Il Tirreno

Toscana

L’intervista

Riccardo Bandini: «La crisi della moda si fa sentire ma il segreto è rimanere uniti»

di Luca Daddi

	Riccardo Bandini
Riccardo Bandini

Il presidente dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno fa il punto sul settore pelle

4 MINUTI DI LETTURA





Riccardo Bandini è presidente dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno (Pisa) dal gennaio 2025. Con lui facciamo il punto sul settore.

Crisi della moda e ripercussioni sulle concerie: il peggio è passato o deve venire?

«L’intero comparto conciario sta attraversando uno dei periodi più complessi che abbia mai vissuto a causa di una crisi strutturale che investe trasversalmente l’industria della moda. Questa crisi ha prodotto ripercussioni importanti sulla produzione dei manufatti in pelle, sia a livello distrettuale che di settore. Pensiamo prima di tutto al contesto della concia nazionale e al preconsuntivo 2024: le stime elaborate da Unic segnano un ribasso complessivo del fatturato pari al 4,5% e un calo della produzione che si attesta al 7,3%. Se il segno di tali variazioni venisse confermato nell’analisi a consuntivo, si tratterebbe del secondo anno consecutivo di cali generali per il settore, dopo i rallentamenti registrati già nell’anno precedente. Per il comprensorio toscano del Cuoio, con quasi seimila addetti e cinquecento aziende, secondo distretto nazionale in termini produttivi, si stima un calo pari al 4,2% in termini di fatturato e all’1,6% di export. Ci muoviamo dunque in uno scenario che resta complesso, anche per cause la cui evoluzione non è semplice prevedere, come le questioni geopolitiche oppure le mutate abitudini di consumo. Pur in tale contesto, però, possiamo cogliere segnali emersi dalle sinergie che abbiamo consolidato per affrontare questa crisi. Nell’attesa di una ripresa, ci siamo uniti in un fronte comune con istituzioni, associazioni di categoria, sindacati e portatori di interessi, a livello locale e nazionale, per condividere i migliori strumenti da adottare».

Concerie e banche: come migliorare il rapporto?

«Il rapporto resta solido, tanto più nell’attuale fase, agevolato da occasioni di confronto costante che abbiamo promosso. Abbiamo coinvolto tutti gli istituti di credito del territorio per illustrare le necessità delle aziende e richiedere la giusta attenzione per un settore che storicamente ha sempre dimostrato solidità. Questo dialogo ha dato alle banche l’opportunità di comprendere meglio l’importanza dell’essere azienda in un sistema distrettuale come il nostro, dove la sinergia è l’elemento fondamentale, dove l’essere distretto consente anche alle imprese medio-piccole di affrontare il mercato globalizzato».

Cosa fare per ridurre i costi energetici?

«Tra gli strumenti più efficaci che sosteniamo in quest’ambito pensiamo al gruppo d’acquisto promosso dall’Assoconciatori per l’energia elettrica e il gas. Il gruppo è riuscito a rinnovare i contratti di fornitura per le concerie e le società collegate, coinvolgendo nuovi fornitori e partner strutturati e assicurando importanti risparmi alle aziende. Anticipando il momento di incertezza del mercato, i fornitori si sono resi disponibili a proseguire le forniture alle stesse condizioni contrattuali fino a tutto il 2026, in alcuni casi fino alla prima metà del 2027, con uno spread inferiore al precedente. È un risultato importante, che si aggiunge ai servizi dedicati agli associati dal gruppo d’acquisto, servizi che hanno mitigato l’aumento dei costi energetici, fattore che in questi anni ha penalizzato ogni attività manifatturiera».

Lotta all’impatto ambientale, una battaglia che non finisce mai. Quali iniziative all’orizzonte?

«La responsabilità ambientale è fondamentale nell’evoluzione del distretto conciario, come per il comparto a livello nazionale. Questo distretto resta leader del mercato anche grazie alla capacità complessiva di gestione della tematica ambientale, con un impegno che non si ferma. Pensiamo allo strumento dell’attestazione Emas, promosso dal ministero dall’Ambiente per incentivare la responsabilità di pubblico e privato verso l’ambiente. Nei prossimi giorni la riunione del Comitato Nazionale Emas si svolgerà all’Assoconciatori: è un segnale importante che vedrà, intorno al tema della responsabilità ambientale, diversi stakeholder, tra cui la presidenza nazionale Emas, a confronto sulle pratiche ambientali del nostro distretto meritevoli di essere esportate. Monitorare e contenere l’impatto ambientale resta uno dei nostri obiettivi irrinunciabili, sia per le singole aziende che a livello consortile. Pensiamo anche all’attività di ricerca condotta dal Polo Tecnologico Conciario (Poteco), impegnato a valorizzare soluzioni in grado di coniugare la qualità della produzione con il benessere del consumatore. Queste attività di ricerca sono inscindibili dall’attività di formazione. Intorno al Poteco è stato costruito nel distretto un modello in grado di formare figure spendibili con successo nel mercato del lavoro con competenze diffuse, da quella ambientale a quelle specifiche richieste dalle aziende».

Quali conseguenze può avere l’intelligenza artificiale nel vostro settore?

«L’intelligenza artificiale può rappresentare un’opportunità, sia per le lavorazioni interne alle aziende che in termini di accrescimento complessivo degli standard di lavorazione. L’Assoconciatori, insieme a diverse realtà private e pubbliche, lavora ad un progetto innovativo, che potrà rappresentare uno strumento in grado di migliorare l’aspetto della sicurezza sul lavoro, ambito che ci vede già impegnati in una formazione costante. Questo nuovo progetto, grazie a una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale e sulla realtà virtuale, contribuirà ad una sempre maggiore consapevolezza in merito ai comportamenti più sicuri da tenere sul lavoro».

Primo piano
Ambiente

Mare toscano sempre più caldo: anomalia record, +6,2°C oltre la media - Quali sono gli effetti e i rischi

di Francesca Ferri
Estate in Toscana