Il Tirreno

Versilia

Nella darsena di Viareggio lo yacht che fu del maresciallo Tito

di Corrado Benzio
Lo yacht Istranka
Lo yacht Istranka

L’Istranka dopo il capo comunista oggi appartiene al patron di Technogym Nerio Alessandri

27 gennaio 2015
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VIAREGGIO. Su quello yacht portava le sue splendide ospiti. Da Sylva Koscina, che peraltro era croata, a Sophia Loren, per la quale aveva un debole particolare. Oltre a Elisabeth Taylor e a Yul Brinner. Lo yacht è l’Istranka, ormeggiato da tempo alla banchina di Fucile. 46 metri, costruito nel 1959, Istranka significa in serbo ragazza d’Istria. Non a caso perchè lo yacht è appartenuto a Tito. Per tanti un nome che dirà poco, ma per gli ultra cinquantenni enni dire Josip Broz, universalemente noto come Tito, significa aprire un mondo.

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Tito era il nome di battaglia durante la guerra partigiana durante il secondo conflitto mondiale. La Jugoslavia era occupata da tedeschi e italiani (ugualmente crudeli quando si trattava di reprimere i patrioti di Tito: i nostri generali si salvarono a malapena da processi per crimini di guerra) ma riuscì a liberarsi da sola, senza l’aiuto dell’Armata Rossa come successe per il resto dell’Europa dell’Est. Una storia che in pochi oggi ricordano.

Per questo ed altri motivi, Tito non diventerà mai un vassallo di Stalin. Per questo era molto amato dagli Occidentali. Tanto per capire la Jat – la compagnia di bandiera – aveva aerei Dc10 e Boeing 737 e non i classici Ilyuscin che l’Unione sovietica vendeva ai paesi del Patto di Varsavia.

E così le attrici di mezzo mondo facevano a gara per essere ospiti di Tito e di Jovanka, la giunonica terza moglie che aveva conosciuto durante gli anni della macchia.

Chi non amava Tito era Trieste e tutti quegli italiani che dovettero fuggire da Istria e Dalmazia con l’arrivo dei partigiani titini. Le tragiche vicende delle foibe sono venute pesantemente alla luce solo quando il centrodestra è andato al governo.

Per certi aspetti Tito si atteggiava da satrapo orientale. Aveva questo bellissimo yacht, possedeva Broni, un’intera isola nell’Adriatico. E non a caso la villa che lo ospitava dopo la sua morte è stata trasformata in un hotel di lusso della catena relaix & chateaux.

Morto nel 1980 (aveva 88 anni ed era già vedovo), la Jugoslavia – come sapevano tutti – non resisterà alla sua scomparsa. Una crisi interna accelerata poi dalla caduta del Muro (1989).

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Ma veniamo alla Istranka. Oggi la barca è iscritta al compartimento di La Spezia ed posseduta, come logico in questi casi, ad una società. Dietro la quale si scopre uno dei più brillanti imprenditori italiani. Si tratta di Nerio Alessandri, fondatore e patron di Technogym, leader mondiale nelle attrezzature da palestra (e non solo).

Anche all’interno di Istranka ci sono questi modelli, ma la scelta di questa barca ha altre motivazione. Ossia avere uno yacht che sia un pezzo unico e che in qualche modo abbia fatto la storia. Da qui la scelta su un barca che naturalmente è stata profondamente ristrutturata. A comandarla c’è un viareggino.

A bordo Alessandri ospita personaggi importanti della finanza come Corrado Passera o Filippo Nagel. Tutti nomi che si scoprono su Dagospia, sempre attento agli intrecci fra mondanità e finanza, anzi alta finanza. E così l’Istranka lo trovate in estate a Porto Cervo, Saint Tropez e Capri.

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Parlando di yacht storici, in questi giorni Lusben ospita per lavori il TM Blue One, il celebre megayacht da 50 metri costruito più di 30 anni fa da Picchiotti per lo stilista Valentino Garavani. E varato dallo stesso sarto con una madrina d’eccezione: Sophia Loren.

La stessa attrice , guarda caso, che Josip Broz detto Tito ospitò sulla sua «ragazza d’Istria».

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