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L'intervista

Tragedia sul viale dei Tigli, il presidente del Parco: «I cinghiali in Pineta sono troppi, problema che va risolto»

Antonio Scuglia
Tragedia sul viale dei Tigli, il presidente del Parco: «I cinghiali in Pineta sono troppi, problema che va risolto»

Per Lorenzo Bani recintare tutto il perimetro per evitare le uscite è impossibile: «Gli animali censiti nella Tenuta sono tantissimi. Ma l’anno scorso 250 abbattimenti»

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Viareggio Sono tanti i cinghiali nel Parco, troppi per una convivenza con le attività produttive e per la stessa sicurezza come ha tragicamente confermato l’incidente di giovedì sera. Ma cosa si può fare per rendere meno drammatica la situazione in futuro? Ne parliamo con Lorenzo Bani, presidente del Parco dal luglio dell’anno scorso.

Presidente, è possibile stimare quanti siano questi cinghiali?

«Nella tenuta di San rossore sono 1.200 su una superficie di cinquemila ettari, ma non possiamo sapere con esattezza quanti ne siano stanziati sugli altri ventimila ettari della superficie totale».

È vero che il loro numero sta aumentando?

«Sì. Con la pandemia negli ultimi due anni non ci sono stati né la caccia né il lavoro delle aziende che fanno le operazioni di abbattimento, quindi il numero di questi ungulati è cresciuto fortemente. E ora a causa della peste suina diventano più complessi i controlli fa fare quando si spara a un cinghiale».

Il Parco non può agire in autonomia: la Regione, che ha competenza in materia di controllo della fauna selvatica, come si sta muovendo?

«C’è sensibilità verso questo problema. Il piano 2002/24 prevede la caccia di selezione tutto l'anno tranne due giorni alla settimana. Nella tenuta ne sono stati abbattuti 250 nel 2021, fra il 20 e il 25 per cento di quelli che c’erano».

Ma c’è una difesa per chi se li ritrova nei propri fondi?

«Per disposizione regionale il gestore di un fondo agricolo con regolare porto d’atmi può uccidere i cinghiali che vi si introducono, ma la risoluzione della carcassa è molto complessa e spesso quindi la gente ci rinuncia. Le nostre guardie fanno gli abbattimenti selettivi anche fuori dalla tenuta, e inoltre è possibile la cattura con un recinto mobile per catture consistenti. Ma tenete conto che le Guardie del Parco che possono fare gli abbattimentisono sono solo 9 unità».

Di certo bisogna fare di più per diminuire il numero di incidenti...

«Assolutamente sì. Recintare tutto il Parcoè impossibile; purtroppo, con i numeri di oggi, è difficilissimo evitare queste tragedie, possiamo mettere tutti i cartelli che vogliamo ma in realtà l'unico modo per diminuire drasticamente il rischio di incidenti è nell’immediato quello di mantenere una velocità molto ridotta quando si transita nei pressi del Parco».

La tecnologia può aiutare, evitando di uccidere gli animali?

«Sono un fautore della ricerca tecnologica. C’è anche allo studio un progetto di due anni fa che prevede di mettere dei sensori termici lungo le strade nei tratti più interessati dagli attraversamenti di ungulati, con sensori che fanno scattare un semaforo rosso, e inoltre dissuasori acustici che tengono lontani gli animali. È un progetto che mi piace e che si potrebbe secondo me fare utilizzare sul viale dei Tigli e sulla Pisorno» .

Chi può aiutarci, in concreto?

«È necessario un intervento forte della Regione sennò il problema non si risolve. Sono molto addolorato per questa nuova tragedia, bisogna trovare le soluzioni anche innovative perché la vita umana non ha prezzo. E al di là della tragedia, i danni provocati all'agricoltura stanno diventando troppo consistenti, tali a volte da scoraggiare ogni tipo di attività da parte di chi ci ha sempre lavorato».l

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