Il Tirreno

Toscana

L’intervista

Nuovo Codice della strada, l’esperto svela paradossi e limiti della legge: «Così è una riforma zoppa, ecco perché»

di Sabrina Chiellini
Un agente durante un controllo e Bedessi (a destra)
Un agente durante un controllo e Bedessi (a destra)

Il punto: «Aumentano i controlli tramite strumenti automatici, quando invece si dovrebbero incrementare i controlli con il personale di polizia»

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La stretta per i monopattini elettrici, sulla guida in condizioni alterate o sull’uso del telefonino, era stata ampiamente annunciata. Il nuovo codice della strada, entrato in vigore due giorni fa, introduce altri elementi di novità, alcuni dei quali, secondo Sergio Bedessi, già comandante di polizia locale, autore di libri e articoli in materia di sicurezza urbana e polizia locale, formatore e docente in corsi universitari, meritano di essere approfondite.

Quali sono gli utenti o i mezzi più penalizzati dal nuovo codice?

«Il primo elemento di riflessione lo farei sulla sicurezza in generale. Le nuove norme aumentano i controlli tramite strumenti automatici quando invece si dovrebbe incrementare i controlli con il personale. Il vero deterrente è la presenza degli organi di polizia stradale sul territorio in funzione preventiva e non il numero di verbali elevati con autovelox o altri strumenti elettronici».

Il secondo?

«Il secondo penalizzato è il malato che utilizza medicinali che rientrano nelle tabelle delle sostanze psicotrope e quindi ansiolitici, antidepressivi, medicinali oppioidi, medicinali che rimangono nel sangue anche molto tempo dopo. Caso banale: prendo dieci gocce di ansiolitico alla partenza perché ho paura dell’aereo e magari due giorni dopo, mentre guido, risulto positivo anche se non ho problemi di riflessi e finisco nei guai per guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope. Sapete cosa è previsto? Arresto da 6 a 12 mesi, ammenda da 1.500 a 6.000 euro, decurtazione di 10 punti sulla patente, sequestro e confisca del veicolo. Mentre prima la valutazione era rimessa al giudice che verificava l’effetto sulla condotta di guida, adesso è un semplice si/no verificabile dalla saliva».

Il terzo è il monopattino elettrico?

«Si è stabilita una norma su un “targhino” che al momento nessuno sa come è fatto e nessuno è in grado di rilasciare. Si è stabilita una norma sull’uso del casco ma non si è detto quale tipo di casco. Dunque si fanno le norme e si mette subito il cittadino nelle condizioni di non poterle rispettare. Meglio si sarebbe fatto a lasciare tutto com’era e agire invece su ciò che sta provocando la maggior parte degli incidenti con questi mezzi: la velocità, perché nessun monopattino, non il conducente, ma l’oggetto che non viene “limitato” rispetta veramente i 20 km/h previsti da tempo. Quindi bastava controllare per davvero. Si è introdotta una riforma senza fare però il decreto attuativo, che ne regola l’applicazione pratica».

Questo cosa comporta a livello pratico?

«Che si può generare una grande confusione. Prendiamo l'assicurazione dei monopattini: non essendo chiaro se ci vuole o no e mancando il decreto attuativo (se non ho targa quale veicolo assicuro? Come lo identifico?) ai primi verbali si aprirà un grande contenzioso».

Anche la nuova formulazione dell’articolo 147 sembra susciti qualche perplessità.

«Sì, riguarda il comportamento ai passaggi a livello. Si prevede che il cittadino debba “cercare di portare un veicolo in panne fuori dei binari, eventualmente anche abbattendo le barriere...”. Non si impone a chi di dovere una maggior sicurezza dei passaggi a livello, con meccanismi che blocchino il treno per tempo. Non mancano altre curiosità».

Per esempio?

«Se sorpasso una bicicletta devo rispettare la distanza laterale di sicurezza di 1,50 metri! Considerate le strade che abbiamo misura impossibile da rispettare e, più che altro, da controllare. Il bello verrà fuori nelle rilevazioni degli incidenti stradali dove il coinvolto è il conducente di velocipede: cercherà di dimostrare che l’automobilista non rispettava 1,50 metri di distanza, così da poter addurgli una qualche responsabilità, cosa che però sarà difficile da verificare».

Si poteva fare qualcosa in più per la velocità?

«Dopo tutta la bagarre degli “autovelox” non omologati (perché il Ministero non ha mai provveduto alle omologazioni) non si risolve il problema, magari aprendo la strada alla sola approvazione. Si lascia tutto nel limbo senza fornire certezza ai cittadini né agli organi di polizia».

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