Il Tirreno

Versilia

Il lutto

Addio ad Arturo Faraoni, una vita formidabile all’insegna dell’arte

di Maria Cristina Ercini
Arturo Faraoni
Arturo Faraoni

Viareggio: poeta, scrittore e musicista, vinse lo Zecchino d’Oro

04 aprile 2024
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VIAREGGIO. Ha vissuto una vita da artista e, come un artista che esce dal palcoscenico, se ne è andato, a 89 anni Arturo Faraoni, attore, regista, autore di teatro e di musica leggera, giornalista ma anche, soprattutto negli ultimi anni, scrittore e pittore. “Vissi d’arte” potrebbe essere il suo epitaffio perfetto. Una vita ricca di bellezza ma anche di grandi dolori come la perdita prematura del figlio. Fin da giovanissimo aveva cominciato con la musica, seguendo il padre Pompilio Faraoni che con la sua orchestra faceva danzare tutta la Versilia fra gli anni ’40 e ’60. Il padre era alla batteria, Arturo cantava e suonava il contrabbasso. Ma a lui la nostra terra iniziava a essere stretta e cominciò a girare l’Italia, fino ad arrivare a Cortina D’Ampezzo, dove si fermò per un anno e conobbe la moglie Bruna Folin, scomparsa nel 2009.

Per raccontare la vita di Arturo Faraoni ci vorrebbe un libro: mille storie, mille incontri, mille avventure. Come non ricordare la vittoria, nel 1960, alla seconda edizione dello Zecchino D’Oro, con la canzone Fiaba, di cui è stato autore. Un brano che racconta il desiderio di felicità e di realizzare i propri sogni, che alla fine della cerimonia funebre è stata suonata dal maestro Magri. Nonostante il lavoro lo avesse portato in giro per il mondo, Arturo era innamorato della Versilia, tanto da realizzare anni fa, per un’emittente tv, una serie di 12 documentari dal titolo “Cosa c’è intorno a noi” dedicata dalla bellezza dei suoi paesi.

Era uno scrittore prolifico, attività che aveva incrementato dopo la morte della moglie. Autore di romanzi (l’ultimo nel 2017 “Condannato a Vivere” edito da Marco Del Bucchia Editore), la sua grande passione era la poesia. Oltre diecimila quelle scritte, che raccoglieva in piccoli volumi, che si faceva stampare in proprio, per poi a Natale donarli ai familiari, riservando loro il privilegio di ascoltarlo mentre ne declamava una. “Amore eterno” la sua prima raccolta dedicata alla moglie.

Anche in età più avanzata il suo amore per la cultura non è venuto meno, tanto da avere continuato a tenere conferenze, presentazioni di libri, mostre di pittura alle quali partecipava sempre un pubblico numeroso. Negli ultimi anni si era ritirato nella residenza “La Casa dei Nonni”, dove intratteneva gli altri ospiti organizzando piccoli spettacoli, leggendo libri, raccontando le sue storie. Ironico, brillante, divertente, se ne è andato addormentandosi nel suo letto, dopo aver trascorso il giorno di Pasqua con la famiglia: la sorella Paola, il cognato Bruno e il nipote Soliano.
 

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