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Un ostello turistico nel mulino ecco il progetto per Candalla

Melania Carnevali
Un ostello turistico nel mulino ecco il progetto per Candalla

Trattativa in corso tra il Comune e un privato per un project financing: l’imprenditore potrebbe ristrutturare l’edificio, in cambio lo gestirà

20 novembre 2019
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camaiore. Diventerà una foresteria, un luogo di passaggio e di partenza per escursioni nel cuore delle Alpi Apuane. O, almeno, questo è il progetto che l’amministrazione comunale guidata da Del Dotto conta di realizzare, grazie a un accordo con un privato, sul mulino di Candalla, o mulino di Taccone, dal nome del suo ultimo proprietario, la porta d’ingresso nella valle di Camaiore. Un macinatoio risalente al XVI secolo, rimasto attivo fino alla fine del Novecento e poi diventato un rudere. Acquistato nei primi anni 2000 dal Comune, da allora ha solo continuato a cadere a pezzi.

Adesso un imprenditore (di cui ancora non è nota l’identità) si è fatto avanti per ristrutturarlo a suo spese (si parla di almeno mezzo milione di euro). In cambio gestirebbe gratuitamente la struttura che verrebbe realizzata. Una sorta quindi project financing che permetterebbe di riqualificare uno dei luoghi più belli della Versilia. A gestire la trattativa è direttamente il sindaco di Camaiore, Alessandro Del Dotto, che non si scuce. «È sulla buona strada per andare in porto», fa sapere attraverso il suo ufficio stampa.

L’idea, appunto, è quella di creare una foresteria per gli escursionisti. All’altezza del mulino, finisce infatti la strada percorribile in auto e iniziano i percorsi all’interno della valle di Candalla tra boschi e vecchi opifici. Il mulino di Taccone è uno dei più antichi. Se ne trova traccia in un estimo catastale del 1513 dove risultava di proprietà del Comune di Camaiore. Successivamente venne privatizzato e nei secoli la proprietà passò di mano in mano a diverse famiglie. L’ultimo proprietario fu Giuseppe Marchetti, soprannominato Taccone, morto nel 2005, che riuscì a tenere attivo il mulino fino alla fine degli anni Novanta. Nei primi anni 2000, il Comune di Camaiore lo riacquistò dagli eredi per farne un museo. Progetto mai decollato.

L’edificio di tre piani che si affaccia sulla prima pozza del torrente Lombricese, oggi, sta cadendo a pezzi. L’ultimo crollo di parte del tetto si è verificato nelle settimane scorse. Il fabbricato è già circondato da transenne, ma non basta. Il Comune ha quindi affidato a un architetto l’incarico di progettare la messa in sicurezza dell’edificio per un totale di 25 mila. «Sarà un intervento di sola messa in sicurezza e non una ristrutturazione – spiega il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Marcello Pierucci –. Ma non verrà fatto un vero e proprio progetto: non sarà quindi un intervento tampone come i precedenti». Tutto questo, ovviamente, in attesa della realizzazione del sogno. —

Melania Carnevali

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