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È morta Anna Rusticano, addio al mito musicale degli anni Ottanta: dalla Toscana al successo in Germania

di Redazione web

	Anna Rusticano
Anna Rusticano

Il primo 45 giri arrivò nel 1972 con Con la testa piena di sogni, scritto da Giorgio Calabrese e Gino Mescoli, seguito da La maniera di convincere. L’anno successivo firmò con Fonit Cetra, pubblicando brani di grande successo radiofonico come Sola e, nel 1977, Lui, Lui, lui

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Si è spenta nelle scorse ore, tra domenica 14 e lunedì 15 dicembre, a Roma, all’età di 71 anni, Anna Rusticano, cantante che ha segnato la musica italiana negli anni Ottanta. Ricoverata in una clinica per una polmonite, la notizia della sua morte è stata resa nota dalla sorella Sandra.

Le origini

Nata a Firenze nel 1954, Rusticano aveva iniziato il suo percorso artistico a Bologna nei primi anni Settanta, dopo l’incontro con Walter Guertler della Joker Records. Il suo timbro vocale e il vibrato inconfondibile le permisero di distinguersi sin da subito.

Il debutto discografico

Il primo 45 giri arrivò nel 1972 con Con la testa piena di sogni, scritto da Giorgio Calabrese e Gino Mescoli, seguito da La maniera di convincere. L’anno successivo firmò con Fonit Cetra, pubblicando brani di grande successo radiofonico come Sola e, nel 1977, Lui, Lui, lui.

Successi e polemiche

Nel 1978 fece discutere il brano Fallo, scritto da Andrea Lo Vecchio e composto da Shel Shapiro, censurato dalla Rai per i testi ritenuti contrari alla morale pubblica. Nonostante ciò, il pezzo ottenne ampia diffusione sulle radio private e rimase in classifica per sette settimane. Il sodalizio con Shapiro proseguì con Tutto è musica (1979) e Sto con te (1980), quest’ultimo firmato da Valerio Negrini dei Pooh e capace di conquistare anche il pubblico tedesco, restando in classifica per oltre venti settimane.

La svolta autoriale

Negli anni successivi Rusticano intraprese un percorso più sperimentale: nel 1986 pubblicò l’album Protagonista, mentre nel 1988 uscì Prendimi con te, progetto jazz realizzato con Maurizio Giammarco e Agostino Marangolo. All’inizio degli anni Novanta, segnata da una sofferenza personale che la costrinse a lunghi periodi di cura, decise di abbandonare il palcoscenico. Da allora visse lontana dai riflettori, lasciando però un’eredità musicale che ha contribuito a definire un’epoca.

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