Turismo, gli hotel del Forte sono nel mirino dei grandi gruppi
Venduti Alcione e Mirabeau, il Nautilus si trasforma
FORTE DEI MARMI. È partita la caccia grossa agli alberghi fortemarmini da parte delle grandi compagnie? Sembrerebbe proprio di sì, stando almeno a quello che hanno riportato in questi giorni alcuni siti specializzati in economia. Catene di valore mondiale come il Mandarin Oriental Hotel Group (gruppo di gestione e investimento alberghiero di Hong Kong che si concentra su hotel, resort e residenze di lusso, con un totale di 33 proprietà in tutto il mondo), la Four Seasons (forte di ben 126 hotel in tutto il mondo che dal 1961 puntano sulla qualità e sulla cura dell’esperienza che i suoi resort sono in grado di offrire alla clientela) e infine la catena italiana Starhotels (fondata nel 1980 da Ferruccio Fabri che gestisce una catena di alberghi di lusso, con sede a Firenze) potrebbero insomma essere interessate a trovare una location anche al Forte.
Intanto che le volontà di questi colossi si palesino si deve però registrare la vendita a una società milanese degli Hotel Alcione e Mirabeau sul viale Morin, chiusi da tempo immemorabile. I due alberghi erano entrati, anni fa, assieme al Paradiso al mare nell’orbita di un investitore russo.
A fine mese dovrebbe invece chiudere i battenti l’Hotel Nautilus di via Mazzini, passato dal controllo di Michele e Augusto Scialli a quello della Forte Real Estate, società milanese dell’imprenditore Gianluca Conti. Il passaggio si sarebbe concluso con un esborso attorno ai 5 milioni. La struttura alberghiera resterà chiusa per un deciso restyling, con l’obiettivo di trasformare il tre stelle attuale in una lussuosa maison de charme, con la prevista riapertura entro il 2025.
Esce di scena così la Famiglia Scialli che grazie a Titta, indimenticato presidente degli albergatori fortemarmini e ai due figli ha segnato molte stagioni dell’hôtellerie fortemarmina, anche con il Paradiso al Mare nei pressi di Piazza Marconi, chiuso da anni e venduto anni fa a una cordata russa che avrebbe voluto farne il primo Boutique Hotel cittadino. Albergo passato di recente sotto il controllo del Gruppo Baglioni Hotels & Resorts che lo ristrutturerà in vista del 2026 con la creazione di 58 suite e camere, un rooftop con vista mare, bar, palestra, piscina e spa. Se poi vi si aggiunge che i Maschietto stanno lavorando al progetto Villa Ala, che la famiglia Maestrelli dell’Hotel Villa Roma Imperiale sta ristrutturando l’ex Pensione America, che Attilio Bindi lavora ai suoi tre alberghi (ex Areion, ex Franceschi e il recentissimo UnaHotel Forte) e che l‘imprenditore Stefano Nesti sta finendo il suo Maitò Art Hotel a 5 stelle, il quadro è completo.
Due considerazioni spontanee: la prima è che a fronte di nuovi alberghi di questa portata si punterà sempre più ad abbinarli anche ad altrettanti stabilimenti balneari per completarne l’offerta? E c’è o no il rischio che tutto questo renda sempre meno differenziata l’offerta alberghiera e balneare cittadina, destinate a diventare quasi esclusivamente super lusso?