Il Tirreno

Toscana

L’indagine

Arezzo, grave dopo il trapianto di capelli in uno studio medico non autorizzato: due denunce – Gli interventi pubblicizzati anche sui social

di Redazione web
Un'auto della polizia (foto d'archivio)
Un'auto della polizia (foto d'archivio)

L'inchiesta è partita dopo la segnalazione di una paziente trasportata d'urgenza all'ospedale San Donato dove i medici hanno riscontrato una grave infezione

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AREZZO. In uno studio medico del centro di Arezzo si sarebbero svolte attività sanitarie abusive, con interventi di trapianto del cuoio capelluto effettuati senza personale abilitato né le necessarie autorizzazioni. È quanto emerso da un'indagine della Polizia di Stato coordinata dalla Procura di Arezzo, che ha portato alla denuncia di due persone per esercizio abusivo della professione medica e lesioni personali gravissime.

La grave infezione

L'inchiesta ha preso avvio dopo la segnalazione di una paziente trasportata d'urgenza all'ospedale San Donato, in seguito a un trattamento di trapianto dei capelli. I medici del pronto soccorso avevano riscontrato una grave infezione, che sarebbe insorta al momento dell'anestesia praticata durante l'intervento.

Interventi pubblicizzati sui social

Secondo la ricostruzione della squadra mobile, gli interventi venivano pubblicizzati — anche sui social — come semplici pratiche estetiche di rinfoltimento del cuoio capelluto. In realtà si trattava di vere e proprie operazioni di microchirurgia, condotte con strumenti medici e anestetici locali.

Due denunce

A eseguirle sarebbe stata una donna senza abilitazione in Italia: pur laureata in medicina all'estero, il suo titolo non risultava riconosciuto, e non poteva dunque esercitare alcuna attività sanitaria. Le procedure si sarebbero svolte all'interno di uno studio medico regolarmente abilitato, con la presunta consapevolezza del titolare, anch'egli ora indagato. Gli investigatori stanno approfondendo il numero complessivo degli interventi eseguiti e l'eventuale presenza di altre persone danneggiate. La Procura prosegue gli accertamenti per ricostruire l'intera rete di responsabilità e verificare se quanto emerso rappresenti un caso isolato o parte di un'attività consolidata.

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