Io, figlia di una donna maltrattata: «Le grida e quel vetro spaccato, sono cresciuta nella paura»
Il racconto drammatico di una studentessa di terza media di una scuola viareggina: «Ricordo i passi degli scarponi da lavoro, cercavo di proteggere mio fratello»
L’articolo che segue è stato scritto da un’alunna di terza media di una scuola viareggina. Per l’argomento trattato, a tutela della sua riservatezza, ne omettiamo le generalità.
Le donne che al giorno d’oggi vengono maltrattate dai fidanzati, mariti, compagni, sono ancora troppe, eppure non se ne parla mai abbastanza. L’ambiente in cui crescono i figli e le figlie di queste donne è nocivo per la mente. Io lo so bene, non perché sia scontato, ma perché l’ho vissuto in prima persona.
I bambini e i ragazzini che escono da un ambiente simile tendono a sviluppare paure elevate, ansie inspiegabili e molto spesso subiscono troppi disagi riguardo l’infanzia.
Ricordo che io venivo sgridata anche solo se versavo dell’acqua sul tavolo o se mi si rompeva un bicchiere. Un altro dei ricordi spiacevoli della mia vita di bambina è di quando avevo circa sette anni. Mi ricordo i passi pesanti degli scarponi da lavoro, ricordo come mia madre mi chiuse in camera con mio fratello, mi ricordo come cercavo di non fargli sentire le grida di dolore o il vetro che si spaccava, mi ricordo che avevo tanta paura, che piangevo disperatamente.
Di questi episodi ne ho passati tanti insieme a mio fratello che da queste situazioni ha assorbito il concetto sbagliato, diventando l’esatto opposto di quel che gli ho insegnato.
È vero anche che si tende a privilegiare il figlio maschio, anche se mia madre cerca di dare le stesse attenzioni a me e a mio fratello.
Una volta cresciuta, per colpa della situazione in cui sono cresciuta, sono finita in relazioni in cui a mia volta ho subito maltrattamenti psicologici senza neanche accorgermene. Erano sempre le mie amiche a farmi notare i comportamenti fortemente tossici dei miei fidanzati e fidanzate.
Penso che l’educazione all’affettività nelle scuole primarie e secondarie sia fondamentale per far sì che i bambini sappiano quali comportamenti vanno bene e quali no. Non trovo ammissibile che certi bambini crescano con degli esempi del genere per poi incarnare essi stessi quegli esempi.
Per questo motivo io trovo l’educazione all’affettività importantissima, anzi necessaria, indispensabile, soprattutto se rivolta a una generazione che sta crescendo e si sta sviluppando.
Quando sarò vecchia non accetterò di sapere che cose del genere stanno succedono ancora . Sarebbe assolutamente irragionevole e animalesco, grottesco e definitivamente scandaloso, inaccettabile.
Ci sono troppe parole per descrivere questi gesti che, sinceramente, non rendono nessuno "più umano", bensì più animale.