Il Tirreno

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Il racconto

Benedetta, la 18enne di Prato che scrive di calcio: «Quel giorno con mio fratello ho scoperto un mondo...»

di Benedetta Cirri*

	Benedetta Cirri e la curva della Fiorentina
Benedetta Cirri e la curva della Fiorentina

La studentessa del liceo Da Vinci di Prato racconta come è nata la sua passione per il pallone

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Benedetta Cirri ha compiuto 18 anni a marzo 2024, frequenta la quinta B1 del liceo economico sociale Leonardo Da Vinci, di Prato, e da un anno e mezzo scrive di calcio per una testata d’informazione sportiva specializzata. Benedetta è una studentessa del Progetto Scuola de Il Tirreno e ha deciso di raccontare come si è innamorata del pallone


Da bambina non avrei mai immaginato che il calcio potesse occupare uno spazio così importante nella mia vita. A trascinarmi in questo mondo è stato mio fratello. Da piccola non mi interessava, lo guardavo con indifferenza, e non capivo come potesse appassionare così tante persone. Ma lui, grande tifoso della Fiorentina, non si è arreso. Fin da subito ha cercato di trasmettermi la sua passione, anche se io sembravo del tutto disinteressata. Per farmi addormentare non usava le classiche ninne nanne, ma mi parlava della formazione e dei calciatori. Quei momenti, che allora mi sembravano poco importanti, sono diventati il punto di partenza per una passione che oggi porto nel cuore: il calcio, e in particolare la Fiorentina.

La svolta

Tutto è cambiato grazie a una partita che non dimenticherò mai: il 14 febbraio 2015, Fiorentina-Juventus. Un 4-2 inaspettato che mi ha regalato un’emozione così intensa da farmi capire che il calcio non è solo uno sport, ma una passione che ti prende e ti cattura. Con il tempo ho iniziato anche ad andare allo stadio Artemio Franchi, e lì ho scoperto un lato del calcio che non avevo mai considerato. Lo stadio non è solo il luogo dove si gioca una partita, ma un vero e proprio teatro di emozioni. Ogni volta che entro al Franchi provo sensazioni uniche, a volte difficili da spiegare. Il momento in cui i giocatori entrano in campo, l’inno cantato insieme con la mano sul cuore, il boato che segue ogni goal, i cori per sostenere la squadra, e il fischio finale che segna la fine del match, ma mai della passione per la propria squadra. Vivere lo stadio così intensamente mi ha portato a guardare ogni dettaglio con occhi diversi. Non osservo più solo la partita, ma tutto ciò che sta intorno.

La passione per il giornalismo

Tra le figure che più hanno attirato la mia attenzione ci sono i giornalisti. Ogni volta li guardo mentre riescono a catturare le emozioni della partita: mi affascina il modo in cui raccolgono e raccontano quello che accade sul campo e sugli spalti. Vedendo il loro lavoro, ho capito che poteva essere la strada giusta per me. Così ho deciso di provarci, iniziando a scrivere per una testata giornalistica. Ora sono già al secondo anno, e questa esperienza mi sta dando tantissimo, sia dal punto di vista professionale che personale. I giornalisti mi trattano con grande professionalità, come una vera collega, e allo stesso tempo sono sempre disponibili e pronti ad aiutarmi. In questi due anni ho imparato moltissimo: ogni articolo, ogni confronto è stato un’occasione per crescere e migliorarmi. Credo che la gavetta sia fondamentale per apprendere le basi e scoprire tutti i dettagli di un lavoro. Sono davvero felice di stare intraprendendo questo percorso e di vedere il mio sogno prendere forma, un passo alla volta.

*Studentessa della quinta B1 del liceo economico sociale Leonardo Da Vinci – Prato

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