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Il caso

Montecatini, oltre 50 studenti intossicati in un hotel: cosa hanno mangiato e i sospetti sulle cause

di Luca Signorini

	L'hotel dove è avvenuta l'intossicazione (foto Paolo Nucci)
L'hotel dove è avvenuta l'intossicazione (foto Paolo Nucci)

I ragazzi, in gita scolastica, avevano cenato nel ristorante di un albergo della città termale. Prelevati i campioni di acqua e cibo. Il titolare (e anche consigliere comunale): «Siamo provati, aspettiamo di capire»

06 aprile 2024
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MONTECATINI. Il primo allarme è scattato alle 2 di mattina: una ventina di persone, per la maggior parte studenti in gita delle scuole Carducci-Galilei di Fermo e del liceo Ruffini di Viterbo, hanno cominciato a sentirsi male, accusando disturbi gastrointestinali a carattere acuto, nausea e vomito, malessere diffuso, tremori alle gambe. Nella stessa condizione anche una professoressa. Tra le 5 e le primissime ore del giorno, a questo gruppo si sono aggiunti altri 33 giovanissimi, tutti di una scolaresca di nazionalità serba.

Gita-incubo

Per oltre cinquanta adolescenti, insomma, la gita a Montecatini si è trasformata in un incubo, tanto che si trovano ancora in osservazione in diversi ospedali toscani con i sintomi dell’intossicazione alimentare. Un’altra mazzata all’accoglienza termale, dopo l’incendio doloso in un locale del centro e un uomo assassinato e trovato cadavere in un albergo abbandonato.

Cosa hanno mangiato

Gli intossicati erano tutti alloggiati al Grand Hotel Nizza et Suisse di viale Verdi, storico 4 stelle di fronte allo stabilimento termale Excelsior. Gli studenti hanno cenato in albergo, che in questo momento ospita oltre 200 turisti. Il menù proposto: il primo con penne alla panna e prosciutto, il secondo con scaloppine e piselli, poi una torta al cioccolato. «Gli ispettori del Dipartimento di prevenzione dell’Asl Centro hanno prelevato campioni di cibo e anche di acqua, i risultati li avremo tra una decina di giorni – spiega Nicola Guelfi, titolare della struttura e anche consigliere comunale – ma posso dire che da una prima analisi visiva e organolettica, come si legge sul verbale che mi hanno consegnato, tutti i prodotti sono risultati in perfetto stato di conservazione, nessuno era scaduto. Lo stesso vale per gli ambienti e per la cucina. Poi resta possibile che un cibo possa essere stato avariato oppure con presenza di un batterio».

Il titolare: «Si faccia chiarezza»

Aggiunge: «Questo fatto ci ha provato come imprenditori e come famiglia, che da oltre cinquanta anni si occupa di ospitalità, con dignità e capacità. Abbiamo messo i locali a disposizione delle autorità sanitarie competenti, aspettiamo i risultati delle analisi». Va avanti l’albergatore: «Ci riforniamo da decenni da un fornitore autorizzato e specializzato nella distribuzione alberghiera, e conosciamo perfettamente le regole di igiene e di conservazione degli alimenti a regola d’arte, per cui attendiamo sereni il responso delle analisi. È chiaro che non si deve saltare a conclusioni affrettate, perché non è chiara la dinamica che – ripeto – riguarda solo alcuni dei nostri ospiti. Ci auguriamo che sia fatta presto luce sull’accaduto».

La maxi emergenza sanitaria

La macchina sanitaria si è mossa in forze per prestare soccorso ai malcapitati: l’azienda sanitaria ha fatto scattare il protocollo delle maxi-emergenze allertando almeno cinque ambulanze, numerose automediche e i pronto soccorso degli ospedali di Pescia (dove ci sono 18 ricoverati), Pistoia (11 in osservazione), Lucca (9), Empoli (5), Prato (altri 5) e Torregalli di Firenze (5 ricoverati). Come spiega l’Asl Centro, «l’intervento ha avuto carattere interaziendale per il coinvolgimento anche della Asl Toscana Nord Ovest con il presidio di Lucca. Fin da subito è stato attivato anche il Dipartimento di prevenzione che, attraverso le varie strutture (igiene pubblica e sicurezza alimentare), ha avviato l’inchiesta epidemiologica finalizzata a individuare le cause che hanno determinato la sintomatologia e il successivo ricovero nei pazienti».

L’albergo resta aperto

L’albergo intanto resta aperto e prosegue la sua attività. Si tratta di un nuovo choc per Montecatini nel pieno della ripresa della sua stagione turistica. L’episodio «colpisce tutti noi, soprattutto perché riguarda un settore vitale per l’economia cittadina e non solo – dice il sindaco Luca Baroncini – non sono state ancora accertate le cause dell’accaduto, pertanto prima di esprimere giudizi la cautela è d’obbligo: mi preme evidenziare che Montecatini Terme accoglie da oltre un secolo migliaia di persone l’anno da tutto il mondo, e il settore turistico coinvolge centinaia di persone e famiglie della città, da decenni, costituendo un’eccellenza e un punto di riferimento per l’accoglienza». 
 

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