Ricavi, le prime 250 aziende della provincia di Livorno: nella top 10 c’è una catena di negozi di abbigliamento
Di grande rilievo le attività legate al porto e alla logistica. Il fenomeno Cuccuini. In fondo all’articolo la classifica completa
Sul podio delle aziende con i maggiori ricavi, strano ma vero, non troviamo Livorno ma il sud della provincia: Unicoop Tirreno con la sua sede legale a Riotorto, Solvay a Rosignano e Jsw Steel Italy a Piombino. È però aggiungendo altre aziende che seguono nella classifica dei ricavi (Bunkeroil, Del Corona & Scardigli, Hillebrand Gori Italy) che si riesce a delineare con maggiore definizione l’economia dell’area livornese costituita da grandi aziende e multinazionali della chimica e della siderurgia, del mondo della logistica e del porto. Un “nodo” di gruppi che di questa terra ha fatto la storia rendendo la provincia livornese un unicum rispetto alle altre realtà della Toscana. Merita una spiegazione a sé la società cooperativa che guida questa flotta di imprese rappresentando il commercio.
I supermercati
Non è una novità il primo posto di Unicoop Tirreno: se nel 2023 svetta con ricavi quasi 920 milioni di euro, nei due anni precedenti le cifre erano di poco inferiori. Risale negli ultimi tre anni invece il risultato operativo pur, in questo caso, non raggiungendo la vetta rispetto alle altre realtà. Un primo posto sul podio che sembra stridere con la narrazione degli ultimi anni di una società cooperativa in crisi e in cerca di alleanze. In realtà il dato dei ricavi coincide con quello delle vendite e quindi con quelle di 100 supermercati sparsi sulla costa toscana. Già a partire dal 2020 i risultati sono migliorati (qualche anno fa fu varato un piano di austerity) che ha portato agli attuali risultati considerati buoni anche per quanto riguarda l’utile (un milione e 93mila nel 2023). Da qui quindi un’operazione di sviluppo e consolidamento che porterà dal primo luglio alla fusione con Coop Centro Italia e alla nascita di Coop Etruria: un colosso con circa 170 punti vendita, 5.800 dipendenti e quasi 800mila soci tra Toscana, Lazio ed Umbria. Un percorso che già anticipa i risultati dei prossimi anni, in maniera scontata, visti i presupposti e il numero dei punti vendita, in crescita.
La siderurgia
Nonostante le difficoltà e incertezze legate al futuro del polo siderurgico Jsw Steel non solo resta al secondo posto tra le aziende più grandi del territorio della Val di Cornia e della provincia di Livorno, ma registra nel 2023 una sostanziale crescita in termini di fatturato, circa 364 milioni di euro rispetto ai 308 milioni del 2022. Ciò basta, per il primo anno (da tempo), a far chiudere l’azienda in utile: Jsw, infatti, segna più di 13 milioni di euro, cifra straordinaria se paragonata alla perdita di 24 milioni di euro del 2021. Tutto questo a fronte di ricavi aumentati di un terzo in tre anni.
Porto
È storicamente l’indiscusso protagonista della graduatoria, il porto, se consideriamo solo il comune di Livorno, con le spedizioni internazionali che sono chiaramente strettamente collegate – con la Del Corona & Scardigli e la Hillebrand Gori ai primi posti. Un comparto destinato a un’ulteriore crescita perché i dati raccontano di un polo forte, in cerca di un consolidamento che arriva dal potenziamento infrastrutturale in previsione.
Il polo di Rosignano
Solvay, Ineos, Inovyn, Ineos Manifacturing non hanno bisogno di presentazioni: il polo industriale di Rosignano vede una crescita costante e rappresenta non solo un territorio, ma anche ricerca, ricavi, utili. Tutti segnali positivi, compreso il fatto che dal polo partono verso il mondo progetti che guardano al futuro e diventano pilastro per l’economia di un’intera zona.
Cuccuini, i super abiti
Diciassette negozi in Toscana, da Forte dei Marmi a Punta Ala, e uno store a Madrid che fa un fatturato degno di nota. E poi, soprattutto, una rete di vendite online che contribuisce per la stragrande maggioranza ai risultati di questa catena di abiti e accessori di lusso.
Cuccuini occupa il decimo posto per ricavi. Si tratta di un posizionamento in classifica inusuale per una realtà commerciale di questo tipo: 115 milioni di euro di fatturato, 114 milioni di ricavi, 1,9 milioni di utili.
Ma quale è il segreto di questi risultati eccellenti? Probabilmente la capacità di sapersi sempre adeguare ai cambiamenti. «Siamo stati tra i primi nel 2008 a investire sul commercio online – spiega Gino Cuccuini, direttore commerciale della società che vende abiti e accessori di lusso - e oggi la grande maggioranza di volumi e ricavi arriva da lì. Vendiamo dagli Stati Uniti al Nord Africa, dall’Australia alla Romania. Con una struttura e una logistica cresciute negli anni».
«Poi ci sono – aggiunge il manager – i 17 negozi, in Toscana e uno a Madrid. Per noi hanno un grande valore: il negozio fisico resta, e resterà, sempre al primo posto».