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Chiude la storica armeria Venator: in 33 anni solo un cattivo cliente

di Tiziano Baldi Galleni
Chiude la storica armeria Venator: in 33 anni solo un cattivo cliente

Lorenzoni: «Vendetti una pistola a salve a un uomo che fu arrestato per rapina»

10 febbraio 2024
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QUERCETA. Dopo trentatré anni di gestione dell’attività che aveva acquistato dalle sorelle Orzali che l’avevano ereditata dal padre, Andrea Lorenzoni ha deciso di abbassare le saracinesche di Venator, una delle ultime armerie dell’intera Versilia. «Non c’erano le condizioni per poter continuare» dice. Ha atteso così di essere assunto in un’azienda locale alla guida di mezzi pesanti e poi ha chiuso il negozio, che si trova sull’incrocio centrale di Querceta, fra la via Aurelia e il sottopassaggio, quasi di faccia alla chiesa Santa Maria Lauretana.

Troppa burocrazia rispetto a quando Andrea era subentrato, nel 1991, nella gestione di questa storicissima armeria, e sempre meno clienti affezionati a pistole e fucili, la vera sua passione. «Per me le armi sono uno stupendo manufatto meccanico – spiega Lorenzoni – purtroppo, negli anni, anche a causa di una cattiva informazione e di un aumento della violenza, sono state associate esclusivamente a strumenti pericolosi. Certo, se prendo questo manufatto, lo associo alle munizioni e poi alla mano di un incapace, ecco che diventa sì qualcosa di pericoloso».

E poi cita il deputato di Fratelli d'Italia Emanuele Pozzolo, oggi indagato per lesioni aggravate per lo sparo partito dalla sua pistola. «Quella pistola è un Revolver dell’American Arms, sta nel palmo di una mano, proprio perché è una calibro 22, piccola, e che va utilizzata per l’autodifesa».

Andrea, che è residente a Querceta, aggiunge che è da venti anni che non era stato in grado di prendersi giorni di ferie per non rischiare di perdere incassi preziosi e così mantenere il bilancio in ordine. Anche se la vendita delle armi non funzionava più come in passato, negli ultimi anni gli hobby della caccia e della pesca avevano funzionato bene. Ma il fascino e la potenza delle armi catturavano sempre l’attenzione dei clienti che entravano nel piccolo negozio Venator, mentre per altri erano spaventose.

«Troppe procedure telematiche noiose – continua Lorenzoni – hanno complicato il lavoro, come le registrazioni diventate più complesse con il Comune: tutto ciò ha fatto diventare più difficile questo lavoro, di per sé già complesso. Io ho sempre fatto anche da psicologo a chi si rivolgeva a me, cercando di indirizzarlo nel modo giusto, o fargli capire bene che cosa stesse comprando. Non si può acquistare una bicicletta professionale senza saper andare in bicicletta. Ho sempre collaborato con le forze dell’ordine, dai vigili urbani ai carabinieri, anche per la presa visione di armi, e questo mi ha sempre dato molta soddisfazione. Vendere questi prodotti è un mestiere che va fatto con una certa serietà. E ho sempre cercato di far capire ai miei clienti che era importante possedere quelle minime cognizioni tecniche e conoscenze necessarie per far funzionare l’arma, che nel mio caso erano vendute per scopi ludici o per la legittima difesa».

In tutti questi anni non è mai accaduto che un’arma venduta da Andrea sia stata poi utilizzata per fare del male ad altri. Ricorda solo un caso sfortunato, Lorenzoni, che però riguardava una pistola a salve e che quindi può essere venduta liberamente senza il porto d’armi. «Si trattava sempre di commercio – dice – e quindi non potevo certo rifiutarmi di vendere un oggetto, anche se di quella persona non mi ero molto fidato tanto che allertai subito le forze dell’ordine, perché avevo l’obbligo morale di dichiarare i miei sospetti. E infatti due giorni dopo lo beccarono a fare una rapina a Viareggio».

E ora, a 57 anni di età, Andrea non sarà più a quell’angolo di Querceta. Alcuni rimpiangono già la chiusura anche sui social. «Vedere la saracinesca abbassata mi rattrista molto – ha scritto Franco Berti – per me era un punto di riferimento quando venivo a Querceta. Non c'era una sola volta che non passassi a trovare, o per comperare qualche cosa, o semplicemente per fare una chiacchierata, il mio amico Andrea».


 

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