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La Toscana senza medici di famiglia: 300 dottori mancanti e gli scenari futuri

di Francesca Ferri
La Toscana senza medici di famiglia: 300 dottori mancanti e gli scenari futuri

Per i prossimi due anni la situazione è prevista in peggioramento. «Circa 500 andranno in pensione»

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Se l’anno scorso 300mila toscani e toscane si sono potuti curare dal medico di famiglia è perché a indossare il camice bianco sono stati chiamati anche i corsisti che, per dirla con una brutta espressione, hanno fatto da “tappabuchi”.

Sono infatti circa 300 (345 al 1° gennaio 2024, secondo l’ultimo rapporto Gimbe; 273 ad agosto 2024, secondo dati delle Asl toscane, elaborati dal Tirreno lo scorso settembre) i medici “di famiglia” che mancano all’appello nella regione, e in particolare nelle zone periferiche della regione, soprattutto quelle montane.

Medici in calo

Dal 2019 al 2023, il numero di medici di medicina generale in Italia è diminuito del 12,7%, con il calo più significativo in Sardegna (-39%). La Toscana è appena al di sotto della media nazionale, con una diminuzione che tocca il 11,5%.

La Toscana, sempre secondo il rapporto Gimbe, nel 2024 è stata la sesta regione in Italia dove il problema è più sentito. In cima alla classifica c’è la Lombardia, con 1.525 medici mancanti; seguono Veneto con 785, Campania con 652, Emilia Romagna con 536 e Piemonte con 431.

A livello nazionale la carenza di medici di famiglia ha raggiunto livelli critici: oltre 5.500 medici di medicina generale mancano all’appello, mentre il 52% di quelli in attività supera i 1.500 di pazienti.

1.300 pazienti

Per legge occorre un medico ogni 1.300 pazienti: questo è il rapporto ritenuto ideale per garantire l’assistenza. Tuttavia il limite sale in genere a 1.500 pazienti, proprio a causa della carenza di personale. Per periodi limitati, in casi eccezionali, è concesso un aumento provvisorio dei pazienti che – in passato raramente, ma oggi sempre più di frequente – raggiunge i 1.800 pazienti.

Il numero medio di assistiti per ciascun medico in Italia è aumentato a 1.374, con variazioni regionali che vanno dai 1.100 del Molise ai 1.548 della Provincia autonoma di Bolzano, portando a una difficile accessibilità dei medici, soprattutto nelle aree metropolitane e rurali.

In Toscana questo sovraccarico di lavoro riguarda praticamente la metà, il 49,4%, dei medici di base. E non si tratta solo di avere più pazienti.

Pazienti più fragili

«I criteri per definire il numero massimo di assistiti per ciascun medico di medicina generale non hanno mai considerato l’evoluzione demografica degli ultimi 40 anni, né oggi tengono presenti le proiezioni per il prossimo decennio», ha spiegato nei giorni scorsi Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.

«La percentuale di residenti di età 65 anni – spiega Cartabellotta – è quasi raddoppiata, passando dal 12,9% (7,29 milioni) nel 1984 al 24% (14,18 milioni) nel 2024. Ancora più marcato l’aumento degli over 80, la cui prevalenza è più che triplicata: dal 2,4% (1,4 milioni) del 1984 al 7,7% (4,5 milioni) nel 2024. Questa tendenza è confermata dalle previsioni Istat per il 2034, quando gli over 65 rappresenteranno il 29,4% della popolazione (17,04 milioni) e gli over 80 saliranno al 9,1% (5,28 milioni)».

Dunque pazienti più anziani e, preannuncia sempre l’Istat, più malati.

Nel 2023, rileva l’Istituto di statistica, 11,1 milioni di over 65 (77,6%) erano affetti da almeno una malattia cronica, di cui 7,8 milioni (54,5%) con due o più cronicità».

Verso la pensione

Il punto è che se già oggi la situazione non è rosea, nei prossimi due-tre anni è destinata a peggiorare per l’alto numero di pensionamenti attesi, che non saranno coperti da nuovi ingressi.

A livello italiano entro il 2027, più di 7.300 medici andranno in pensione e nel 2024 il 15% delle borse per la scuola di formazione in medicina generale non sono state assegnate per mancanza di candidati.

«In Toscana da qui al 2027 circa 500 medici di medicina generale andranno in pensione», spiega Niccolò Biancalani, segretario regionale della Federazione dei medici di medicina generale. E in questo arco temporale non sono previsti nuovi ingressi sufficienti a coprire i posti. Secondo il Gimbe, la professione di medico di base, infatti, non attrae più come prima. Le condizioni di lavoro sono spesso ritenute difficili, il numero di pazienti da seguire eccessivo. «Ci aspettano altri due anni di difficoltà e poi ci sarà un surplus», spiega ancora Biancalani.

La buona notizia

In un quadro fosco, ci sono però anche sprazzi di luce. Come il sistema, rodato e che si è dimostrato funzionare, delle case della salute, dove, a differenza del singolo ambulatorio dove un unico medico deve sobbarcarsi di affitto, spese di segreteria, spese per l’eventuale infermiere, più medici condividono spazi e oneri. «In Toscana, alla conta dello scorso gennaio, risultano 520 i medici che lavorano in 85 case della salute e dell comunità», conclude Biancalani.

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