Maestra di ruolo ma solo per 24 ore: l’errore del ministero e la beffa di un’insegnante livornese
Il sogno della 44enne dura soltanto un giorno: «Prima la mail che mi assegnava il posto, poi ho scoperto che qualcosa non andava...»
LIVORNO. Dalla gioia più grande alla delusione più cocente in 24 ore. Camilla Rosi, livornese, 44 anni, insegnante di sostegno, è stata prima immessa in ruolo e poi “licenziata” il giorno successivo. Come? Con una comunicazione inviata sempre dallo stesso mittente – il ministero dell’Istruzione e del Merito – per “cancellare” la sua assunzione a tempo indeterminato. «Tutto per colpa di un errore nelle graduatorie ministeriali», spiega la docente, affranta.
È questa la storia paradossale che ha tolto il sonno a un’insegnante precaria della scuola primaria, rovinando un momento bello e tanto desiderato. Un sogno realizzato e subito infranto che ora apre una voragine di dispiacere e delusione.
La mini call veloce
«Martedì scorso ho partecipato alla mini call veloce per i posti di sostegno residui a chiusura delle assunzioni 2025/26 (un’opportunità straordinaria concessa per l’assunzione a tempo indeterminato di docenti specializzati sul sostegno, ndr) – racconta Rosi – . In provincia di Livorno, dove vivo, non c’erano più posti disponibili, così ho selezionato tutte e tre le province in cui c’erano ancora delle possibilità: Lucca, Prato e Pistoia».
La comunicazione
Alle 12 dello stesso giorno (19 agosto) la casella di posta elettronica le comunica che ha ricevuto una mail da parte del ministero dell’Istruzione e del Merito. «La presente per comunicarle che è stata individuata per l’assunzione sulla classe di concorso Adee- sostegno primaria sulla provincia di Pistoia», c’è scritto nel messaggio. È un’esplosione di gioia, la felicità di Rosi è incontenibile. L’insegnante stringe tra le mani il suo smartphone, legge e rilegge quella mail, mentre gli occhi si riempiono di lacrime di felicità, mentre già immagina la sua nuova vita professionale a Pistoia. «Sono risultata 27esima su un totale di 96 posti disponibili con 110 punti – evidenzia la docente – . Così, vivendo a Livorno, ho iniziato a calcolare i chilometri che mi separano da Pistoia, ho consultato lo stradario, ho calcolato quanto avrei dovuto spendere di carburante e alla fine ho riflettuto se forse non convenisse prendere un appartamento in affitto. Insomma, ero già proiettata verso un nuovo inizio. Dopo otto anni di precariato, credevo di aver raggiunto il traguardo della vita».
La doccia fredda
Ma il giorno dopo tutto precipita. «Mercoledì scorso si apre una finestra di 24 ore per fare la scelta della sede nella provincia assegnata – prosegue Rosi – e qui la prima stranezza: il sistema non funziona. Condivido la mia situazione con altri colleghi e, dopo circa un’ora e mezzo, un sindacato ci informa che ci sono stati degli errori nelle graduatorie e che i conteggi devono essere rivisti. In sostanza, capiamo che potrebbe cambiare tutto».
Ed è proprio così: questa volta i posti disponibili sono 44 e l’insegnante livornese risulta 51esima. Tradotto: si ritrova esclusa dal ruolo. Prima arriva la rabbia, poi la delusione. «Sono stata superata da una collega che aveva un punteggio di 40, contro il mio di 110, che però si era specializzata sul sostegno prima di me che ho conseguito il titolo a giugno di quest’anno – racconta la docente – . Sono amareggiata perché ho speso soldi e sacrificato un anno della mia vita per ottenere la specializzazione all’Università di Pisa».
E ora quello che prova è un grande dispiacere. «Non solo per me, ma anche nei confronti di tutti quei bambini che quest'anno si ritroveranno come insegnanti di sostegno persone con 40 punti in graduatoria e, di conseguenza, nemmeno un giorno di esperienza sul campo – conclude Rosi – . Per questo vorrei dire al ministero dell’Istruzione di togliere la parola “merito” dal nome del dicastero: così non si premia il merito, ma lo si penalizza».