Resort La Datcha a Forte, le banche bloccano i conti alla famiglia Tinkov: «Aiutateci: rischio chiusura»
L’amministratrice della struttura ha scritto al sindaco Murzi: «Tra un mese non saremo più in grado di pagare dipendenti e fornitori»
FORTE DEI MARMI. Il luxury resort La Datcha a Forte dei Marmi rischia di chiudere nel giro di un mese lasciando a casa i dipendenti e debiti con i fornitori. A lanciare l’allarme sulla struttura alberghiera collegata alla famiglia del magnate russo Oleg Tinkov è l’amministratrice Roberta Buzzi che ha inviato una lettera – pubblicata su Repubblica. it – al sindaco di Forte Bruno Murzi a Federalberghi e all’associazione Bagni. Il motivo della crisi è il blocco dei conti correnti deciso dalle banche italiane sulle quali la struttura è appoggiata.
«La titolare di entrambe le società dal 2021 – si legge – è la signora Rina Vosman, nata nella repubblica d’Estonia, che ha il solo peccato originale di essere sposata con l’imprenditore Tinkov, che fino a pochi giorni fa era titolare della Tinkoff Bank e che non è sottoposto ad alcuna limitazione patrimoniale nel nostro Paese e in nessun altro Paese europeo. Eppure la banca ha deciso di interrompere i rapporti in corso con effetto immediato: le società hanno cercato di instaurare nuovi rapporti di conto corrente con altre banche, trovando però un rifiuto». E così ecco che la struttura si trova nella condizione di non poter pagare, o meglio di avere grosse difficoltà a far fronte alle scadenze.
«Il signor Tinkov – prosegue Buzzi – non è nella lista europea degli oligarchi, ma in quella inglese e sinceramente non so nemmeno il perché. Tutti i soldi sul conto corrente sono bloccati, con un avvocato siamo riusciti a sbloccare qualcosa per le spese correnti. Però non so fino a quando ci daranno la possibilità di andare avanti. È una cosa vergognosa perché non ci fanno lavorare. I dipendenti sono in pari con gli stipendi, li stanno prendendo, però bisogna capire come andare avanti. Speriamo di arrivare fino alla fine della stagione. Siamo una società dal 2017 italiana, qui il signor Tinkov ha investito più di 40 milioni. Sono senza parole. Prima che la situazione precipiti – dice ancora l’amministratrice – le società saranno costrette ad avviare le procedure di chiusura o, quanto meno, di sospensione sia delle attività aziendali sia dei lavori di ristrutturazione di Villa Tessa, con licenziamento del personale e il recesso dei contratti in quanto, pur avendo prenotazioni per l’intera stagione estiva, di qui a un mese non saranno più in grado di pagare né lavoratori né dipendenti né i fornitori, col rischio concreto di un’assurda crisi d’impresa».
Un grido di aiuto che arriva a soli cinque giorni dalla donazione della famiglia Tinkov al Comune di Forte dei Marmi di 50mila euro per i profughi ucraini. Con questo gesto – spiegò Buzzi – abbiamo voluto sottolineare il nostro impegno e quello della famiglia Tinkov nei confronti della pace e la nostra contrarietà ad una guerra inutile che non ha ragione di essere».