, a dx Giorgio Armani a bordo del “Main”, lo yacht dello stilista realizzato dai Cantieri Codecasa, il giorno del varo (foto Paglianti)
Fulvio Codecasa, a dx Giorgio Armani a bordo del “Main”, lo yacht dello stilista realizzato dai Cantieri Codecasa, il giorno del varo (foto Paglianti)

L’azienda festeggia il traguardo con una cena di gala all’hotel Ariston a Lido di Camaiore. L’imprenditore ripercorre due secoli di successi, sfide e innovazioni. Tra i clienti Armani, Del Vecchio e Dolce&Gabbana

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Questa sera il suo cantiere “festeggerà” i due secoli di vita con una cena di gala all’hotel Ariston di Lido di Camaiore. Fulvio Codecasa, per l’ultimo quarto di questi duecento anni, è stato il condottiero. E racconta passato, presente e prospettive della nautica a Viareggio.

Duecento anni dei Cantieri Codecasa. Un traguardo eccezionale, tanto più in considerazione del fatto che il timone dell’azienda è sempre rimasto in mano alla famiglia…

«Sì, 200 anni di storia in mano alla stessa famiglia sono davvero un traguardo importante, di cui sono molto orgoglioso. Portare avanti, generazione dopo generazione, questa splendida storia nel mondo della nautica da una parte comporta il peso di tante responsabilità, ma dall’altra permette di ricordare e assaporare i momenti del passato come risultati di scelte giuste e calibrate, di tanto coraggio e forte determinazione. Questi 200 anni di attività sono anche il risultato del lavoro di squadra e della passione di tante persone che fanno parte di questa famiglia allargata. I Cantieri Navali Codecasa sono oggi a tutti gli effetti una grande famiglia che porta avanti con orgoglio e affetto il valore tracciato e impresso dai suoi fondatori nel lontano 1825».

Una delle caratteristiche dei Cantieri Codecasa è quella di realizzare barche “su misura”, quasi come un abito di alta moda. Ci spiega meglio cosa significa in concreto? Può essere considerato questo uno dei segreti del suo successo?

«Abbiamo una produzione totalmente custom, gli yacht Codecasa sono prodotti unici, costruiti in base ai desideri e ai gusti del Cliente. Proprio per questa ragione si può dire che i nostri yacht vengono realizzati proprio come un abito sartoriale cucito su misura, creando imbarcazioni perfettamente adatte alle esigenze degli Armatori. Si tratta perciò di yacht esclusivi che rispecchiano la personalità e lo stile di chi li possiede».

Fra i clienti di Codecasa anche tanti nomi illustri: da Giorgio Armani a Carlo De Benedetti fino a Dolce e Gabbana. Ci dice chi è stato il più esigente e perché? Inoltre ci svela qualche altro personaggio che ha acquistato uno yacht da voi ed è rimasto “segreto”?

«Abbiamo un portafoglio di clienti di tutto rispetto e personaggi di fama internazionale. Per la maggior parte si tratta di clienti fidelizzati e questo ci fa onore. Tra i nostri clienti italiani abbiamo diversi personaggi famosi dell’alta moda, posso menzionare i Mariù e Maìn commissionati da Giorgio Armani, oppure i due Regina d’Italia di Stefano Gabbana e Domenico Dolce, ma anche i due motoryacht Moneikos di Leonardo Del Vecchio, il Magari di Paolo Bulgari del 2011 e il Dragoluna di Piersilvio Berlusconi e tanti tanti altri… Come accennato, appunto, non abbiamo solamente clienti europei, ma anche importanti e “nobili” armatori del Medio Oriente, degli Usa e dell’Asia. Devo dire che, essendo il nostro un cantiere a gestione familiare, con i nostri clienti si instaura un profondo rapporto di fiducia e rispetto, fin dalla prima stretta di mano. Un rapporto di stima che diventa amicizia e che rimane nel tempo».

Lei ha preso le redini del cantiere da suo padre Ugo nel 1973. Come è cambiato il mondo della nautica in più di mezzo secolo di storia?

«Dal 1973 il mondo della nautica ha subìto numerosi cambiamenti che hanno portato a profondi sviluppi tecnologici, di design e verso la tutela dell’ambiente. Il mio primo grande cambiamento in cantiere è stato la decisione di sostituire all’utilizzo del legno quello dell’acciaio nella costruzione degli scafi, così da poter entrare nel settore degli yacht di lusso. Successivamente, l’introduzione di sistemi di navigazione e comunicazione satellitare Gps, radar e autopiloti ha reso la navigazione più facile e sicura anche per chi è meno esperto. È anche molto positivo che ci sia una maggiore attenzione all'ambiente, con motori più efficienti e meno inquinanti, oltre all’utilizzo di energie rinnovabili a bordo. Tutto ciò contribuisce a rendere le imbarcazioni più ecologiche, confortevoli e di facile utilizzo».

Qual è la cosa più bella e quella più brutta fra quelle che le sono capitate nel suo lavoro?

«In tutti questi anni di cose ne sono successe tante, belle e brutte… Sicuramente i miei ricordi più belli rimangono le giornate passate insieme a mia moglie Maria Carla, non c’è niente di paragonabile ad aver vissuto il mare navigando insieme a lei. Mentre il fatto più buio e pericoloso l’ho vissuto sul finire degli anni ’70, quando mi fu messa una bomba in cantiere e per un lungo periodo ho vissuto sotto il ricatto della criminalità organizzata. Come l’ho superato? Con la forza e l’orgoglio che ho sempre avuto. Il mio motto è “Avanti tutta!”, i momenti difficili se ne vanno come sono arrivati, basta solo avere fiducia e non scoraggiarsi».

