Il Tirreno

Toscana

L’intervista

L’inverno sparito, Abetone in allarme: «Perso il 90% degli incassi, ma una soluzione c’è»

di Ilenia Reali
Andrea Formento direttore del comprensorio sciistico della Val di Luce e presidente del municipio di Abetone
Andrea Formento direttore del comprensorio sciistico della Val di Luce e presidente del municipio di Abetone

Il direttore Andrea Formento e i danni del meteo: «Servono investimenti come fatto in Abruzzo ed Emilia Romagna»

28 gennaio 2024
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Il comprensorio dell’Abetone ad oggi ha avuto un calo di introiti del 90% in meno rispetto a due anni fa. A fare i conti sullo sgambetto fatto dal meteo è che non si vedeva da anni è Andrea Formento direttore del comprensorio sciistico della Val di Luce e presidente del municipio di Abetone.

Direttore, quella in corso è una stagione complicata per il comprensorio dell’Abetone?

«Sì è una stagione complicata con più anomalie dal punto di vista climatico con mancanza di neve e mancanza di freddo e nei giorni in cui il freddo c’è stato abbiamo avuto vento forte e precipitazioni».

Era mai capitato?

«A fine anni Ottanta ma in quel caso non avevamo neppure la neve programmata. Questa volta i cannoni ci sono ma non ci sono state le condizioni per rendere il comprensorio completamente innevato».

Ci spieghi meglio.

«Noi abbiamo cannoni non sufficienti per sparare anche nelle piste di collegamento, non ci sono abbastanza riserve d’acqua e linee per il trasporto dell’acqua. Di fatto non abbiamo potuto far fronte alle difficoltà date dal clima particolarmente ostile».

E cosa si può fare per migliorare la situazione?

«Questa drammatica situazione climatica per il comprensorio ci dà un insegnamento: bisogna fare un passo avanti sulle dotazioni tecnologiche per l’innevamento. Dobbiamo avere strumenti che consentono di innevare con maggiore velocità. Finestre di freddo di 48 ore ce ne sono e dobbiamo riuscire a sfruttarle. In Abruzzo ed in Emilia Romagna sono servite le infrastrutture più diffuse. Servono però milioni di investimento. Ci sarebbe l’esigenza di un progetto neve più a lunga scadenza da fare con la Regione (anche cercando finanziamenti comunitari) magari diluito in più anni. Siamo consapevoli delle difficoltà a far tornare i bilanci ma il momento per la svolta è adesso. A beneficiane non sarebbero solo gli impianti ma tutta la filiera economica del comprensorio».

La Regione finora non ha investito?

«Certo, tutti gli anni. Ma il cambiamento climatico ci impone ora una programmazione credendo nello sviluppo della montagna».

Le condizioni climatiche avverse quanto hanno pesato sul comprensorio?

«Abbiamo perso il 90% rispetto a due anni fa. Tra l’altro in un anno in cui è dimostrato il ritorno a una grande passione per la montagna. Le altre stazioni sciistiche hanno registrato un boom di presenze».




 

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