Cuccioli di delfino giocano nel mare di Viareggio
Lo straordinario avvistamento di inizio anno dei ricercatori del Cetus che da anni seguono il gruppo di circa 140 tursiopi che vive di fronte alle coste della Versilia. I due nuovi nati sono stati chiamati Buonanno e Apuania
VIAREGGIO. Il mare, le Apuane, il timido sciabordio degli scafi del catamarano che rompe un inverosimile silenzio solcando l’acqua. Poi la superficie, incredibilmente liscia, del mare si increspa. Si intravede una pinna, un dorso lucido. E un altro ancora. Sono arrivati i delfini. E l’incontro è tra i più straordinari che si possa immaginare. Ìntorno al catamarano del Cetus, il centro di ricerca sui cetacei di Viareggio, che venerdì 2 ha inaugurato il 2015 con una prima uscita in mare, ci sono un gruppo di femmine e due cuccioli di tursiope. Non hanno ancora sei mesi. Sono venuti al mondo tra luglio ed agosto. Da allora non c’erano state molte occasioni di incontrarli. Hanno deciso di farsi vivi per le feste di Natale, appena dopo Capodanno. E i ricercatori del Cetus li hanno battezzati Buonanno e Apuania.
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A bordo del catamarano del centro di ricerca il responsabile del gruppo, il biologo marino Silvio Nuti. «Venerdì abbiamo fatto la prima uscita dell’anno approfittando della bella giornata - racconta - e abbiamo incontrato questo gruppo di femmine di delfino con i due cuccioli nati tra luglio ed agosto che ci sono sembrati in ottima salute. I piccoli nuotavano vicino alla madre e alle zie che se ne prendono cura nei primi due-tre anni di vita».
Il Cetus di Viareggio si occupa dello studio e del monitoraggio di una importante comunità di tursiopi che vive nel Santuario dei Cetacei di fronte alle coste di Viareggio, della quale fanno parte anche i due nuovi nati. «Si tratta - spiega ancora Nuti - di un gruppo di circa 140 delfini che definiamo “residenti” nel senso che vivono in modo stanziale nelle acque di fronte a Viareggio. È il gruppo più importante, numericamente, del Santuario dei Cetacei dove complessivamente si contano 4 comunità di tursiopi: la nostra, quella di Genova ed ancora quelle dell’Elba e dell’area Giglio-Talamone».
I delfini “viareggini”, la cui capobranco è stata ribattezzata dai ricercatori del Cetus Matilde (come la torre monumento simbolo della città), hanno trovato di fronte alle coste versiliesi un habitat ottimale: cibo (pesce azzurro) in quantità adeguate alle loro esigenze e un traffico di imbarcazioni non elevato, costituito per lo più da natanti da diporto, in gran parte barche a vela. Condizioni che, ovviamente, è importante salvaguardare per la salute dei delfini e, più in generale, per quella del nostro mare.