Affitti brevi, stangata in arrivo per i proprietari: in Toscana più 10 milioni l’anno
L’aumento della tassazione sugli affitti turistici intermediati da portali come Airbnb colpirà il 90% dei proprietari
L’aumento della cedolare secca dal 21% al 26%, per i cosiddetti “affitti turistici brevi” effettuati tramite un intermediario – agenzia o portale on line tipo Airbnb – in Toscana potrebbe costare ai proprietari degli alloggi circa 10,24 milioni di euro in più all’anno. La stima – elaborata dal Tirreno – è ricavata da due dati: i 102,24 milioni di euro che il governo prevede di incassare dall’aumento di 5 punti percentuali della tassazione, e l’impatto del turismo toscano sul totale italiano, calcolato dall’Irpet (Istituto regionale programmazione economica toscana, report del 2023) nella percentuale del 10,7%.
Aumenti per 9 su 10
Il dato è dunque ufficioso, ma d’altro canto significativo per avere un’idea delle ripercussioni della novità introdotta nel testo “bollinato” della manovra di Bilancio, quello cioè che può essere trasmesso al Quirinale e poi al Parlamento per la discussione e l’approvazione.
Resta invece al 21% la tassazione per chi affitta un unico alloggio e lo fa in prima persona.È una parte residuale del totale dei proprietari. La stessa relazione tecnica che accompagna il disegno di legge prevede che il 90% dei proprietari «continui ad avvalersi delle piattaforme per esigenze di semplificazione e rapidità delle transazioni». Insomma, per nove proprietari su dieci scatterà l’aumento.
I toscani coinvolti e il Cin
Ma quanti sono i toscani interessati? L’introduzione del Cir, il Codice unico regionale, e poi del Cin, il Codice unico nazionale, ha fornito uno strumento per censire il mercato. Uno strumento, però, spuntato. Ad oggi le strutture di ricezione turistica totali, registrate in Toscana, sono 80.327, numero che comprende dagli alberghi ai bed&breakfast, dai campeggi alle case private. I Cin rilasciati sono 70.898, di cui poco meno di 2mila (1.937 per la precisione) sono in verifica amminstrativa. I dati sono del ministero del Turismo. Andando ad analizzare i dati nel dettaglio, però, si scopre che gli appartamenti di privati affittati per brevi periodi sono quanto meno irrisori.
Le categorie
Per individuarli occorre fare una premessa metodologica. Per ottenere il Cin ogni alloggio viene classificato secondo una categoria: A per gli “esercizi alberghieri”, B per gli “Esercizi extralberghieri complementari”, C per gli “Alloggi privati in affitto in forma non imprenditoriale”.
Alla C appartengono le sottocategorie C1, per i bed&breakfast, e C2 per “Altri alloggi privati”. A sua volta alla C2 fanno capo quattro sottocategorie: la C201 per “Strutture ricettive atte a fornire alloggio ed eventuali servizi complementari, ivi compresa la somministrazione di cibi e bevande, in unità abitative costituite da camere ammobiliate”; la C202 per “Unità immobiliari di civile abitazione ubicate in immobili esistenti, composte ciascuna da uno o più locali, arredate e dotate di servizi igienici e cucina autonomi”; la C203 per “Abitazioni dotate di ambienti molto grandi, solitamente ubicate in zone di pregio e circondate da parco o giardino”; e la C204 che comprende «Tutte altre locazioni non assimilabili alle precedenti sotto-categorie della categoria C.2. Altri alloggi privati».
Ebbene, i semplici appartamenti vacanze di privati, dati in affitto per brevi periodi, ricadono sotto la C204.
I dati: ufficiali ma bassi
E qui la curiosità: in Toscana il totale degli appartamenti C204 è di appena 2.589. Analizzando ciascuna provincia, la maggior parte è concentrata a Firenze ma la percentuale rispetto al totale delle strutture ricettive è impietosa: 529 su 24.113 strutture, il 2%. Seguono le province di Siena, con 345 appartamenti su 6.981, il 5%, e di Pisa, con 303 appartamenti su 5.185, il 5,8%. In termini assoluti al quarto posto c’è Arezzo: 291 su 4.050, il 7%.
Interessanti i dati delle province costiere, dove storicamente il turismo si è sempre basato sugli affitti di case vacanze, ma negli ultimi anni ha visto accorciare la durata dei soggiorni. In provincia di Lucca, compresa quindi la Versilia, gli appartamenti di privati dati in affitto risultano essere 270 su 10.425 tra albeghi, campeggi, affittacamere e b&b, pari al 2,5%. Segue la provincia di Grosseto, con 268 case su 11.764 strutture, il 2,2%, e quella di Livorno, in cui rientra anche l’Isola d’Elba: ufficialmente le case in affitto sono 219 su 12.695, l’1,7%. In coda, in termini assoluti, ma in testa, per percentuale, ci sono Pistoia, con 165 appartamenti su 2.063, l’8%, Massa Carrara, 143 su 2.499, il 5,7%, e Prato, 56 su 552, il 10%.