Viareggio è una delle capitali mondiali della nautica da diporto. In città però qualcuno rimprovera i big della cantieristica di fare troppo poco per la città. E’ un’accusa che ritiene giusta? E perché?

«I cantieri navali di Viareggio, oltre a portare prestigio internazionale alla nostra città, hanno sempre creato opportunità di lavoro e di crescita ai viareggini. Recentemente i principali cantieri e gli operatori del settore si sono uniti creando Navigo, una società di servizi sempre vicina ai bisogni di Viareggio e sempre pronta a supportare le iniziative culturali e sociali della città Inoltre, i Cantieri Navali viareggini hanno creato una scuola di specializzazione legata alla nautica, Isyl, che ha dato il diploma a decine e decine di ragazzi di cui quasi il 90% si è subito inserito nel mondo del lavoro».

Viareggio fa ormai parte di un grande distretto della nautica che parte da Livorno e arriva fino a Carrara. Fra l’altro da anni avete investito a Pisa aperto un importante polo produttivo anche ai Navicelli. Non c’è il rischio che Viareggio possa perdere la sua centralità? E cosa si deve fare per evitare che questo accada?

«Nel 2011 anche noi ci siamo inseriti nel nuovo polo produttivo creato nella Darsena dei Navicelli a Pisa a causa della mancanza di spazi nella Darsena viareggina, oltre che per ovviare alla scarsa profondità dell’acqua del porto di Viareggio che rende difficile la navigazione e l’accesso al mare dei grandi yacht. Ad ogni modo la nostra sede centrale è rimasta quella di Viareggio dove abbiamo ben 3 siti produttivi. Per evitare che Viareggio possa perdere la sua centralità, è fondamentale che Viareggio continui a investire nelle infrastrutture, nell’innovazione tecnologica e nel mantenimento della sua tradizione nautica, rafforzando anche la promozione dell’immagine come centro di eccellenza, investendo in formazione ed eventi internazionali, per mantenere e rafforzare la sua posizione di leadership. In questo modo ritengo che si possa garantire alla nostra città di continuare ad essere un punto di riferimento mondiale».

Il prossimo anno si voterà a Viareggio per il rinnovo del consiglio comunale. Cosa chiederebbe al nuovo sindaco della città per far crescere la nautica?

«In vista delle prossime elezioni chiederei al nuovo Sindaco di impegnarsi a sostenere e valorizzare ulteriormente il settore nautico, un pilastro dell’economia e dell’identità della città, investendo nelle infrastrutture come la via del mare e il sabbiodotto. Sarebbe anche importante promuovere iniziative di formazione e innovazione, per sviluppare competenze specializzate e favorire la crescita di nuove imprese e andare a creare un ambiente favorevole alla crescita, all’innovazione e alla sostenibilità».

Alcuni anni fa Viareggio ha provato a rilanciarsi anche come sede per un grande Salone della nautica. Dopo alcune edizioni, però, il progetto è abortito. Qual è secondo lei il motivo? E c’è ancora spazio per rilanciare una iniziativa simile in futuro?

«Il tentativo di rilanciare un grande Salone della nautica a Viareggio è stato sicuramente un progetto molto bello ed ambizioso. Forse il motivo dell’insuccesso potrebbe essere stata la forte concorrenza di altri grandi eventi internazionali che magari hanno attirato l’attenzione e le risorse di aziende e visitatori, rendendo difficile per Viareggio emergere come centro principale. Per il futuro io credo ci sia ancora spazio e potenzialità per rilanciare un’iniziativa simile, soprattutto se si riesce a imparare dagli errori passati creando un evento innovativo, sostenibile e ben integrato con il territorio che non comporti troppi stravolgimenti alla città».

Torniamo a parlare di Codecasa. In azienda lavorano le sue due figlie, Fulvia ed Elena, e i rispettivi mariti. Come si immagina il futuro del cantiere?

«Immagino un futuro in cui Codecasa possa continuare a crescere, innovare e mantenere la sua reputazione di eccellenza nel settore nautico, grazie anche a questa forte presenza familiare che garantisce un legame profondo con la tradizione e i valori dell’azienda. Immagino un futuro in cui saranno combinate le nuove tecnologie, la sostenibilità ad un design all’avanguardia, mantenendo però sempre fede alle radici artigianali e alla qualità che ci contraddistingue. La famiglia Codecasa ha tutte le carte in regola per portare avanti questa grande tradizione e scrivere nuovi capitoli di successo per i prossimi 200 anni».

Ci anticipa un progetto in cantiere per il primo dei prossimi 200 anni di Codecasa?

Il prossimo Yacht in consegna sarà la Costruzione F81, uno yacht di 57 metri di lunghezza con scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio. Sarà spinto da 2 motori Caterpillar 3512E, raggiungerà la velocità massima di 17 nodi e avrà un’autonomia di 5.000 miglia. Date le sue ampie dimensioni questo yacht permette di avere privacy, felici momenti di convivialità e grande comfort a bordo, con un ascensore servirà tutti i ponti e i vari alloggi».


 

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