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Il ritrovamento

ll mistero del siluro spiaggiato: a Forte dei Marmi l’estate torna al 1944. Chi lo ha avvistato e la provenienza – Video

di Matteo Tuccini e Donatella Francesconi

	Il siluro sulla spiaggia (foto Roberto Paglianti)
Il siluro sulla spiaggia (foto Roberto Paglianti)

È tornato a galla a 80 anni dal secondo conflitto mondiale: «La testata esplosiva potrebbe essere rimasta sui fondali». A trascinarlo a riva un gruppo di ragazzi

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FORTE DEI MARMI. È riemerso a galla chissà dopo quanti anni, e a vederlo per primi sono stati un gruppo di ragazzi che sabato pomeriggio stavano facendo una gita in barca.
Quel cilindro corroso dall’acqua faceva capolino a 200-300 metri dalla riva: sempre quei ragazzi lo hanno trascinato fino alla spiaggia, forse senza rendersi bene conto di cosa fosse, ma solo per dare una mano. Pare che lo avessero scambiato per il palo di un pontile. A qualcuno, però, è venuto il dubbio dopo aver ripensato a qualche documentario visto in tv: «Non è che è una bomba?».

Ebbene sì: il cilindro di circa cinque metri di lunghezza e cinquanta centimetri di diametro, che i frequentatori della spiaggia libera Le Dune a Forte dei Marmi (zona Vittoria Apuana), hanno scoperto ieri mattina (domenica 4) sulla sabbia, era un siluro della Seconda guerra mondiale. O meglio: parte di un siluro. Per fortuna mancava, infatti, la testata esplosiva, il che lo ha reso molto più ingombrante che pericoloso. Anche se all’inizio nessuno lo poteva sapere. E infatti, quando è stato dato l’allarme, si è mobilitata la Capitaneria di porto del comandante Silvia Brini. Che ha allertato, a sua volta, gli artificieri della vicina Marina militare di La Spezia, tramite la prefettura di Lucca.

La zona è stata interdetta ai bagnanti per un raggio di circa 200 metri, a scopo precauzionale: anche un bagnino che lavora in zona, Andrea Bertacchi, ha dato una mano per tenere a distanza i curiosi. Che non erano pochi: ieri era pur sempre una giornata da bollino rosso per quanto riguarda l’affluenza sulle spiagge della Versilia.

In tarda mattinata sul posto sono arrivati gli artificieri del Nucleo Sdai (Sminamento e difesa antimezzi insidiosi) del Gruppo operativo subacquei della Marina di La Spezia. Che, dopo aver accertato che non c’era il rischio esplosione, hanno confermato l’ipotesi iniziale. Si tratta, spiega il viareggino Tommaso De Rossi che comanda lo Sdai, «del corpo di un siluro, presunto residuato bellico della Seconda guerra mondiale che si presenta senza la parte esplosiva di armamento». Attenzione, però, a considerarlo del tutto innocuo: «È innocuo per quanto riguarda l’assenza della testata – spiega De Rossi – ma da trattare con riguardo in quanto rifiuto speciale. L’interno del serbatoio contiene area compressa e combustibile, potenzialmente carichi». La rimozione, aggiunge De Rossi, «sarà curata dal Comune di Forte dei Marmi».

Alla domanda su quale fenomeno possa aver portato a galla il corpo del siluro, De Rossi risponde: «Noi marinai diciamo che il mare nasconde ma non ruba. Prima o poi qualsiasi cosa viene portata a galla. Il fatto che sia stato rinvenuto in galleggiamento può essere davvero dovuto a tanti fattori: un cambio d’assetto interno, un pezzo che si rompe e rimane sul fondale ma la rottura “libera” il resto dell’oggetto». È anche difficile, al momento, stabilire di quale nazionalità sia il siluro: è certo che durante il secondo conflitto mondiale si è combattuta una battaglia cruenta nel Mediterraneo tra gli Alleati e le Marine dell’Asse nazifascista. Il siluro potrebbe essere un residuato di un’imbarcazione da guerra, una nave o un sottomarino, che ha battuto le coste alla ricerca di navi nemiche o comunque postazioni da colpire.

Ieri mattina la notizia ha fatto rapidamente il giro della Versilia, facendo arrivare sul posto altri curiosi oltre ai bagnanti. Va detto che l’intervento di Capitaneria e artificieri della Marina militare ha tolto rapidamente ogni dubbio sulla letalità dell’arma, apparsa decisamente usurata dal tempo e dall’acqua salata. Qualche pensiero in più per i ragazzi loro malgrado protagonisti di questa avventura: a pensarci bene, non capita tutti i giorni di ritrovare un’arma potenzialmente così pericolosa. 

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