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Aborti in Toscana, ridotti del 35% in dieci anni: i motivi principali. Il caso dei Pro Vita

di Barbara Antoni
Aborti in Toscana, ridotti del 35% in dieci anni: i motivi principali. Il caso dei Pro Vita

Rosa Maranto: «La contraccezione gratuita ha contribuito al calo dell’Ivg»

04 maggio 2024
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Un calo verticale per le interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) in Toscana: sono state 4.344 nel 2022 (ultimo dato disponibile grazie ad Ars, agenzia regionale della sanità), il 35,4 per cento in meno rispetto al 2013. In parallelo aumentano gli accessi ai consultori (83.000 nel 2023 nella sola Asl Nord ovest, diecimila in più dell’anno precedente, ma la tendenza, spiegano gli addetti ai lavori, è uguale in tutta la Toscana): numeri che raccontano l’efficienza di un lavoro portato avanti a tappeto dalle strutture consultoriali toscane in osservanza dei principi contenuti nella legge 194 del 1978, che mette nero su bianco i principi di tutela della salute della donna e il rispetto della sua libera scelta di portare avanti o meno una gravidanza.

Principi e diritti ciclicamente attaccati anche in funzione del dibattito politico e oggi rimessi in discussione, dopo che il Senato, il 23 aprile scorso, con 95 voti favorevoli, 68 contrari e un astenuto, ha dato il via all’emendamento che introduce la possibilità di inserire le associazioni pro vita nei consultori, di fatto già praticata in più regioni italiane. «Le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possono avvalersi senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità»: questo il testo licenziato dall’assise di Palazzo Madama nell’epoca del governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni. “Possono”, non “devono”: in virtù di questo spazio di arbitrio concesso alle Regioni, la Toscana –, come viene confermato dall’assessorato regionale alla salute guidato da Simone Bezzini, ha deciso di non aprire le porte dei consultori alle associazioni pro vita. La possibilità per una donna che vi si avvicina di avere a disposizione non solo specialisti medici, ma anche psicologi e assistenti sociali di fatto già esiste a norma di legge (la 194) e se ne può beneficiare all’interno della struttura.

«Un risultato tangibile»

Il drastico calo delle Ivg in Toscana «è sicuramente un risultato tangibile – spiega la dottoressa Rosa Maranto, responsabile dei consultori dell’Asl Toscana nord ovest –. Il fenomeno va visto nel trend complessivo: la diminuzione delle Ivg ha coinciso con l’introduzione della contraccezione gratuita per diverse categorie (giovani donne dai 14 ai 25 anni, adulte tra i 26 e i 45 anni, entro i 12 mesi dal parto o entro 24 mesi dall’interruzione di gravidanza, donne in difficoltà economica, ndr), introdotta dalla Regione Toscana con la delibera 1251 del 2018. C’è stato un piccolo aumento di 60 casi rispetto al 2021, l’anno della pandemia e del minimo storico delle Ivg. Nei consultori non si fanno solo visite e consulenze, ma possiamo dare gratuitamente contraccettivi: a questa possibilità c’è stato un buon riscontro, e un aumento di utenza. Solo nella nostra Asl siamo passati dai quasi diecimila utenti del 2022 ai quasi dodicimila del 2023. Quando una donna si rivolge al consultorio, spiega qual è la sua necessità e la sua richiesta: la contraccezione gratuita è a livello di consulenza. Se una donna si presenta per una Ivg, allora viene avviato un percorso in osservanza alla legge 194. Dopo un primo colloquio di accoglienza, c’è la possibilità di avere la consulenza di ostetrica, ginecologo, psicologo, assistente sociale nel caso in cui desideri approfondire i motivi della scelta. La donna viene supportata nella scelta, quale essa sia; le viene rilasciato un documento per accedere al percorso». Per le interruzioni volontarie di gravidanza viene rilasciato un libretto di accesso al percorso. L’intervento può essere praticato in modalità farmacologica (in alternativa a quella chirurgica): è accaduto nel 59% dei casi nel 2022 (a fronte del 13,2% del 2013). «Per le Ivg non ci sono liste di attesa», aggiunge la dottoressa Maranto. Infatti, sempre secondo i dati dell’Ars, nel 2022, l’82,6% delle interruzioni volontarie di gravidanza sono state praticate entro i 15 giorni dalla richiesta (questo tempo veniva rispettato nel 60,3% dei casi nel 2013).

Obiettori

Resta il problema, nelle strutture sanitarie, dei ginecologi obiettori, comunque diminuiti in Toscana secondo i rilievi dell’Ars: erano il 61% del totale nel 2015, sono passati al 48,7 nel 2021. Il dato resta tuttavia alto: quasi un ginecologo su due è obiettore. «Un’incidenza molto variabile – spiega la dottoressa Maranto –. Per avere un quadro completo gli interlocutori sono i reparti materno infantili».

Libertà e rispetto

«Le parole più corrette di cui tenere conto nell’approccio alle donne che si rivolgono al consultorio sono “rispetto della scelta” e “accompagnamento nella scelta”. Non si può imporre niente», sottolinea la dottoressa Maranto. Perché può accadere che «ci siano donne che vogliono prendersi tempo per decidere sull’Ivg, come c’è chi vuole andare avanti prima possibile o chi decide di tornare indietro: è fondamentale che il percorso sia curato e rispettoso nei confronti di tutte le donne». Anche se, tiene a sottolineare, «ai consultori non si recano solo donne e ragazze, ma anche coppie e famiglie, minorenni anche senza genitori. Il consultorio è oggi un presidio di diritti a tutto campo, grazie alla delibera regionale 674 del 2023, che punta fortemente sui consultori in applicazione della riforma territoriale e grazie al Pnrr. Molte nostre utenti sono anche donne straniere: la possibilità di avere mediatori culturali, di poter trovare le parole giuste per comunicare anche con chi parla una lingua diversa e ha una cultura diversa ha sicuramente facilitato l’approccio».

Nessuna associazione

«Ci sono corsi e ricorsi storici intorno alla legge 194 – analizza la dottoressa Maranto –. La scelta di introdurre le associazioni pro vita nei consultori viene demandata alle Regioni e la Regione Toscana si è espressa in merito. Nei nostri consultori non abbiamo alcun tipo di associazione, ma se una persona ce lo chiede, la indirizziamo: la collaborazione è sempre aperta. Diverso sarebbe far entrare le associazioni in un servizio: significherebbe perdere la neutralità. Nei consultori ci sono solo operatori formati, equipe multidisciplinari, non solo stetrico-ginecologiche. E anche l’accoglienza ai percorsi avviene in maniera neutra, se poi una persona vuole adire ad altri è ovvio che può farlo». E conclude spiegando che ogni giorno al consultorio «si presentano tantissime situazioni, ognuna è un caso a sé. Dietro a una gravidanza indesiderata può esserci una situazione di disagio, anche di violenza: è un mondo complesso e variegato. Bisogna stare sempre molto attenti e dare a ognuno ciò di cui ha bisogno, secondo i suoi diritti e nel totale rispetto delle scelte. A volte ci sono persone che non si sentono di condividere la propria storia, e mai vengono forzate in questo».




 

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