Nautica 165 superyacht l’anno Il fatturato raggiunge 6,1 miliardi
Il segmento con più ordini riguarda imbarcazioni da 30 a oltre 90 metri
VIAREGGIO. «Innovazione, servizi e formazione sono le parole chiave per affrontare il futuro di medio e lungo periodo nel comparto Superyacht, sia di produzione che refit: per affrontare gli scenari che si apriranno, per mantenere la leadership nel mercato, per essere pronti a guadagnare i nuovi emergenti». È il messaggio che Vincenzo Poerio, presidente di Yare, ha lanciato in apertura del “The Superyacht Forum Captains”, ieri davanti a oltre 350 persone, nell’ambito di Yare (Yachting Aftersales & Refit Experience) che si conclude oggi. Un evento organizzato da Navigo (tra i principali centri servizi in Europa per innovazione e sviluppo della nautica) che da tredici edizioni riunisce comandanti di superyacht, cantieri, imprese, addetti ai lavori in un appuntamento che permette il confronto su tanti temi del settore per migliorare i rapporti tra chi opera nei servizi, nel refit e nell’after-sales e i rappresentanti di armatori e società di charter. «L’Italia è leader mondiale nella nautica – ha sottolineato Poerio –. Gli ultimi dati sul comparto consolidano una crescita strutturale e, anche negli attuali scenari economico politici, il risultato è eccezionale con un fatturato globale di 6,1 miliardi nel 2021 con incremento percentuale a due cifre».
I numeri
Secondo i dati del market intelligence di The Superyacht Group (forniti da Martin Redmayne, giornalista ed editore de The Superyacht Group, media partner internazionale e organizzatore del forum, nel suo intervento sul futuro del mercato degli yacht in navigazione e in consegna nella decade 2020 – 2031), i superyacht (nella fascia fra 30 e fino a più di 90 metri) con la fine del 2022 sono aumentati di 174 unità consegnate formando una flotta complessiva di 5.902 imbarcazioni. Le principali categorie del mercato restano gli yacht da 30 a 60 metri, con sviluppi interessanti nelle fasce di metraggio superiore e con un andamento annuale di consegne – da oggi al 2031 – stabilizzato in una media di 165 yacht l’anno. Una previsione che tiene conto anche di nuovi mercati emergenti, come quelli di Egitto, Emirati Arabi Uniti, Grecia, Montenegro fino al Vietnam dove si stanno sviluppando approdi e richieste.
Le prospettive
I dati emersi ieri riflettono anche in un trend fondamentale per dare stabilità al mercato di refit, aftermarket e servizi. «In Italia esiste un unico grande distretto dove accanto a grandi e storici marchi si affiancano aziende di grande competenza che ne rafforzano la posizione – ha spiegato Poerio –. Se da un lato è necessario possedere grandi capacità e creatività come dimostrato dal nostro tessuto imprenditoriale, per proseguire nel consolidamento della nostra leadership italiana ed europea, e nella sua crescita internazionale, occorre abbinare a estro e competenza, una capacità di coesione e collaborazione tra aziende dell’intero comparto per far fronte a nuove politiche industriali e a nuovi scenari interni ed esterni causati da guerra e crisi energetica». Tre i focus su cui lavorare: innovazione, servizi e formazione. Innovazione intesa come sviluppo di nuovi prodotti e miglioramento di quelli in essere e sostenibilità, ma anche evoluzione della gestione di processi lavorativi e digitalizzazione mantenendo un’anima custom made. Nel complesso, il numero di persone impiegate nella nautica è aumentato e il trend positivo ha caratterizzato trasversalmente tutti i comparti: serve una conversione degli addetti a sistemi di lavoro nuovi, più digitali, più interconnessi. I servizi di accoglienza a bordo e a terra, i porti e le marine sono fondamentali per offrire una customer care di alto livello, dare continuità al nostro lavoro e sviluppare destinazioni turistiche di grande pregio. Il comparto della nautica è in forte espansione e necessita – ha concluso Poerio – di personale altamente qualificato. Sulla formazione, serve muoversi su vari livelli».
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