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Italia, con la Svizzera la prima di 4 finali

di Massimo Sesena
Italia, con la Svizzera la prima di 4 finali<br type="_moz" />

Il ct Spalletti cerca di compattare il gruppo e parla di scelte coraggiose

29 giugno 2024
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Da oggi non si scherza più. Da oggi chi sbaglia è fuori e cambia soltanto la lunghezza delle tribolazioni. Novanta o centoventi minuti più – sempre sia lodato – eventuale recupero. E soprattutto, guai a fermarsi a fare calcoli. E meno male, perché come ampiamente dimostrato in questa prima parte di Euro 2024, non siamo bravissimi a fare calcoli e, di contro, siamo già da prime quattro nel campionato europeo di complicazione vita.

La svolta

Tanto per avere un’idea di quanto il clima sia cambiato – anche dentro la “bolla” azzurra – con l’avvicinarsi della partita con la Svizzera del sospettoso ct Murat Yakin, sulla sponda italiana ieri nessuno ha più accennato a quella differenza di complessità – invero, decisamente curiosa – tra una parte e l’altra del tabellone degli ottavi, con tutte le più forti da una parte. Ci sediamo dalla parte del torto, per dirla alla Bertolt Brecht, perché tutti gli altri posti, sono (già) occupati. E va bene così. Perché la Svizzera non è certo un avversario facile. Lo dicono i giocatori “italiani” agli ordini di Yakin, il loro talento e lo dice il suo percorso.

Ma prima c’è da fare l’Italia, e dopo averle provate un po’ tutte, il commissario tecnico sembra aver mollato gli ormeggi. E forse quel gol di Zaccagni all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero, ha sbloccato prima di tutto il Ct. Che probabilmente oggi, per la prima volta, dirà addio a una delle sue pedine che sembravano irrinunciabili, dando finalmente tregua a uno spento Jorginho, che insieme a Di Lorenzo, è stato fin qui la delusione azzurra. Al posto di Jorginho, è arrivato il momento di Fagioli. Una scelta che Spalletti firma con il sangue, parlando di coraggio il giorno prima di ufficializzare la formazione.

Tradotto, al di là delle interpretazioni dei dietrologisti, vorrebbe dire che Spalletti vestirebbe all’ultimo momento i panni di don Abbondio (“Il coraggio uno non se lo può dare” disse il povero curato di campagna, autoassolvendosi).

L’infermeria

Il resto della formazione azzurra – qui non c’è nessun patto, il ct può stare tranquillo – alla fine, lo farà lo staff medico della nazionale. Perché alla vigilia di questo match da dentro o fuori, è stato lo stesso ct a leggere il bollettino medico: Dimarco, anche per colpa dell’azzardo del suo impiego contro la Croazia, non ce la farà. E in dubbio c’è anche Bastoni, alle prese con mal di gola e febbre. Le condizioni del centrale dell’Inter saranno monitorate fino all’ultimo. Nel caso non ce la facesse, al suo posto tutti danno per certo l’impiego di Alessandro Buongiorno.

Anche se, contro una formazione come la Svizzera che si è mostrata sin qui molto fisica, potrebbe rivelarsi utile l’impiego di Federico Gatti che tuttavia, in questi giorni non è mai stato schierato tra i titolari e sarebbe quindi una novità assoluta. Ma quella di oggi potrebbe davvero rivelarsi la partita delle novità, la partita del coraggio, l’occasione per mostrare, alla squadra della nazione neutrale per antonomasia, che non vogliamo più stare nel mezzo, vogliamo stare dalla parte di chi vuol riaffermare il ruolo dell’Italia in Europa. E stavolta, a buon diritto, parliamo di calcio e non certo di politica.

L’avversario

Il sospettoso Murat Yakim con i report dei suoi match analyst è stato in realtà fin qui abbastanza prevedibile, almeno dal punto di vista tattico, con una difesa a tre con Schar, Akanji e Rodriguez chiamati ad agire a protezione dell'interista Sommer tra i pali.

A centrocampo, sulla fascia sinistra, al posto dello squalificato Widmer giocherà probabilmente Stergiou, ma sarà in mezzo al campo che si potranno vedere i duelli migliori, con Freuler, Xhaka e il “bolognese” Aebischer, a segno nel match contro l’Ungheria, il quasi eterno Shaqiri, mentre in avanti giocheranno Vargas e Embolo.

Per la verità, anche in questo Europeo, un po’ come Spalletti, anche Yakin le ha provate un po’ tutte in avanti. Si scrive rotazione e qualche volta si legge indecisione dell’allenatore. Sono comunque scelte. E soltanto al fischio finale dell’arbitro polacco Szymon Marciniak sapremo se queste scelte saranno state giuste e se quello stadio che diciotto anni fa ci vide trionfare ci aspetterà anche quest’anno, per l’atto finale.l


 

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