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Influenza e bambini, il pediatra: «Ecco perché continua a colpire nella fascia 0-4»

Influenza e bambini, il pediatra: «Ecco perché continua a colpire nella fascia 0-4»

Antonio D'Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri, fa il punto della situazione

27 gennaio 2024
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L'influenza sta scemando ma ancora colpisce i più piccoli, gli under 5 dove si registra una lieve risalita dei casi. «Quella tra 0-4 anni è la fascia più colpita dall'influenza, ma non è una novità perché questi bambini hanno un sistema immunitario ancora non competente, ovvero non riesce a contenere l'attacco dei virus respiratori e quindi si ammalano di più e con una frequenza anche più alta». Così all'Adnkronos Salute Antonio D'Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). «Dato che questi agenti patogeni si trasmettono con grande facilità nel contesto scolastico e sociale, questa fascia d'età non adotta nessuna misura di distanziamento, si tossiscono e starnutiscono in faccia. Poi dobbiamo considerare che veniamo dal post pandemia Covid dove questi virus non hanno praticamente circolato tra la popolazione viste le misure come mascherine e lockdown. Ecco la ripresa dei casi di influenza lo scorso anno e quest'anno».

D'Avino interviene sui dati dei bollettini della sorveglianza RespiVirNet pubblicati dall'Istituto superiore di sanità: negli ultimi 7 giorni monitorati è "ancora in netto calo il numero di casi di sindromi simil-influenzali", si legge, ma l'incidenza "resta sostenuta. Nella terza settimana del 2024 è a 11,6 casi per mille assistiti, mentre nella settimana precedente era 14,4". «Non solo l'influenza, abbiamo osservato tanti casi di virus respiratorio sinciziale sotto l'anno di vita - aggiunge - bambini con bronchiolite che hanno difficoltà a respirare», e su questo punto il presidente della Fimp fa chiarezza sull'affollamento dei pronto soccorso: «E' vero che gli ospedali si sono lamentanti di aver ricoverato molti di questi casi, ma andrebbe detto che quella è la punta di un iceberg - avverte - Diciamo che un bambino su 20 di quelli che curiamo noi pediatri sul territorio finisce in ospedale. Siamo un filtro rispetto a numeri ben più grandi che potrebbero recarsi in ospedale».

Il suggerimento della Fimp è «di programmare meglio, sappiamo da anni che ci sono periodi particolari durante l'anno dove c'è un picco di casi pediatrici colpiti dai virus respiratori, facciamo in modo - sottolinea D'Avino - di preparare meglio la medicina territoriale. Noi abbiamo un progetto per l'assistenza nei prefestivi e festivi con le consulenze pediatriche. Così potremmo - conclude - arrivare ad intercettare il 95% dei casi». 

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