Il Tirreno

Toscana

I nostri pelosetti amici animali
Buoni cittadini a 4 zampe

Il progetto del canile Hermada di Montecatini Terme «Così insegniamo ai pet abbandonati a socializzare»

di Paola Silvi
A sinistra Daniela Bortolotti con Perla e a destra Monica Vannelli con Phobos
A sinistra Daniela Bortolotti con Perla e a destra Monica Vannelli con Phobos

Il vicepresidente della struttura: «Da noi arrivano animali con storie particolari che hanno subìto maltrattamenti e violenze nel corso delle loro esistenze più o meno lunghe Noi puntiamo a recuperarli psicologicamente e al tempo stesso proviamo a renderli migliori»

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Una seconda possibilità non si nega a nessuno. Scommettono sulle occasioni inaspettate che possono presentarsi ai tempi supplementari e fare la differenza al canile Hermada di Montecatini Terme (Pistoia) dove hanno attivato il progetto “Buon cittadino a 4 zampe” della Ficss (Federazione italiana cinofilia sport e soccorso) per educare i cani e le persone a stare bene insieme in qualsiasi contesto. Non un semplice corso ma una filosofia di vita che aiuta un peloso, magari già in su con l’età o reduce da traumi e abbandoni, ad acquistare di nuovo fiducia e a imparare le regole base del bon ton che servono a socializzare e a integrarsi alla perfezione in famiglia e in città. E alla fine del percorso che si articola in più livelli, esordienti, esperti ed eccellenze, i risultati si toccano con mano. I buoni cittadini a quattro zampe scodinzolano felici verso l’adozione. «In canile – racconta il vice presidente Luca Bernardini – arrivano cani con storie particolari, che hanno subito maltrattamenti, abbandoni e violenze. Noi puntiamo a recuperarli psicologicamente ma anche a renderli migliori. Del resto un’esperienza negativa può anche aiutare se affrontata con resilienza e l’idea che vogliamo trasmettere e che ci ha spinto ad accogliere, fra le prime strutture in Italia, il progetto è che i nostri ospiti non sono gli ultimi. Con orgoglio dimostriamo che possono avere una seconda chance». Così è stato per Phobos, il primo cane certificato come “Buon cittadino” che, portato in canile dopo anni di detenzione alla catena, soprattutto grazie al progetto, ha sconfitto le sue paure, ritrovato l’equilibrio e fatto vedere di che cosa era capace. Con il riconoscimento sulla pettorina è stato notato per i suoi successi e per le maniere gentili e ha trovato una nuova casa. «Il corso – spiega Monica Vannelli, capo educatrice del canile e referente nazionale del progetto – offre competenze sia alle persone sia agli animali perché favorisce da una parte la valorizzazione del cane ben educato e dall’altra dell’umano responsabile, in modo da permettere una maggiore conoscenza del cane e una corretta formazione che eviti problematiche, aggressioni e abbandoni. In un periodo in cui si cercano soluzioni rapide per tutelare persone e animali dagli incidenti, crediamo fermamente che la vera chiave sia nelle relazioni positive, nelle emozioni condivise e nella costruzione di un legame profondo tra cane e persona».

Così il cane impara a non tirare al guinzaglio, ad affrontare viaggi senza problemi, a rapportarsi con i propri simili con tranquillità mentre il padrone apprende le normative di riferimento, le nozioni specifiche sulla cura dell'animale e le informazioni utili per una convivenza civile. E dopo Phobos, è stata Perla, una cagnolona nera di otto anni, a ottenere la qualifica. «In barba a tutti i pregiudizi sulla razza, sul colore e sull'età, Perla – conclude Daniela Bortolotti, la volontaria che ha fatto coppia fissa con lei – ha dato prova di quanto sia speciale. Con la certificazione ha confermato il suo essere meravigliosa. Manca solo una famiglia che la ami con tutto il cuore». E già altri pelosi come Simba e Monella, sono pronti a buttarsi in questa avventura. 


 

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