Il Tirreno

Toscana

Il caso

Risarcimenti alle vittime dei crimini nazifascisti, governo e ministero contro le famiglie italiane

di Francesca Ferri

	La storica immagine delle bare portate a spalla della vittime dell'eccidio di S.Anna di Stazzema
La storica immagine delle bare portate a spalla della vittime dell'eccidio di S.Anna di Stazzema

La presidenza del consiglio e il ministero dell’Economia e Fianze hanno fatto appello contro una sentenza che condannava la Germania a risarcire i parenti di un eccidio in Toscana.

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Le famiglie delle migliaia di italiani e italiane, adulti, bambini, anziani, vittime civili delle atrocità compiute dai nazisti e dai fascisti nell’ultima parte della Seconda guerra mondiale – 4.500 solo in Toscana, teatro di oltre 280 fra stragi ed eccidi in 83 comuni – continuano a non avere lo Stato al loro fianco. L’ultimo smacco si è consumato ai danni dei familiari delle vittime dell’eccidio di Falzano di Cortona, Arezzo.

La Presidenza del consiglio dei ministri, vale a dire la premier Giorgia Meloni, e il Mef, Ministero dell’Economia e finanze, poche settimane fa hanno incaricato l’Avvocatura dello Stato di fare appello contro la sentenza con cui il 22 gennaio il Tribunale di Arezzo ha condannato la Repubblica Federale di Germania a risarcire 17 tra figli, nipoti e pronipoti. «Uno scandalo questa impugnazione da parte della Presidenza del consiglio e del Mef», tuona Dario Parrini, senatore toscano del Partito democratico, da sempre attento alla questione dei risarcimenti.

Senatore Parrini, finora nella narrazione della vicenda dei risarcimenti si è messa in luce l’opposizione da parte dell’Avvocatura dello Stato.

«Attenzione: l’Avvocatura dello Stato è un organo operativo della Presidenza del consiglio dei ministri e del ministero Economia a finanze. Ma sono la Pdcm e il Mef che si mettono “contro” i familiari delle vittime. L’Avvocatura li rappresenta e li difende. Stop. I “mandanti” sono loro. Ed è bene che questo sia recepito in modo molto chiaro».

Facciamo un passo indietro. I risarcimenti sono previsti dal decreto 36 del 2022 del governo Draghi, che istituì un fondo da 55 milioni di euro, elevati poi a 61, per sopperire al fatto che lo Stato tedesco non dava corso alle sentenze di risarcimento a suo carico, stabilendo il principio, convalidato dalla Corte Costituzionale, che in caso di condanna della Germania il risarcimento doveva essere erogato tramite questo fondo. I problemi sono stati due: le impugnazioni e il mancato rispetto dei tempi di pagamento previsti dal Decreto.

«Le impugnazioni avvengono con motivazioni risibili, puramente pretestuose e dilatorie. Sono puro ostruzionismo. Nel caso della sentenza del tribunale di Arezzo, l’Avvocatura dello Stato dice che “non è competente il Foro di Arezzo”. E perché mai? E poi dice che “non va condannata la Germania”. E perché mai se il Fondo è stato istituito proprio per dare un seguito tangibile alle condanne della Germania?».

In alcuni casi le sentenze favorevoli ai parenti delle vittime sono passate in giudicato. Ma il Mef non versa i risarcimenti.

«Esatto, continuano a non pagare i risarcimenti ai possessori di sentenze definitive che hanno fatto da più di 180 giorni, alcuni da molto più di 180 giorni, richiesta di accesso al fondo di 61 milioni nato col governo Draghi. Una situazione sempre più sconcertante e vergognosa. Una ferita alla storia di questo Paese. Anche in questo caso con l’obiettivo di tirarla in lungo, di non rendere concreto riconoscimento dei diritti di queste persone».

Il 25 Aprile, a domanda del Tirreno, il Mef rispose che per il 2024 erano stati saldati 11,2 milioni di euro e per il 2025 7,4 milioni, per 88 ordini di pagamento. Si ha notizia delle cause in pendenza? E basterà il fondo a coprire tutte le richieste?

«Continuano a non rispondere alle interrogazioni parlamentari mie e alle richieste formali di chiarimenti mie e dei legali dei parenti delle vittime. Quanti soldi ci sono ancora nel fondo? Quanti ne sono stati usati? Serve un rifinanziamento? Se sì, di quanto e entro quando? Il rifiuto di dare risposte e chiarimenti fa sì che questa vicenda rappresenti un colossale esempio di mancata trasparenza, di abuso di potere e di protervia di Stato. Il quale si attacca a ogni pretesto per pagare il più tardi possibile i risarcimenti, una cosa ignobile, dato che si sta parlando di crimini contro l’umanità e data l’età avanzata dei figli delle persone uccise, che attendono dallo Stato giustizia da decenni e che rischiano di morire senza ottenerne alcuna. In un Paese che si regge su una Costituzione antifascista, una condotta del genere è inconcepibile e merita una condanna corale e fermissima».  l

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