Palermo: picchiò e minacciò lo zio e il nonno, divieto di avvicinamento per un ventenne
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Palermo, 23 dic. (Adnkronos) - Gli uomini della Polizia di Stato in servizio alla Sezione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, ha eseguito la misura cautelare del divieto di avvicinamento, con applicazione del cosiddetto braccialetto elettronico, nei confronti di un palermitano, poco più che ventenne, indagato per i reati di maltrattamenti, lesioni personali aggravate, porto d'armi illegale. La misura restrittiva, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, Dipartimento violenza di genere, violenza domestica e tutela delle vittime vulnerabili, trae origine da una minuziosa attività d'indagine, condotta dalla Sezione di polizia Giudiziaria, e diretta dalla Procura, che ha fato luce sulle condotte violente e reiterate del giovane contro i suoi familiari. L'indagato, infatti, a causa dell'incancrenirsi dei rapporti all'interno della famiglia" per questioni ereditarie, in più di una occasione aveva minacciato gravemente la zia e il nucleo familiare di quest'ultima. Alle minacce di morte era seguita, una sera dello scorso ottobre, un'efferata aggressione fisica compiuta dalla persona sottoposta ad indagine, sulla pubblica via e con l'uso di un'arma da taglio. Ad avere la peggio, nell'aggressione, erano stati lo zio e l'anziano nonno, il primo colpito con pugni al volto e alla testa, il secondo allo stomaco. Il presunto autore del reato, a seguito dell'esecuzione della misura da parte degli uomini della Sezione della Polizia di Stato, è stato costretto a mantenere una distanza minima di 300 metri dalle persone offese e obbligato a non comunicare con qualsivoglia mezzo, anche solo indirettamente, con le medesime. "Il rispetto della misura cautelare verrà verificato attraverso l'applicazione del braccialetto elettronico", dice la Polizia.