Il sogno del centrodestra in Toscana: nel 2024 prendere Livorno, Firenze e Prato
Roccaforti del centrosinistra, per Fratelli d'Italia sono «tutte contendibili». I nomi dei possibili candidati
Se la fibrillazione in politica è all’ordine del giorno, c’è da aspettarsi che nel 2024 l’asticella si alzerà di buon grado. E non tanto nel timore delle difficoltà che l’anno bisestile, per sua accezione, potrà riservare: le prerogative ci sono già tutte nella realtà dei fatti e delle cose.
Sarà l’anno delle consultazioni europee (già combattutissime) e delle amministrative: in Toscana andranno al voto 183 Comuni, compresi tre capoluoghi di provincia: Firenze, Prato e Livorno. Nei primi due il sindaco cambierà in modo obbligato, dato che i rispettivi primi cittadini in carica – Dario Nardella a Firenze e Matteo Biffoni a Prato – stanno completando il loro secondo mandato. Diverso il caso di Livorno, dove Luca Salvetti, giornalista senza tessera politica sceso in campo nel 2019 col sostegno di liste civiche ispirate al centrosinistra e del Pd, artefice dello spodestamento del dominio cinquestelle sulla città labronica, ha già dichiarato ufficialmente «mi ricandidano»: e ha accettato all’istante.
Tre capoluoghi, tre città importanti a traino centrosinistra, ma anche tre scenari completamente diversi. «Tutte città contendibili», sottolinea Riccardo Zucconi, deputato versiliese di FdI –. La differenza la farà il candidato scelto. Come accade per Meloni: il suo appeal conferisce forza a tutta la compagine del centrodestra; così faremo anche per le amministrative. Condizione imprescindibile, inoltre, sarà l’unità del centrodestra».
Firenze
Le grandi manovre sono iniziate col debito anticipo, e subito sono state scintille. In particolare nella casa allargata del centrosinistra, dove, per la prima volta, protagoniste sono le donne. Sara Funaro, attuale assessora al welfare del Comune di Firenze, è la candidata indicata dalla coalizione composta da Pd, +Europa, Azione, Europa Verde - Verdi, Movimento Azione Laburista, Sinistra Italiana, Volt. Una designazione che non ha mandato giù Cecilia Del Re, consigliera comunale dem (ex assessora all’urbanistica della giunta Nardella), che delle sue aspirazioni a una candidatura a sindaco non ha mai fatto mistero. Del Re ha proposto le primarie, ma il Pd non le farà. E si è consumato lo strappo: Del Re ha annunciato la sua uscita dal Pd per creare una lista che potrebbe andare a braccetto con l’altra candidata a sindaco già annunciata: Stefania Saccardi, vice presidente della Regione, esponente di punta di Italia Viva, renziana di ferro ma con un peso specifico nella politica fiorentina e toscana oltre i confini del suo partito. La coalizione di Funaro lavorerà per ricucire: una vera impresa. Valentina Mercanti, presidente del Pd regionale, è fra gli ottimisti. «È vero che fra i tre scenari dei capoluoghi toscani al voto quello fiorentino è il più turbolento, ma spero che alla fine prevalga il buonsenso. Capisco le aspirazioni individuali, ma sinceramente mi auguro per il bene della città che Del Re rientri nel Pd o almeno rimanga nella compagine. Vanno distesi i rapporti: Cecilia è una donna che nel partito ci crede. Il partito si esprime tramite i suoi organismi dirigenti: si riuscirà alla fine a trovare la quadra». Sul fronte del centrodestra, rimane in ballo la candidatura di Eike Schmidt, ormai ex direttore degli Uffizi: molto apprezzato dal leader leghista Salvini e visto con favore anche da FdI. «Il fatto che circoli il nome di Schmidt – dice Zucconi – testimonia la strategia della nostra coalizione di puntare su figure molto valide».
Livorno
Le acque si muovono in modo del tutto diverso a Livorno, dove il centrosinistra torna a puntare sul sindaco uscente («ha lavorato bene e migliorato Livorno, tornata centrale sulla costa», dice Mercanti), mentre il centrodestra non ha ancora ufficializzato definitivamente il suo nome. Anche se candidato in pectore sembra essere a tutti gli effetti Alessandro Guarducci, alle spalle una lunga carriera di giornalista: cattolico moderato, si presenterebbe con una lista civica sostenuta da Forza Italia, FdI e Lega. Stefania Petrucci, senatrice grossetana di FdI, puntualizza: «Parlare di nomi, adesso, è prematuro. Ciò che conta è che FdI ha idee molto chiare sulle amministrative 2024 in Toscana. L’obiettivo è uno solo: avere molti più sindaci di quanti ne abbiamo oggi, per portare anche nei comuni che non amministriamo i valori e la determinazione che ci contraddistinguono. E sono certa che sarà così. Lo scambio continuo che abbiamo con i territori ci porterà a scelte naturali, lineari e condivise. L’identikit è preciso: vogliamo candidati che abbiano la nostra stessa scala di valori, una storia di onestà, coraggio e successo, che conoscano i problemi del territorio e le strategie per superarli». C’è poi, a Livorno, la novità della coalizione Cinquestelle più sinistra (Potere al Popolo, Rifondazione, Posibile e Buongiorno Livorno) che potrebbe sostenere la candidata sindaco Valentina Barale, oggi consigliera uscente di BL.
Prato
Candidature in altomare e un laboratorio sperimentale. Sono, allo stato attuale, le caratteristiche preminenti della scena politica pratese che si prepara alle amministrative 2024. Sia il centrodestra che il centrosinistra devono ancora definire il nome ideale da proporre agli elettori. Nel centrodestra, dopo il rifiuto del sottosegretario agli affari esteri Giorgio Silli (FI), ritenuto anche fuori dalla sua compagine un candidato con chance di vittoria, l’ultima parola spetterà a Fratelli d’Italia e alla sua deputata pratese Chiara La Porta; il nome più papabile al momento potrebbe essere quello di Gianni Cenni, avvocato, vice presidente di FdI Prato, già assessore all’urbanistica dal 2009 al 2014. Ma Zucconi all’ipotesi Silli non si sente di rinunciare: «Può sempre ripensarci». Nel centrosinistra il quadro è fluido: tanti nomi in ballo ma nessuno definito per la successione a Biffoni, «sindaco dall’eredità pesante per i tanti ruoli ricoperti e per il lavoro svolto. Nella varietà dei nomi papabili vedo la conferma che il Pd ha saputo creare una classe dirigente», dice Mercanti. I nomi che circolano sono quelli della consigliera regionale dem Ilaria Bugetti, dell’attuale vicesindaco di Prato Simone Faggi, ma anche di Cristina Manetti, capo di gabinetto di Giani in Regione. E poi il laboratorio del terzo polo che solo a Prato vede riuniti Azione e Italia Viva, con il collante di LibDem (fondato dall’ex senatore Andrea Marcucci dopo l’uscita dal Pd) e la presenza convinta del Psi: l’auspicio è di rappresentare la vera alternativa ai “tradizionali” centrodestra e centrosinistra.