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Alluvione in Versilia, lo sfogo del babbo di Alessio: «Nel giorno della memoria sbagliato fare eventi» - Il video

Luca Basile
Alluvione in Versilia, lo sfogo del babbo di Alessio: «Nel giorno della memoria sbagliato fare eventi» - Il video

Non è piaciuta a Ricci, padre di una delle vittime del 1996 l’idea di inaugurare una scultura dopo la commemorazione dell'anniversario della tragedia

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PIETRASANTA. «Sono stanco». È un sussurro, quello di Eugenio Ricci, che lascia in scia un lungo silenzio. Perché Eugenio è un uomo schivo, ma di una profonda sensibilità: non ama parlare in pubblico preferendo celare dentro sé il dolore innescato, il 19 giugno del 1996, dalla furia del fiume che strappò alla vita suo figlio Alessio di nove anni, la moglie Valeria Guidi – il suo corpo non è mai stato trovato – i suoceri, la cognata e la sorella di lei. Ieri mattina, a margine della cerimonia in ricordo di Alessio alla scuola del Pollino a lui dedicata – presenti insieme a genitori, bambini e insegnanti, l’assessore Francesca Bresciani e alcuni consiglieri comunali – Eugenio Ricci ha però deciso di prendere parola.

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Perché ha deciso di parlare?

«Forse perché sono appunto stanco di rincorrere tutto e tutti per sapere se e cosa verrà fatto per ricordare, in occasione della ricorrenza, chi non c’è più. Il 19 giugno (oggi, per chi legge) dovrebbe essere scolpito nella memoria di tutti i versiliesi».

Non è così?

«Osservando i fatti per qualcuno non lo è, evidentemente. Ho allora deciso di dire qualcosa questa mattina (ieri per chi legge, ndr) e l’ho detto di fronte alla scuola intitolata al mio Alessio. Accompagnare, nella stessa mattinata, una commemorazione, come quella per tutte le vittime dell’alluvione, a un’inaugurazione in piazza Statuto (la scultura-fontana “L’acqua di Afrodite”, ndr) , l’ho trovato profondamente sbagliato. Anche l’anno scorso inaugurarono una mostra il 19 giugno: restai in silenzio, perché non amo alzare la voce, ma questa volta no. Questa volta dico che serve rispetto. Sta passando un messaggio sbagliato, quello che il 19 giugno, a Pietrasanta, si possa anche pensare di dare spazio a altri eventi e manifestazioni. Sono morte 14 persone per l’alluvione quel giorno. Un Comune dovrebbe ricordare, almeno una volta l’anno, i nomi delle vittime e invece sbaglia anche i riferimenti sui propri canali ufficiali. Sembra che le commemorazioni siano diventate, per taluni, un peso».

Cosa ha detto all’assessora Francesca Bresciani?

«Di riferire le mie parole al sindaco. Quel sindaco che ho visto alle commemorazioni alla scuola del Pollino solo una volta, durante la campagna elettorale. Ma sia chiaro che io non ce l’ho con qualcuno in particolare e non ne faccio una questione politica. Ho ringraziata Bresciani come mamma e come donna perché può comprendere il mio dolore e la mia amarezza nel vedere inaugurata, un’ora dopo avere ricordato Alessio, una scultura e una piazza a poche centinaia di metri di distanza».

Ha parlato con qualche referente della maggioranza di Pietrasanta in questi giorni?

«Mi hanno chiamato diversi consiglieri dicendo di non condividere la scelta dell’inaugurazione. Vede, nella vita mi hanno insegnato tre cose: a ricordare chi non c’è più, a portare rispetto e a usare l’intelligenza. In questa triste vicenda le tre cose in questione sono venute meno. Alessio era di Pietrasanta, Valeria viveva da 21 anni a Pietrasanta, io e la mia famiglia siamo di Pietrasanta: dalla nostra città ci saremmo aspettati più sensibilità. E invece siamo qui a commentare una decisione che trovo di cattivo gusto».

Chissà quante volte si è chiesto se questa tragedia, quel 19 giugno poteva essere evitata: oggi ha una risposta?

«I lavori di messa in sicurezza del fiume sono stati fatti dopo tutti quei morti e non prima. Questa è l’unica risposta che ho. Un motivo di più per portare rispetto alle vittime e per tenere viva la memoria».

C’è qualcosa che l’ha rincuorata in questi ultimi giorni?

«La vicinanza di tante persone che hanno criticato la decisione del Comune e avere saputo che una compagna di classe del mio bimbo, oggi diventata mamma, ha chiamato uno dei suoi figli Alessio. È qualcosa di meraviglioso»l


 

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