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Concessioni balneari, spuntano le imprese nate per prendere all’asta i bagni

di Matteo Tuccini
Concessioni balneari, spuntano le imprese nate per prendere all’asta i bagni

Per i balneari perde l’economia del territorio, ma anche il cliente

26 maggio 2024
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VIAREGGIO. Spuntano le imprese fondate appositamente per partecipare alle “aste” delle spiagge. Sono state messe in piedi negli ultimi mesi, e adesso si presentano ai Comuni come aspiranti candidate alle gare che riassegneranno le concessioni demaniali. Gare che, salvo colpi di scena imprevedibili, anche a Viareggio e in Versilia dovranno partire entro la fine dell’anno.

Secondo quanto si è potuto apprendere, alle amministrazioni comunali sarebbero già arrivate richieste ufficiali per le procedure di selezione. Richieste inviate da società con sede fuori Versilia che puntano a fare concorrenza ai balneari. Anche per gli stabilimenti che hanno rinnovato la concessione con i cosiddetti atti formali. Con riferimento all’anno in cui il rinnovo è stato sottoscritto: si contesta, infatti, che è avvenuto fuori tempo massimo, cioè quando le concessioni erano formalmente scadute e non era scattata la proroga resa possibile dalla legge Draghi. Di conseguenza, ci si aspetta quanto prima il via alle procedure di evidenza pubblica.


E spuntano gli sciacalli delle spiagge

Chi siano i referenti di queste imprese, al momento, è difficile dirlo: ma i balneari hanno un’idea ben precisa. E cioè che ci siano capitali importanti, grandi gruppi finanziari o comunque aziende dal peso economico rilevante, pronti a mettere le mani sulle spiagge.

«È difficile, per noi, immaginare che la maggior parte delle domande delle “aste” arrivi da imprenditori turistici di livello come il nostro – dice Tommaso Magnani, presidente dei balneari di Viareggio – Sì, potrebbe esserci qualche realtà imprenditoriale locale, ma l’occasione viene ritenuta propizia soprattutto da chi possiede grandi capitali. E può permettersi di partecipare alle “aste” con una forza economica impareggiabile per il balneare medio. Con il supporto di professionisti che si sono già messi a disposizione». Alcuni stabilimenti segnalano offerte per la compravendita talmente al ribasso da sfiorare lo sciacallaggio: 700mila euro per bagni che una volta valevano milioni. «Non ho conferme di questo – replica Magnani – Però è chiaro che, in un momento del genere, tutto può accadere». L’impressione è che il sistema del turismo balneare cambierà dal prossimo anno – nell’estate in arrivo non è possibile – e che non c’è più tempo per governare il cambiamento. Chi avrebbe potuto farlo, leggi la politica, non c’è riuscito: anche per errori commessi dalla stessa categoria dei balneari, che si sono illusi di fronte a promesse impossibili da mantenere.

«Purtroppo – prosegue Magnani – la vicenda è stata talmente complessa da rendere difficile una soluzione vera. L’unica certezza è rappresentata dagli indennizzi (i risarcimenti a chi perde il bagno nelle gare, ndr): sono ormai nero su bianco». Ora i balneari si aspettano una legge che certifichi ulteriormente questo paracadute, disciplinando le gare che i Comuni devono obbligatoriamente far partire nei prossimi mesi. Soltanto a Viareggio parliamo di una novantina di concessioni di altrettanti stabilimenti, presupponendo che gli altri 30 che hanno rinnovato con atto formale siano risparmiati dalla procedura di gara.

«Non so se i clienti si rendono conto che anche per loro cambierà tutto – conclude Magnani – Il tessuto economico locale sarà impoverito, a danno anche dei versiliesi che lavoravano per i bagni. E il rapporto familiare con il balneare storico non ci sarà più. La tipologia di offerta sarà diversa e, a nostro parere, sarà più cara». Secondo i balneari, che prendono ad esempio quanto accaduto altrove dopo le aste, il prezzo del posto spiaggia aumenterà. E non ci sarà più quel legame che rendeva il servizio più vicino al cliente, al punto da convincere la famiglie a non cambiare bagno per decenni.
 

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