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Strage di Viareggio, la sentenza: «La colpa di Moretti è su carri non sulla velocità»

Strage di Viareggio, la sentenza: «La colpa di Moretti è su carri non sulla velocità»

Processo bis: ecco le motivazioni della corte d’Appello di Firenze sulle condanne relative al disastro ferroviario del giugno 2009

21 settembre 2022
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FIRENZE. L'ex ad Mauro Moretti ebbe colpe nella strage di Viareggio  del 29 giugno 2009 per la mancata tracciabilità e per i controlli inadeguati sui carri merci noleggiati da società della Germania ma non perché Rfi e Fs non avessero imposto un limite di velocità ai convogli in transito in stazione.

La corte di appello di Firenze nelle motivazioni del processo bis andato a sentenza il 30 giugno 2022, spiega che «è irrevocabile la responsabilità penale nel disastro ferroviario dell'ex ad di Rfi e Fs», tuttavia non c'è argomento per attribuirgli la colpa della mancata riduzione della velocità del treno merci.

Il nuovo processo venne disposto dalla Cassazione con rinvio, con incarico alla corte fiorentina di valutare la questione della velocità oltreché la rideterminazione delle condanne a seguito della prescrizione dell'accusa di omicidio colposo, e ha visto Moretti condannato a 5 anni (7 nel primo appello).

Sul calcolo gravano l'esclusione della colpa legata alla velocità e la prescrizione di cui il manager si è avvalso per la prima volta in questo processo dall'inizio della vicenda. «È quindi irrevocabile e "coperta” dal giudicato progressivo», scrivono i giudici «la responsabilità penale» di Moretti e anche dell'altro manager e ad di Rfi Michele Mario Elia (condannato a 4 anni, 2 mesi e 20 giorni), «per colpa di omesso controllo della tracciabilità dei carri merci esteri circolanti in Italia, omessa acquisizione della documentazione di sicurezza, omessa procedura di cabotaggio, affermata dal tribunale di Lucca e dalla corte di appello di Firenze», quest'ultima nel suo primo processo.

Responsabilità irrevocabile, sostiene in buona sostanza la Corte, perché nel giudizio di legittimità in Cassazione resta confermato il profilo di colpa legato alla mancata tracciabilità dei carri cisterna noleggiati all'estero, della società Gatx, per lo svolgimento del trasporto di merci pericolose in Italia.

Ci furono 32 morti, numerosi feriti e ustionati, incendi e distruzioni intorno alla stazione dopo il deragliamento del vagone con gas Gpl. Inoltre non è provata, si legge nelle motivazioni, la «valenza cautelare» di una determinata velocità di transito in stazione, «va pertanto escluso per gli imputati questo profilo di colpa».

Il treno marciava a circa 90 km/h e nei processi è stato sostenuto dalle parti civili che Rfi avrebbe dovuto imporre velocità inferiore, secondo alcuni a 60 km/h. Ma i giudici affermano che «non è provato che fosse acquisita al sapere scientifico ed esperienziale la valenza di una determinata misura della velocità».

Al riguardo l'avvocato Ambra Giovene, difensore di Moretti, commenta che «in tredici anni testimoni, consulenti della procura, parti civili non sono riusciti a dimostrare l'indimostrabile» sul tema della velocità, «imputazione destituita di ogni fondamento fin dall'inizio che fornisce la misura delle altre» sottolineando che «la responsabilità del solo vertice aziendale era voluta contro ogni evidenza, sulla quale la corte di appello non prende una posizione definitiva, ricorrendo ad un argomento formale, il cosiddetto giudicato progressivo, in contrapposizione perfino con argomenti della procura generale che hanno escluso l'esistenza di una imposizione dei vertici intesa a trascurare la sicurezza».

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