Carnevale di Viareggio 2025, così i voti dei giurati
Soltanto in sette non l’hanno messa sul podio. Ma sui primi posti assegnati vince Allegrucci
VIAREGGIO. Uno scarto di undici punti per assegnare il primo posto tra i carri grandi, un altro scarto di altrettanti punti per decidere chi dovesse salire sul podio: è il quadro che emerge dallo spoglio delle schede compilate dai giurati dei carri di prima categoria. Erano in trenta a giudicare le costruzioni e tutte le schede sono state considerate valide. A trionfare è stato “Sic transit gloria mundi” di Carlo e Lorenzo Lombardi con 79 punti, seguita a quota 90 dal vincitore delle passate tre edizioni Jacopo Allegrucci e il suo “Il mostro ha paura”.
Nel caso della papessa, per 23 giurati su 30 era meritevole di salire quantomeno sul podio: in nove l’hanno messa al primo posto, otto al secondo e in sei al terzo posto. Ininfluenti, ai fini del risultato, il settimo e l’ottavo posto assegnati da un paio di componenti della giuria. Distanziato, come detto, di undici punti il Frankenstein di Allegrucci: per lui un primo posto in più rispetto a Lombardi – 10 contro 9 – e lo stesso numero di secondi posti – otto – a fronte però di un solo terzo posto e tanti piazzamenti da metà classifica. E undici punti si sono rivelati decisivi per il terzo posto di “Come tu mi vuoi” di Umberto, Stefano, Jacopo e Michele Cinquini (136) ai danni di “Per una sana e robusta Costituzione” di Alessandro Avanzini (147) , entrambi parecchio distanziati dai primi due classificati: il carro che denunciava gli stereotipi dell’immagine della donna veicolati attraverso i social ha ottenuto quattro primi posti, altrettanti secondi posti e tre terzi posti, ma ha pure incassato due settimi posti, ben cinque ottavi e un nono. Ha invece ottenuto un minor numero di piazzamenti da podio la satira politica di Alessandro Avanzini sulla riforma costituzionale da parte del centrodestra – due primi posti, tre secondi e sei terzi. Poco più in là sia “ La tempesta” della Compagnia del Carnevale di Lebigre-Roger che “Nuova generazione – balliamo sul mondo” di Roberto Vannucci, quinti ex aequo: i due carri sono la conferma che è possibile raggiungere lo stesso punteggio (160) con svariate combinazioni – la sciamana ha raccolto più piazzamenti da podio e, tra questi, più primi e secondi posti. Più arretrati “Social” dei fratelli Massimo e Alessandro Breschi (175 punti), “ La felicità è una farfalla” di Luigi Bonetti (191) e “ La grande condottiera” di Luca Bertozzi: in quest’ultimo caso i punti sono addirittura 212, con metà dei giurati che l’ha messo al penultimo (sette) o all’ultimo posto (otto). Un risultato che – saranno tutti d’accordo, al netto di alcune scelte evidentemente sbagliate – mortifica uno dei più grandi talenti del Carnevale. Scendiamo di categoria tra i carri piccoli: qui siamo davanti a una sorta di plebiscito per i tre bianconigli di “È tardi è tardi è tardi” di Matteo Raciti che, a differenza della lepre nel racconto di Esopo, non si sono trastullati ma hanno galoppato a pié spinto verso la vittoria. Vincitore della passata edizione al debutto in seconda categoria, Raciti si conferma con una costruzione che ha convinto il pubblico ma anche le giurie: su 30 giurati, ben 18 – poco più della metà – gli ha assegnato il primo posto e altri otto il secondo, mentre solo uno l’ha messo in fondo alla graduatoria, per un totale di 47 punti – l’anno scorso vinse con 57.
La sua vittoria è piuttosto netta così come il secondo posto conquistato da “Gli ultimi eroi dell’innocenza” di Fabrizio e Valentina Galli, che ha ottenuto 65 punti, riuscendo a distanziare sia “What about us – che ne sarà di noi? ” realizzato dalla coppia Luciano Tomei-Antonino Croci (82 punti) sia “Dammi un bacino”, l’omaggio di Priscilla Borri al regista, attore e cantante toscano Francesco Nuti (106 punti) . Questo il quadro dei voti delle giurie, come sempre destinati a far discutere. Ma anche questo è il bello di un Carnevale che, pure per quest’anno, va in archivio con bellissime sensazioni.