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L’operazione

Riciclaggio di denaro fra Toscana e Sardegna, il “pezzo” e il “doppio binario”: ecco il codice segreto dei cinesi

di Federico Lazzotti
Soldi sequestrati durante un'operazione
Soldi sequestrati durante un'operazione

Dal 2020 a oggi sarebbero stati portati in Toscana milioni di euro illeciti poi trasformati in yuan e caricati su carte cinesi

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PRATO. Un pezzo corrisponde a 10mila euro da ripulire, il cambio è invece la parte (350 euro) che su quella stessa cifra spetta a chi esegue l’operazione di lavaggio. Mentre per doppio binario si intende il trasporto della valuta e il reinserimento sul mercato dalla porta di servizio.

Ecco il codice segreto scoperto dagli investigatori che indagano sul presunto sistema di riciclaggio di denaro illecito organizzato tra la Sardegna e la Toscana da una serie di imprenditori cinesi per ripulire milioni di euro. Un modello diviso in quattro fasi: raccolta dei contanti tra gli imprenditori orientali che operano nella zona di Cagliari, trasporto del denaro in Toscana dove gli euro vengono trasformati in Yuan e caricati su carte prepagate dalle quali poi veniva acquistati beni di lusso, in particolare orologi.

Ma non c’è solo questo aspetto nelle carte dell’indagine condotta dalla procura di Livorno e coordinata dal pubblico ministero Niccolò Volpe. Perché in un anno e mezzo di accertamenti i militari della finanza e i colleghi dell’Agenzia delle Dogane sono riusciti anche a individuare il luogo nel quale Yongsheng Yang, 46 anni, considerato uno dei soggetti centrali del sistema di riciclaggio, avrebbe consegnato il denaro raccolto in Sardegna con una cadenza settimanale.

Si tratta di un garage nella zona di Montemurlo. È qui che il 18 gennaio scorso è terminato il viaggio cominciato il giorno precedente, insieme alla moglie dal porto di Olbia prima di sbarcare a Livorno. Quella mattina il quarantaseienne ha parcheggiato la Bmw Serie 2 all’interno di un box di pertinenza di un condominio dove si è trattenuto per circa venti minuti. Successivamente si è incontrato, sempre a Montemurlo, con un soggetto cinese arrivato all’appuntamento a bordo di una Mercedes Gle condotta da una donna. Secondo l’annotazione delle fiamme gialle, il quarantaseienne ha prelevato dalla sua macchina un sacchetto nero che ha consegnato all’altro uomo. Tutto fa pensare che all’interno ci fossero tutti o parte dei soldi arrivati dalla Sardegna. Anche il 15 febbraio scorso, Yang e la moglie - arrivato in Toscana - hanno effettuato un percorso molto simile a quello del mese precedente. Stesso discorso il primo marzo.

Gli investigatori

«Trattasi – scrivono gli investigatori nella richiesta di perquisizione effettuata nei giorni scorsi il cui esito è secretato – di un articolato e complesso sistema di money laudering (una lavatrice di denaro, appunto)». Che inizia nel piazzale dell’azienda di Cagliari riconducibile al quarantaseienne. È qui che gli investigatori hanno filmato per mesi una serie di imprenditori cinesi che in una specie di rituale si presentavano «con borse, borselli e zaini» nel negozio e ne uscivano dopo pochi minuti, senza merci, molto probabilmente per depositare le somme di denaro nelle mani dell’imprenditore che successivamente si occupava di trasportarle via nave in Toscana. L’ultima volta, quando è stato fermato dalla finanza appena sbarcato da Livorno aveva sistemato nel serbatoio 510mila in contanti divisi in sacchetti sottovuoto.

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