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Asllani, la gioia con l’Inter del talento cresciuto in Toscana: «La mia infanzia a Buti, i primi calci e un’amicizia speciale»


	Asllani esulta dopo la rete al Genoa; a destra da bambino nella Butese
Asllani esulta dopo la rete al Genoa; a destra da bambino nella Butese

Contro il Genoa il centrocampista classe 2002 ha trovato la sua prima rete in Serie A: «Sono arrivato ai piedi del Monte Serra dall’Albania a soli due anni. Il mio primo allenatore alla Butese era soprannominato Watson, crescendo ho capito il perché...»

05 marzo 2024
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BUTI. Dal campetto di Buti al gol che cuce un altro pezzo di scudetto sulla maglia dell’Inter. La favola di Kristjan Asllani prosegue e si arricchisce di un altro splendido capitolo. Nella serata di lunedì 4 marzo è arrivata la prima rete con l’Inter per il centrocampista di origini albanesi cresciuto – calcisticamente e non solo – in provincia di Pisa.

Il boato di San Siro 

Lunedì 4 marzo. Ore 20,45. A San Siro si gioca Inter-Genoa. La sconfitta a Napoli della Juventus può far volare l’Inter a +15 sul secondo posto a undici giornate dalla fine del campionato di Serie A. I rossoblù allenati dall’ex Milan Alberto Gilardino partono forte e sfiorano addirittura il vantaggio. L’Inter schiacciasassi dura più fatica del previsto. La gara è in equilibrio assoluto. Fino al minuto 30, quando de Vrij recupera palla nella metà campo genoana e serve Lautaro Martinez. Kristjan non ci pensa un secondo e scatta aggredendo la profondità. Quando il 21enne nato a Elbasan il 9 marzo del 2002 entra in area di rigore il pallone gli arriva sui piedi grazie a un’invenzione del centravanti argentino dell’Inter: botta sotto la traversa e gol. Inter-Genoa 1-0. Esplode san Siro. L’Inter trova poi il raddoppio su calcio di rigore proprio con Lautaro, il Genoa accorcia le distanze nel secondo tempo ma i nerazzurri riescono comunque a portare a casa la vittoria e a incrementare il distacco sui bianconeri. 

Il talento sbocciato ai piedi del Monte Serra

«Avevo due anni quando sono arrivato a Buti. Mi conoscono e conosco praticamente tutti. E con ogni persona ho un bel rapporto. Un paese che ha accolto me e la mia famiglia al meglio». Sono le parole di Kristjan Asllani, da sempre fiero del paese in provincia di Pisa che lo ha visto crescere. Tra le cinquemila anime del borgo che guarda in faccia il Monte Serra lo ricordano tutti, quando ancora non sapeva leggere e scrivere, palleggiare di destro e di sinistro con una facilità impressionante. E poi i primi calci nella Butese. «Ho iniziato alla Butese. Mi allenava Cristiano Filippi, detto Watson, di Buti. Faceva anche da dirigente e credo che il soprannome fosse legato al fatto che, quando ti spiegava un esercizio e tu lo riuscivi a fare bene, si girava verso gli altri e diceva. “Visto, elementare”. Ma ho un ricordo vago di questo particolare, ero un bambino e pensavo solo a divertirmi», aveva raccontato al Tirreno Kristjan. Storie di paese, storie di una piccola realtà che per il talento di quel bambino, rimasto fisicamente piccolo ma con una qualità e una passione infinita, diventa presto troppo stretta. Passa praticamente subito al Tau Calcio, poi lo corteggiano in tante squadre professionistiche. E lui, che a Buti ha già un esempio da seguire, chiede consiglio a chi, da quel borgo che guarda il Monte Serra, ha già spiccato il volo verso il mondo professionistico. Quel Francesco Pratali che, quando Kristjan viene al mondo, gioca già da protagonista in Serie A. E Pratali diventa un amico di famiglia. «Quando su di lui avevano messo gli occhi addosso tante squadre, lui venne da me, aveva 6 o 7 anni non di più, e mi chiese un consiglio. Io, ovviamente, gli dissi di andare a Empoli – racconta Pratali -. E credo che, per lui, sia stata la scelta giusta. Ma non ho alcun merito, Kristjan è un ragazzo straordinario. Praticamente è cresciuto insieme ai miei figli, si è preso fin da subito responsabilità importanti. Basti pensare che, quando aveva 12 anni, spesso lo si vedeva passare in paese con Leonardo, il fratello che ha 8 anni meno di lui. Stavano spesso insieme, perché i genitori lavoravano». Poi l’Empoli, il primo gol in Serie A e la chiamata dell’Inter. Fino alla rete contro il Genoa. La favola di Kristjan continua alla grande. 

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