Giani-bis, i nodi della nuova giunta: la poca esperienza, la provincia "pigliatutto" e i grandi esclusi
Al momento nessuna certezza sugli incarichi degli assessori anche se circolano indiscrezioni. Pressioni verso Giani per non affidare l’Ambiente all’assessore pentastellato, David Barontini
FIRENZE. Esperienza amministrativa limitata di alcuni componenti, iper rappresentanza del collegio di Pisa e scarsa considerazione per quei candidati che, nei loro territori, hanno fatto incetta di voti. Queste sono le tre criticità della seconda giunta Giani, i nodi arrivati al pettine in men che non si dica. A far gridare allo scandalo è l’assenza dai “top 8” dell’ex sindaco di Prato Matteo Biffoni, capace di raccogliere ben 22.155 preferenze. Biffoni sarà ricompensato con la nomina a presidente della commissione Sanità.
Dove la voce del territorio è stata ascoltata è nella conferma dell’assessorato alle attività produttive a Leonardo Marras, che a Grosseto ha sbancato: 13.419 preferenze. A provocare più di un mal di pancia a molti analisti politici, sono state alcune scelte a sorpresa che hanno proiettato in giunta profili giudicati da più parti privi dell’esperienza necessaria per assumere un simile incarico. Le scelte comunque ormai sono state fatte e nei prossimi giorni vedremo in quale ruolo verranno schierate le varie pedine.
La scelta di Mia Diop
«Questo passaggio non avverrà prima del mercoledì della prossima settimana (19 novembre ndr) – ha detto il presidente Eugenio Giani – cioè dopo il voto favorevole sulla relazione programmatica presentata nel giorno di insediamento del consiglio». Fino ad allora, quindi, nessuna certezza sugli incarichi degli assessori designati, anche se alcune indiscrezioni attribuiscono alla vice presidente Mia Diop l’impegnativa delega al Lavoro oltre a quella alle Politiche giovanili.
Quando lunedì Giani ha pronunciato per la prima volta il suo nome, in molti hanno avuto un sussulto, vedendo la seconda carica della Regione attribuita a una donna di soli 23 anni. A chi rimprovera a Giani questa scelta vista la poca esperienza della giovane, viene fatto notare che Diop siede da un anno in consiglio comunale a Livorno e che da due è membro della direzione nazionale del Pd.
Barontini e l'Ambiente
Altra nomina che ha suscitato più di una perplessità è quella di David Barontini, consigliere comunale a Cascina per i 5 Stelle. Certo in un primo momento di accasarsi all’Ambiente, nelle ultime ore in molti sono in pressing su Giani per evitare quest’opzione. Professionalmente Barontini è un tecnico di rilievo nel comparto conciario, scosso solo pochi anni fa dalla vicenda Keu, in cui emerse che parte degli scarti dei rifiuti conciari di Santa Croce sull’Arno venivano affidati ad aziende - secondo l’ipotesi dell’accusa (il processo è in corso) - reputate vicine alle cosche che provvedevano poi a smaltirli illegalmente in vari siti, tra cui sotto la strada regionale 429. Da più parti, vengono quindi fatte obiezioni sulla sua destinazione finale.
Monni alla Sanità
A suscitare infine non tanto perplessità quanto curiosità, è il modo con cui Monia Monni saprà approcciarsi all’incarico di assessora alla Sanità, di cui si occuperà insieme al Sociale. In molti poi vedono questo incarico come il trampolino di lancio verso una possibile candidatura fra cinque anni alla guida della Regione.
Pisa pigliatutto
Se spetterà quindi a Monni rappresentare Firenze in giunta, a gioire per l’iper rappresentanza ottenuta in tutti gli organismi è Pisa, che piazza ben sei nomi in altrettante posizioni apicali. Il più altisonante (non ce ne vorranno gli altri) è quello di Alessandra Nardini che, dopo un lungo tira e molla sulla sua permanenza in giunta, tornerà a occuparsi di Istruzione. Oltre al cascinese Barontini, dall’altro versante della provincia di Pisa arriva in giunta il sindaco di Fauglia Alberto Lenzi, che sarà assessore all’Agricoltura, da cui però, come sembra, verrà scorporata la delega alla Caccia che resterà in mano a Giani.
Pisani inoltre, seppur schierati su fronti opposti, sono i due vicepresidenti del consiglio regionale, vale a dire Diego Petrucci di Fratelli d’Italia e Antonio Mazzeo (Pd), a cui sembra che quest’incarico stia particolarmente stretto e che lo abbia accettato solo dietro la promessa di una candidatura blindata alle politiche 2027 o alla corsa a sindaco di Pisa. A far salire a sei l’asticella delle nomine finite sotto la Torre pendente, è l’incarico di questore ottenuto dall’esponente dei 5 Stelle Irene Galletti.
Le province a bocca asciutta
Se Pisa ride, a storcere il naso sono le province rimaste a bocca asciutta e gli assessori che, fino all’ultimo minuto, hanno sperato in una riconferma. Senza rappresentanza in giunta sono infatti, oltre a Massa Carrara, anche Siena e Lucca, vale a dire quello che nel medioevo costituiva l’asse economico della Toscana. Arezzo riesce a piazzare il dem Filippo Boni ai Trasporti, mentre Prato sarà rappresentata dalla riformista Cristina Manetti, prossima assessora alla Cultura. Mentre Pistoia potrà contare sull’enfant prodige Bernard Dika, nominato sottosegretario alla presidenza.
Non hanno poi preso bene l’esclusione l’ex assessora alle Politiche sociali Serena Spinelli e quello alla Sanità Simone Bezzini. Tuttavia, mentre il destino di quest’ultimo era pressoché certo nonostante l’endorsment della Cgil, il declassamento della Spinelli è parso a molti inatteso. «Gli assessori sono otto, le province in Toscana sono dieci e quindi realtà come Livorno e Arezzo che non erano rappresentate nella precedente giunta lo sono in questa, scatta sotto questo aspetto anche un meccanismo di rotazione», è la replica di Giani.
Nella foto, da sinistra: Diop, Lenzi, Boni, Barontini; Marras, Nardini, Monni e Manetti
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