Concessioni balneari, il ministro dimezza i canoni demaniali: gli importi, gli esempi e che cosa cambia
A prevedere i tagli è la bozza del decreto interministeriale: ok della Ragioneria, ora è atteso il parere del Consiglio di Stato
Una “sforbiciata” ai canoni demaniali fino a circa il 50 per cento e pure agli indennizzi (ora limitati) per i concessionari uscenti qualora non dovessero più aggiudicarsi la spiaggia. Neppure un accenno, invece, all’aumento del 10 per cento, previsto dalla normativa, nell’allegato tecnico al decreto attuativo del “Salva-infrazioni” che circola tra il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministero dell’Economia e delle Finanze. Il vicepremier Matteo Salvini, infatti, ha previsto sconti sulle concessioni per gli stabilimenti balneari. Che, in Toscana, ammontano a circa 920, un numero che porta di diritto la nostra regione sul secondo gradino più alto del podio nazionale (subito dopo l’Emilia-Romagna) per numero di stabilimenti.
La spada di Damocle
Da tempo, sulla testa dei balneari pende la spada di Damocle della Bolkestein, la norma europea che impone una serie di regole a favore della concorrenza nel settore dei servizi, assegnando concessioni demaniali e servizi pubblici tramite gare pubbliche e accessibili a chiunque. «Le procedure e le formalità di autorizzazione devono essere chiare, rese pubbliche preventivamente e tali da garantire ai richiedenti che la loro domanda sarà trattata con obiettività e imparzialità», si legge nel testo della direttiva. E ora ci siamo: con ogni probabilità questo sarà l’ultimo passo per completare il decreto “Salva-infrazioni”, approvato lo scorso novembre, che ha imposto di concludere i bandi entro il 30 giugno 2027, in sostanza 21 anni dopo l’approvazione della direttiva Bolkestein in Unione Europea, che l’Italia però ha più volte prorogato nel corso di quasi un quarto di secolo.
Gli importi
Il provvedimento è già stato bollinato dalla Ragioneria ed è ora in attesa del parere di conformità del Consiglio di Stato. Ma intanto, stando alla bozza di Mit e Mef, all’articolo 8 del decreto vengono definiti gli importi dei canoni – a partire dal 1° aprile di quest’anno. Rispetto al 2024 (anno a cui risale l’ultimo aggiornamento dei canoni di concessione a fini turistici) la riduzione è evidente. Ecco alcuni esempi sulla base della tipologia concessoria: se prendiamo un’area scoperta di categoria A si passa da 3,3 euro al metro quadrato a 2,05 euro; per aree e specchi d’acqua occupati con impianti di facile rimozione (sempre categoria A), invece, si va dai 5,53 euro al metro quadrato ai 3,42 euro fissati dal nuovo decreto. Stessa storia per quelle aree che, al contrario, hanno impianti di difficile rimozione: se nel 2024 uno stabilimento spendeva 7,37 euro al metro quadrato, ora si riduce a 4,55.
L’attacco
Ma la decisione ora divide la politica. «Il super-sconto regalo di Salvini ai balneari sui canoni demaniali, già scandalosamente bassi, è fatto con i soldi degli italiani – commenta il leader di Avs Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde – . Mentre il ministro Giorgetti chiede sacrifici agli italiani, decidendo tagli in settori fondamentali come trasporti, scuola, servizi sociali e sanità e prevedendo un aumento di soli 0, 10 euro al giorno alle pensioni minime, Salvini fa un super-regalo agli imprenditori balneari riducendo il canone di concessione demaniale che è già a prezzi bassissimi». Infine snocciola i numeri. «Pensate che il Twiga paga solo 21mila euro all’anno a fronte di un fatturato di 10 milioni di euro – conclude Bonelli – . Dalle oltre 24 mila concessioni in Italia, lo Stato ha incassato nel 2024 appena 120 milioni di euro, con una morosità di 30 milioni. Con i nuovi canoni lo Stato incasserà 74 milioni di euro. Vergogna pura».