Il Tirreno

Domenica 20 luglio, l’ultima frazione del Baloise Ladies Tour si è conclusa in modo drammatico durante lo sprint finale a Zottegem. Poco prima dell’arrivo, una caduta multipla ha coinvolto diverse cicliste, rovinando la volata e causando ferite gravi. Tra le atlete coinvolte, la peggiore sorte è toccata all’americana Alexis Magner, che ha perso conoscenza dopo un violento impatto sullo sterno.

L’incidente e le condizioni delle cicliste

La corsa, che prevedeva partenza e arrivo nella città fiamminga, è stata segnata da un tragico episodio nell’ultima curva: numerose atlete hanno perso il controllo, scontrandosi tra loro e finendo a terra. Tra le coinvolte anche Charlotte Kool, favorita della Team Picnic PostNL, visibilmente scossa e in lacrime dopo la caduta, e la belga Fien Van Eynde, della Fenix-Deceuninck. Inizialmente, le preoccupazioni maggiori erano per Kool, che ha sbattuto contro un cordolo, ma la situazione di Magner è rapidamente degenerata.

Intervento medico sul posto e ricovero urgente

Come raccontato da alcuni cronisti presenti, Magner è rimasta a terra priva di sensi e immobile, mentre altri atleti cercavano di rialzarsi. Il personale medico dell’Unità Mobile di Pronto Soccorso (MUG), presente per l’assistenza durante la gara, è intervenuto immediatamente per rianimarla sul posto. La ciclista, già ex atleta del team Canyon//SRAM, è stata poi trasferita d’urgenza in ospedale, dove ha subito un intervento chirurgico a causa delle gravi lesioni riportate.

Indagini in corso e possibili responsabilità

La polizia ha raggiunto il luogo dell’incidente per indagare sulle cause e le dinamiche dello schianto. Un video che ritrae l’istante della caduta è stato sequestrato come prova. Al momento, non sono stati rilasciati aggiornamenti ufficiali sullo stato di salute di Magner, né dalla squadra Cynisca Cycling né dagli organizzatori della corsa. Non è esclusa la possibilità che l’incidente possa essere stato favorito da carenze nella gestione della sicurezza, dato che il punto in cui è avvenuto il sinistro era privo di adeguate protezioni e si trovava a pochi centimetri da un bagno chimico lungo il percorso.