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L’analisi

Turismo in Toscana, i dati del boom di Ferragosto «sono gonfiati»: lo strumento che fa emergere il “nero”

di Francesca Ferri

	La reception di un hotel
La reception di un hotel

Il presidente di Federalberghi Daniele Barbetti avverte: l’aumento di presenze rilevato non significa più turisti, ma il censimento di strutture finora fuori dai radar

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«Il quadro di Ferragosto è come quello di Capodanno: generalmente non ci sono crolli nei tassi di occupazione delle strutture. E anche quest’anno è in linea con la dinamica storica. Il tema però non è questo». Daniele Barbetti è presidente di Federalberghi Toscana.

Presidente, allora qual è il tema?

«Il tema che emerge e su cui ci dobbiamo interrogare è che, purtroppo o per forturna, dal censimento del Cin degli affitti brevi e della ricettività in civile abitazione c’è un’emersione».

Si riferisce al Codice Identificativo Nazionale, diventato obbligatorio per i privati che affittano appartamenti. Che porta quest’emersione?

«Che per quanto riguarda le presenze avremo dei dati falsati derivati da presenze che già c’erano ma che stanno emergendo solo ora. Da qui la difformità di lettura: l’aumento di presenze e arrivi è dovuto all’emersione di quanto finora non dichiarato».

Significa che le presenze in più sono solo nei report?

«Sì. Già 10 anni fa l’Irpet stimava il doppio delle presenze rispetto a quelle censite. Questo è evidente da due anni, con un’accelerazione nell’ultimo anno. Faccio un esempio. In Toscana abbiamo circa 2mila alberghi, con una storicità di dati consolidata da anni. Stessa cosa per i campeggi. Quest’anno però arriviamo a 60mila Cin. Per i 2mila alberghi, i dati di quest’anno si potranno comparare con quelli del passato. Ma se 40-45mila strutture non hanno dati storici, come fai a dire che ci sono più presenze? L’unica comparazione da fare è comparto per comparto: alberghi con alberghi, campeggi con campeggi».

Quando si avranno i dati effettivi?

«L’anno prossimo ad aprile. Questi sono i tempi della Pubblica amministrazione. Per noi sarebbe importante che fossero disponibili prima. Speriamo che il nuovo Osservatorio turistico venga implementato. Intanto però sarebbe interessante sapere – se la Pubblica amministrazione lo rendesse noto – qual è il tasso di adempienza dei privati rispetto all’invio statistico».

Si spieghi meglio.

«Dei 60mila Cin toscani, quanti stanno inviando mensilmente le comunicazioni? Questo sarebbe importante per conoscere i numeri. Se hai un tasso di adempienza basso, il dato non è valido per qualità e per quantità».

Tornando al dato empirico, guardiamo a Ferragosto.

«A Ferragosto non c’è crisi. C’è però il quadro dei territori: il turista italiano fa fatica a fare le vacanze e nelle destinazioni non vocate al lusso si ha una riduzione degli italiani. Se invece una destinazione ha saputo rafforzare la sua posizione sui mercati internazionali, allora riesce a fare bene. Se è se è su più mercati, fa anche meglio».

Che serve per far tornare in vacanza gli italiani?

«Agire sulla leva fiscale per metterli in condizione di avere maggiore capacità di spesa».

Nei giorni scorsi il professor Nicola Bellini della Scuola Sant’Anna di Pisa, spiegava su queste pagine che, oltre a un problema economico, il calo di turisti è dovuto anche a un cambio delle abitudini di vacanza. Dalla sua esperienza lo conferma?

«I fenomeni di costume cambiano nel corso della storia quindi è vero: in parte incide il portafoglio, in parte la dinamica complessiva. Incide anche il fatto che gli stabilimenti produttivi un tempo si fermavano ad agosto, e ora con la necessità di non fermare mai la produzione non chiudono più. Tutto ciò comporta più frammentazione. In più il mercato è globale e non va in ferie sulla base del calendario romano. Come in tutti i momenti di cambiamento bisogna interrogarci sul da farsi e per farlo occorrono i dati. Fare un ragionamento ora significa farlo in modo incompleto: perché sia completo se ne riparla ad aprile».

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