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Le testimonianze

Otto marzo, dalla prof all’infermiera: sei storie di donne tenaci che non hanno mollato

di Maria Cristina Ercini
In alto da sinistra Angela Garrè, Barbara Grande, Cinzia Martinelli. Sotto da sinistra Lucia Pinelli, Greta Viviani, Laura Manzi
In alto da sinistra Angela Garrè, Barbara Grande, Cinzia Martinelli. Sotto da sinistra Lucia Pinelli, Greta Viviani, Laura Manzi

Viareggio, Cinzia chiude il negozio per fare l’artista, Barbara l’azienda per fare la nonna, Lucia lascia tutto per curare la madre, Greta si impegna per costruire il futuro

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VIAREGGIO. Donna fa rima con forza, tenacia, intraprendenza, voglia di lottare contro le avversità che ogni giorno possono presentarsi. Non sono solo le grandi donne della storia a provarlo con i loro esempi, non solo le donne che ricoprono ruoli istituzionali. Ma anche – spesso soprattutto – le donne comuni, ognuna con una storia dietro di sé. Come queste sei donne di Viareggio, diverse per età, provenienza, occupazione, ma accomunate dalla grande determinazione a volercela fare.

Angela, insegnante

Cinquantanove anni, la professoressa Angela Garrè, racconta di quanto il suo lavoro sia cambiato. «Una volta fare l'insegnante era un mestiere che consentiva alle donne di avere più tempo libero per la famiglia. Oggi il nostro lavoro è molto cambiato. Gli impegni si sono moltiplicati, fra riunioni, progetti, spesso siamo occupate tutto il giorno e questo ci lascia poco tempo per il resto. È cambiato anche il rapporto con gli studenti; dobbiamo essere insegnanti ma anche molto altro, bisogna saperli ascoltare, capire, insomma essere un po' maestri ed un po' educatori, un po' psicologi. Tutto ciò si ripercuote sulla quotidianità lasciando poco tempo al resto, che comunque va affrontato. Spesso sono stanca e sempre di corsa, ma noi donne siamo multitasking e così alla fine trovo un po' di tempo anche per me stessa, come per esempio per andare a giocare a padel».

Barbara, addio all’azienda

Ex imprenditrice di 56 anni, oggi Barbara Grande fa la nonna a tempo pieno: ha lasciato la sua attività a Milano ed è felice di questa scelta. «Ho lasciato la mia attività lavorativa per fare la nonna di due bellissimi nipotini di tre anni e nove mesi e per accudire la mia mamma. Una scelta che ho ponderato a lungo, ma che mi sembrava la migliore per aiutare mio figlio e la sua compagna che, con l'attività di pesca che hanno, sono occupati tutti i giorni della settimana e avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse. Mi sono detta chi meglio di una nonna? Non ho nessun rimpianto, amo i bimbi. Sì, è un po' faticoso ma quando mi sorridono la stanchezza passa in secondo piano. A volte mi manca la mia attività ma poi dico a me stessa che fare la nonna è il lavoro più bello del mondo. In tutto ciò c'è il rovescio della medaglia: il mio tempo libero. La mia vita privata e sociale è molto cambiata ma ho tanti amici che mi vogliono bene e con cui passo momenti spensierati».

Laura, infermiera e tre figli

Infermiera di 40 anni, moglie, mamma di tre figli. Laura Manzi è una donna molto impegnata fra il lavoro, al reparto ematologia dell'Ospedale Versilia, tre figli di 11, 8 e 6 anni, un marito, una casa ed anche un cane da accudire. «Sono una donna fortunata e felice, non ho il tempo di respirare ma sono appagata. Il mio lavoro a turni mi consente di dividere con mio marito, anche lui infermiere, la gestione della casa e dei bimbi, compiti in cui mi aiuta tantissimo. Gli impegni sono molti fra scuola, calcio, compleanni e attività pomeridiane. Il tempo per me? Non so cosa significhi, ma in fondo neppure mi interessa. Quando io e Lorenzo (il marito, ndr) siamo liberi, la cosa più bella è stare con i figli, portarli a vedere un museo, un parco, fare una vacanza. Sempre con un occhio al budget perché abbiamo anche il mutuo. Ma sono felice e tutto il resto passa in secondo piano».

Cinzia, artista

Artista ceramista, 55 anni, Cinzia Martinelli è una donna con energia da vendere. Per oltre trent’anni ha avuto un negozio di scarpe a Pisa e faceva la pendolare. Con un'anima da artista, due anni fa decise di cambiare vita, di chiudere il negozio e dedicarsi alla sua vera passione: fare l'artista ceramista. «Fin da bambina volevo fare questo ma in famiglia mi hanno sempre detto che di arte non si vive. Così per trent’anni ho avuto un negozio a Pisa. Questo ha comportato da sempre, anche quando mio figlio era piccolo, di partire la mattina da casa a Viareggio e tornare la sera. Poi ho deciso che era il momento di cambiare, così ho chiuso il negozio e ho aperto un laboratorio di ceramica e finalmente mi dedico alla mia passione. Realizzo oggetti in ceramica: all'inizio ero un po' dubbiosa, e invece sto riscuotendo un discreto successo. Continuo ad andare a Pisa, ma la mia vita è cambiata. Oggi sono realizzata nel mio lavoro e orgogliosa della mie scelte».

Lucia, caregiver

Nonna, mamma e figlia di 59 anni, Lucia Pinelli ha dovuto rinunciare alla sua vita per occuparsi della sua anziana madre. «La vita di noi donne è fatta di rinunce, ma se fatte con il cuore non si sente il peso. E così è successo anche a me: qualche anno fa la mia mamma ha cominciato ad ammalarsi. Io abitavo a Livorno con un compagno, avevo un lavoro, poi mamma si è aggravata, non poteva più stare sola e non avevo altra scelta se non tornare da lei. Occuparsi di una persona anziana e malata comporta un impegno totale. Un lavoro duro dal punto di vista fisico e mentale. Purtroppo lei se n’è andata pochi mesi fa e io ora sono sola, mia figlia e i miei nipoti vivono a La Spezia e anche se siamo spesso insieme. La difficoltà che ho adesso è trovare un lavoro, alla mia età non è facile. Ma sono orgogliosa della scelta che ho fatto perché la famiglia è la cosa più importante».

Greta, studentessa

Studentessa, 26 anni, Greta Viviani in quarta liceo ha lasciato Viareggio per andare a studiare in Inghilterra dove si è diplomata e poi è tornata in Italia a Milano per frequentare l'Università Bocconi. «Fin da piccola ho sempre avuto le idee chiare su cosa volessi fare da grande. A 11 anni avevo già deciso che volevo lavorare in ambito giuridico, volevo fare un lavoro che fosse utile agli altri. Inoltre ho sempre desiderato avere un’istruzione, essere economicamente indipendente. Allo stesso modo ho sempre desiderato viaggiare e interfacciarmi con culture diverse, così a 17 anni, grazie ai miei genitori che me lo hanno potuto concedere, sono andata in un college vicino a Londra. All'inizio non è stato semplice, ero lontana da casa, dai miei amici. Ricordo di essermi sentita molto sola. È stata dura ma non volevo darmi per vinta e oggi posso dire che questa esperienza è stata fondamentale per la mia crescita. Ho capito che le persone e in particolare le donne se hanno il coraggio di mettersi in gioco e di spingersi oltre i propri limiti possono raggiungere qualsiasi obiettivo. Oggi sto concludendo il mio percorso di studi alla Bocconi, altra sfida dura e impegnativa, ma mai arrendersi».

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