Prato, all’Euroingro dopo le botte ora si tratta. Rotto il fronte degli imprenditori
Due aziende si siedono al tavolo col sindacato Sudd Cobas. Toscano: «Non chiamateli cinesi, chiamateli padroni. Così cento anni fa è nato il fascismo»
PRATO. Dopo le botte, si tratta. Due delle cinque aziende che fanno parte del consorzio cinese Euroingro con le quali il sindacato Sudd Cobas aveva iniziato una vertenza per ottenere migliori condizioni di lavoro per i dipendenti hanno accettato di sedersi al tavolo delle trattative e firmeranno un accordo per la regolarizzazione dei dipendenti.
Accade in via Gora del Pero, dove lunedì mattina, 17 novembre, un gruppo di cinesi ha attaccato il presidio sindacale finendo per colpire un paio di poliziotti della Digos e sollevando un vespaio di polemiche. A tarda sera, però, i titolari di due società sono venuti a più miti consigli.
Il sindacalista del Sudd Cobas Luca Toscano, nel corso di una conferenza stampa convocata stamattina sempre in via Gora del Pero, ha ricordato che lunedì uno degli imprenditori cinesi aveva provato a investire per due volte i manifestanti e anche ieri mattina, subito prima della conferenza stampa del sindacato, lo stesso imprenditore ha provato a forzare il blocco davanti all’ingresso con la propria auto carica di merce ed è stato fermato dai manifestanti. C’è stata un po’ di tensione ma è stata più che altro un’ azione simbolica, perché poco dopo è stato fatto passare.
«Qui ormai da anni c’è un problema di violenza che si scatena contro i picchetti pacifici – ha detto Toscano – Chiamateli padroni, non cinesi. Qui c’è un tema che non ha nulla a che fare con l’etnia di chi picchia e di chi viene picchiato. Ieri durante l’aggressione questi padroni ci urlavano “comunisti di merda”. E questo ci dovrebbe aiutare a ricordare come è iniziato il fascismo in questo paese. Il fascismo è iniziato proprio per reprimere le rivendicazioni per una vita migliore, per un salario migliore da parte del movimento operaio e oggi purtroppo siamo condannati a rivivere la stessa storia. Il fatto che alcune centinaia di lavoratori sfruttati abbiano deciso di alzare la testa per lavorare 8 ore per cinque giorni alla settimana sta dando adito alle peggiori pulsioni fasciste, reazionarie, violente, paramafiose, di una parte di padronato di questo distretto. In sostanza, non vogliono essere disturbati».
Se la mettiamo sul piano di cinesi contro italiani o pachistani, avverte Toscano, si fa il gioco degli imprenditori senza scrupoli che possono far leva sul senso di appartenenza dei dipendenti cinesi contro il resto del mondo. «Cosa che tra l’altro non riesce ormai da anni – aggiunge il sindacalista – Ieri non c’erano colleghi dei lavoratori aggrediti ad aggredirli. C’era una banda fatta di capi, caporali e padroni».
Secondo il Sudd Cobas, questa frangia estremista e violenta di imprenditori è una minoranza nella stessa comunità cinese. Da tempo gli imprenditori cinesi delle confezioni e della logistica hanno capito che il muro contro muro non conviene e infatti, memori della vertenza di qualche anno fa alla Texprint di via Sabadell, sempre più spesso preferiscono trattare, magari far finta di trattare, ma comunque evitare lo scontro. Una minoranza, che forse a spira a diventare maggioranza, invece vorrebbe un’azione più decisa. Sono quelli che in questi giorni stanno facendo circolare su WeChat l’appello a denunciare le iniziative del sindacato facendo pressione sul Consolato cinese di Firenze che poi, in questa ipotesi, dovrebbe far pressione sulle autorità italiane.
Ma le azioni come quella di lunedì mattina a favore di telecamere danno l’idea di una approssimazione assoluta, come se questa parte di imprenditori cinesi vivesse su un altro mondo e non riuscisse a prevedere che poi, picchiando i poliziotti, nasce un caso che a loro certamente non fa comodo.
«Pensano che lo sfruttamento sia un diritto – sintetizza brutalmente Sarah Caudiero del Sudd Cobas – ma non abbiamo prove della contiguità con la criminalità organizzata».
«In ogni caso qui si parla sempre di pagamenti in contanti, e questa modalità spesso significa collegamento con la criminalità» chiosa Luca Toscano, che ha qualcosa da dire anche ai partiti del centrodestra: «Oggi parlano per esprimere solidarietà ai poliziotti feriti, dopo non aver mai detto niente per anni sui lavoratori picchiati. In questa città per anni si sono confusi vittime e aggressori».
Il Sudd Cobas è impegnato su più fronti. Oggi sia Toscano che Caudiero saranno sentiti dalla Commissione della Camera che sta lavorando al testo della legge sulle piccole e medie imprese, quello dove è contenuto l’emendamento cosiddetto “salva griffe”, che esclude la responsabilità dei committenti per l’ultimo anello della filiera, dove si annida lo sfruttamento. «Una cosa gravissima – dice Sara Caudiero – Lo sfruttamento si combatte proprio con la responsabilità solidale dei committenti».
