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Giani-bis, la giunta arriverà al fotofinish: ballano ancora tre nomi dei dem

di Libero Red Dolce

	Eugenio Giani abbraccia Elly Schlein, vicino a loro Emiliano Fossi
Eugenio Giani abbraccia Elly Schlein, vicino a loro Emiliano Fossi

Lungo confronto notturno sulle deleghe, oggi la squadra di “governo” della Regione sarà annunciata

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Giunta Giani-bis tra rinnovamento e intesa difficile con il partito. Si deciderà al fotofinish, anche se più che una volata dei cento metri la selezione delle prossima squadra di governo Toscana è sembrata più simile a una mezza maratona.

Oggi, lunedì 10 novembre, infatti in consiglio regionale il presidente presenterà le assessore e gli assessori, con le relative deleghe. Ma gli ultimi ritocchi e decisioni che dovevano arrivare ieri sera – c’è stato un incontro a tre tra Giani, il segretario regionale Fossi e il deputato dem Furfaro – sono attesi questa mattina. Dopo una lunghissima notte di confronto. Poi, finalmente, arriverà il varo.

«È un puzzle in definizione, si è fatta chiarezza, ma ogni pezzo andrà in ordine domani mattina (oggi per chi legge, ndr)», dichiara Eugenio Giani. Dunque dominio dell’incertezza. Eppure bisogna provare a dare un ordine alle perplessità e per questo occorre partire dai dati, anzi dai nomi, che sembrano certi di un posto in giunta. Tra i confermati della precedente esperienza di governo dovrebbe avere un posto assicurato Monia Monni. Non sembra in discussione il suo ruolo come vicepresidente, ma rimane un pressing attivo sulla possibilità che sia lei la prossima assessora alla Sanità. Monni finora ha declinato, pur apprezzando l’interessamento per la delega, ma la partita non va considerata definitivamente chiusa. Anche se a questo proposito le strade alternative rimangono due: o un nome esterno, un tecnico il cui nome pare ben custodito nei cassetti, o la riconferma di Simone Bezzini. Nonostante la freddezza manifestata da Fossi sul suo nome, le possibilità di un altro quinquennio alla guida della delega con le maggiori poste di bilancio non sono tramontate per il politico senese.

Tra i confermati ci sarà sicuramente il grossetano Leonardo Marras, tra i pochi a navigare più o meno sereno in questo quadro cangiante come un caleidoscopio in continua rotazione. E qui si esauriscono le certezze riguardo al Pd. Già, perché è proprio il partito guida della coalizione quello che mostra le maggiori increspature.

Più chiara la situazione per quanto riguarda le forze alleate. Non paiono esserci dubbi sul futuro assessorato di Cristina Manetti, che prenderà in carico la Cultura e, secondo i bene informati, anche le Pari Opportunità. Eletta con Casa Riformista, la lista che univa la lista civica del presidente con Italia Viva di Renzi, occuperà la casella destinata al contenitore aggregato delle due forze, pur essendo più gianiana che vicina all’ex premier. Sempre in quota presidenziale, pare che la scelta di Bernard Dika come sottosegretario non dovrebbe essere messa in discussione.

A questo proposito sia consentita una piccola parentesi: per Italia Viva dovrebbe esserci anche il ruolo di presidente del consiglio regionale a Stefania Saccardi, lei sì di ortodossa fede renziana. Il suo nome è favorito anche se non è del tutto scontato che possa esserci un colpo di scena. L’altra casella sicura è quella di Avs, che ha indicato una rosa di tre nomi e trovato il gradimento di Giani sul verde Alberto Lenzi, sindaco di Fauglia. Più aperta la partita nei 5 Stelle dove negli ultimi giorni sembrava in pole il nome di Luca Rossi Romanelli, ma da Roma (la decisione è in mano a Giuseppe Conte) risalgono le quotazioni di un ancora misterioso “tecnico” o, in alternativa, della pisana Irene Galletti.

Rimane il nodo gordiano da sciogliere. Si dirà meglio: il nodo “nardiniano”. L’ex assessora fedelissima di Schlein, Alessandra Nardini, è il nome che crea attrito da giorni tra gli emissari Pd e il presidente. C’è un veto sul suo nome, tra ragioni di equilibrio tra correnti nell’area pisana e soprattutto una certa dissonanza tra le prese di posizione della pasionaria pisana e il presidente. Nodo che nella notte andrà tagliato o sciolto.

La questione Nardini si tira dietro il resto, mancando, compresa lei, tre nomi del Pd. Serena Spinelli è defilata ma potrebbe giocarsi le sue chance se Nardini tramontasse, in risalita c’è anche l’opzione del livornese Alessandro Franchi e dell’aretino Filippo Boni (più indietro) . Occhio anche alla vicesegretaria regionale del Pd Stefania Lio, c’è da considerare l’equilibrio di genere. 

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