Addio cabine telefoniche, in Versilia ne sono rimaste 89: spariranno entro dicembre
Solo a Viareggio quelle attive sono 64. Si aggiungono le venti in corso di rimozione a Camaiore alla data del rilevamento fatto dalla Telecom
VIAREGGIO. Addio “vecchie” cabine telefoniche: quelle sulle piazze e sui marciapiedi spariranno entro la fine dell’anno. La fine di un’epoca per chi ha oltre quarant’anni: l’epoca delle telefonate prima solo a gettoni poi anche con l’utilizzo delle monete, a volte fatte di nascosto o in volata, soppiantate nel corso degli anni dall’arrivo dei telefoni mobili.
Lo prevede un piano di dismissione della Telecom avallato dall’Agcom, autorità garante per la comunicazione, con una delibera che risale all’aprile di quest’anno. Rimarranno le postazioni presenti all’interno di negozi ed esercizi pubblici e verranno garantite quelle che si trovano nei luoghi di rilevanza sociale con almeno cinquanta persone, quali ospedali e strutture sanitarie equivalenti, caserme in cui non sia presente il segnale mobile, carceri. A essere dismessi saranno i cosiddetti “impianti stradali” – cabine e “cupole” – ormai considerati troppo poco utilizzati con la diffusione della telefonia mobile.
In Versilia gli impianti stradali rimasti – in base ai dati presenti sul sito ufficiale di Telecom Italia, aggiornati al 30 maggio di quest’anno – sono 89, più i venti i via di rimozione sul territorio comunale di Camaiore.
In base all’elenco di Telecom, a Pietrasanta verranno dismessi otto impianti, quattro sul territorio comunale di Seravezza, cinque su quello di Stazzema, quattro a Forte dei Marmi e altri quattro a Massarosa. Viareggio, alla data della rilevazione di Telecom, aveva ancora 64 impianti stradali attivi – una diffusione molto più radicata –; i venti impianti stradali di Camaiore invece risultano già tutti in corso di rimozione alla data della rilevazione. Tutti quanti gli impianti rimasti in Versilia, conferma Telecom, sono ancora funzionanti a gettone.
Da un po’ di tempo, sulle cabine sono comparsi avvisi che annunciano la prossima dismissione degli impianti, che Telecom aveva inizialmente previsto lo smantellamento degli impianti – quindicimila su tutto il territorio nazionale – entro la fine del 2026, ma poi – all’inizio di agosto – ha deciso di anticipare l’operazione alla fine di quest’anno.
Niente più telefonate sotto il sole o la pioggia battente dalle cabine o dalle postazioni a cupola: una storia iniziata il 10 febbraio del 1952 a Milano, quando fu installata la prima cabina, in piazza San Babila, per iniziativa della concessionaria Stipel, che “coniò” la struttura in metallo e vetro della cabina, rimasta pressoché invariata nel corso dei decenni successivi. Nel 1971 in Italia le cabine erano 2.500, l’anno successivo il doppio. Alla fine degli anni Settanta erano 33.00. Negli anni successivi molte vennero sostituite dai chioschi aperti dotati di telefono.
Già nel primo decennio del nuovo secolo le telefonate dalle cabine si erano molto ridotte. Come riporta l’Agcom nel documento che autorizza la dismissione degli impianti stradali pubblici di telefonia rimasti «i dati forniti da Tim spa attestavano, nel periodo dal 2001 al 2008, una riduzione pari a circa l’88 per cento in termini di numero totale di conversazioni da postazione fissa e una riduzione di circa il 90 per cento di minuti di conversazione». Riduzione che è stata veloce e progressiva: ad oggi la diffusione del segnale della telefonia mobile copre – secondo i dati disponibili – il 99,2 per cento del territorio nazionale, decretando così la fine delle cabine nate negli anni Cinquanta.