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Maleducati a mare, lo stilista Giornetti: «Troppa nudità in pubblico, serve rispetto e buon senso»

di Francesco Paletti

	Massimiliano Giornetti
Massimiliano Giornetti

Il direttore di Polimoda ed ex direttore creativo di Ferragamo interviene sul tema del decoro estivo: «Non è una questione estetica, ma etica. L’eccesso di nudità nei luoghi pubblici è sintomo di mancanza di rispetto verso gli altri»

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«Qualche regola in più servirebbe perché c’è davvero un’ostentazione eccessiva della nudità. E guardi, non ne faccio assolutamente una questione di estetica, bensì di etica». Non entra nel merito dei contenuti delle ordinanze messe in campo dalle diverse amministrazioni comunali Massimiliano Giornetti, 53 anni, dal 2021 direttore di Polimoda, la scuola internazionale di alta formazione fiorentina, e per circa 16 anni direttore creativo della Maison Salvatore Ferragamo. Però, per lui, proprio non ci sono dubbi sul fatto che sia necessario mettere qualche argine al fenomeno. 

Si sta davvero esagerando? 

«A mio avviso sì. E credo che molto dipenda dai social media e dall’uso che se ne fa: c’è quasi una sorta di bisogno di mettere in mostra il proprio corpo. Non dico che una ragazza con una bella silhouette o un giovane con i pettorali e i bicipiti scolpiti da un inverno di palestra, non possa anche essere gradevole alla vista. Ma il punto non è quello». 
Qual è? 
«Come le dicevo è soprattutto etico e attiene al rispetto che si deve per le sensibilità di tutti quando si frequentano luoghi pubblici. Viviamo in una società sempre più multiculturale e le assicuro che non in tutte le culture, l’esibizione del corpo è considerato qualcosa di piacevole».
Quindi? 
«Anche se siamo in estate e un po’più di libertà nel vestire è comprensibile, credo che non costi nulla infilarsi una canottiera prima di andare al bar vicino alla spiaggia oppure una camicia se si pranza in un ristorante. Magari di lino che è un tessuto leggero e traspirante. D’altronde, regole di buon senso vigono in molti ambienti: a teatro in infradito non si può andare, ad esempio. Penso che un briciolo di attenzione in più sia soprattutto una questione di rispetto. E l’eccesso di nudità e l’ostentazione della fisicità è solo uno dei problemi». 
Gli altri quali sono? 
«Comportamenti che attengono alla fruizione di luoghi e locali pubblici che è per forza condivisa. È inteso, infatti, che nella propria casa, giardino o piscina ognuno è liberissimo di fare ciò che ritiene più opportuno. Il discorso, però, cambia quando siamo in spazi frequentati anche da altre persone». 
In quei casi, oltre all’abbigliamento a cosa sarebbe opportuno fare attenzione? 
«Ad esempio parlare a bassa voce al cellulare. O, ancora meglio, uscire per fare la telefonata e rientrare quando si è finito. Anche le suonerie andrebbero controllate un po’ di più». 
In che modo? 
«Lasciando il telefono in modalità silenziosa. Se si attende una chiamata importante, basta tenerlo sul tavolo e ce ne accorgiamo perché lampeggia. Non è necessario farlo squillare tre o quattro volte. Sono piccole cose, ma che hanno il sapore del rispetto per coloro che condividono i nostri stessi spazi. E che possono provenire anche da un cultura diversa dalla nostra, in cui le modalità di vivere e fruire la socialità sono diverse». 
Ad esempio? 
«Gliene potrei fare molti. In Giappone, ad esempio, nei ristoranti è proprio vietato mettere profumi troppo intensi perché possono rendere meno percepibili quelli del cibo».
La colpa di tutto, secondo lei, è dei social media?
«Non di tutto quello che le ho detto, ma sicuramente hanno una grande responsabilità nell’ostentazione della nudità. Beninteso, dipende soprattutto dal modo in cui sono utilizzati ma nelle nuove generazioni soprattutto, l’esibizione del corpo attraverso le immagini è diventato quasi un modo di farsi riconoscere e autorappresentarsi». 
Servono le regole o c’è bisogno di ripartire dall’educazione?
«A mio avviso entrambe le cose. Occorre sicuramente di educare al rispetto dei luoghi e degli spazi condivisi e in tal senso avere delle regole di buon senso da rispettare può aiutare molto». 

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